Rubrica Contronatura
Che belle le biciclette! Comode per diporto cittadino, utili alla nostra salute, spettacolari durante un Giro d’Italia (anche il Tour de France non è male…). Sono anch’io un ciclista, forse dovrei dire un metaciclista, un gerontociclista, uno pseudociclista, va beh, per non assillarvi con fisime personali, diciamo che mi piace andare in bicicletta, possibilmente faticando poco soprattutto dove non transitano veicoli a motore (stradine secondarie e sterrati) anche se molti mezzi motorizzati ormai mi superano, le e-bike, poiché sono un veterociclista “muscolare”.
Non volevo parlare di me e delle mie straordinarie prestazioni sportive, ma proprio del Giro d’Italia ciclistico che è transitato in Canavese domenica 22 maggio. Mi sono recato in bicicletta a veder sfilare la carovana sportiva. Sportiva? Per poco meno di un’ora di sportivo ho visto poco: solo auto e motociclette che sfrecciavano variopinte davanti ai nostri occhi. L’arrivo dei ciclisti è stato come un lampo, nel senso che il passaggio è durato un minuto, correvano a velocità che nemmeno riesco a raggiungere in discesa! E dietro altre decine di veicoli motorizzati. Che curioso evento: un’ora di transito di auto e motoveicoli (pubblicitari, supporto tecnico, forze dell’ordine, ambulanze, informazione giornalistica, invitati, ecc.) per un minuto di sfrecciante multicolore visione informe di muscoli pedalanti.
Non nego che la lunga teoria di mezzi abbia un suo fascino spettacolare, motivo per cui mi sono appropinquato all’evento un’ora prima, ma mi sovviene una domanda: quanti sono i mezzi a motore che accompagnano la manifestazione sportiva? Ho trovato la risposta nel sito tuttobiciweb. Dal conteggio risultano 183 mezzi complessivi, più 32 autotreni e circa 100 furgoni che accompagnano il Giro. Tutto ciò per scortare 176 ciclisti iscritti, quindi molti più veicoli motorizzati, quasi il doppio, che atleti! Mi sconcerta un po’ questo codazzo di motori termici inquinanti per accompagnare salutari mezzi muscolari. Capisco le ragioni organizzative, informative e di sicurezza, ma non sarebbe possibile ridurne il numero ad uno più ragionevole? Ho, però, notato molte auto elettriche o ibride che possono contribuire alla riduzione dell’inquinamento. Usando un’iperbole assurda, sarebbe come se durante un gran premio di formula uno le 20 auto fossero accompagnate da 40 biciclette; però, però… potrebbe configurarsi come legge del contrappasso di dantiana memoria.
Per quanto lo sport ciclistico sia bello e popolare e gli atleti non siano così irragionevolmente ben pagati come i calciatori, la deriva economica, quindi pubblicitaria, di questa bellissima faticosa attività agonistica è evidente; un male che assedia molti sport seguitissimi dal pubblico e comporta ricadute negative sull’ambiente in cui viviamo. Ho notato che molti ciclisti, però, oggi sono dotati di coscienza civica, evitano di gettare involucri di integratori e altri rifiuti per strada, le borracce no perché sono immediatamente catturate dagli appassionati a bordo strada come trofeo.
Comunque la mia perplessità generale rimane e non è esclusiva dello sport ciclistico; durante le gare del bellissimo invernale e faticoso sci di fondo (mi permetto di rivelarvi che si tratta del mio sport preferito, da praticare non da guardare) vedo spesso motoslitte che affiancano, fuori pista ovviamente, gli atleti per effettuare riprese televisive (strano: come mai nessuno mi filma?). Che senso ha?, quando le gare si svolgono in circuito e sono facilmente riprendibili senza utilizzare catafalchi motorizzati inquinanti. Mi fermo qui: la questione non è lo sport nelle sue varie declinazioni, ma il contesto sociale mercificato in cui si svolgono le attività, dove bisogna produrre e vendere qualsiasi avvenimento anche inquinando di più, ma, si sa, il consumo di carburanti aumenta il PIL alla cui crescita tutti dobbiamo contribuire!
Diego Marra