In tutta Italia un fiume di umanità ha risposto allo sciopero indetto dai sindacati di base oggi lunedì 22 settembre contro il genocidio a Gaza. Si può affermare che in questi giorni è nato un grande movimento di massa contro il genocidio e l’occupazione dei territori palestinesi.
Quando sui diritti umani i governi latitano, tentennano, tocca alle persone agire e agire in massa per pretendere umanità e giustizia. Nella giornata di sciopero generale del 22 settembre grande è stato il contributo degli studenti e dei docenti. A Ivrea presidio davanti al liceo Gramsci: “Se qualcuno tornerà a casa con qualche domanda in più, questa mattina, pur scioperando, abbiamo svolto il nostro ruolo”, chiude la sua riflessione Luisa Sarlo, docente al Gramsci di Ivrea.
Un picchetto spontaneo
Questa mattina, lunedì 22 settembre, ho avuto l’occasione di partecipare, insieme a un gruppetto di colleghi del Liceo Gramsci, a un “picchetto” spontaneo, autoconvocato tramite passaparola, davanti ai cancelli della nostra scuola.
Scioperare in silenzio, ciascuno a casa sua, in questa mattinata piovosa, non sarebbe stato la stessa cosa. Abbiamo sentito il bisogno di metterci la faccia; di prendere – letteralmente – posizione; di stare insieme, con le bandiere e gli striscioni e gli ombrelli arcobaleno sotto la pioggia. Ringraziamo chi si è fermato insieme a noi, condividendo le motivazioni dello sciopero e lo spirito dell’iniziativa. Di colleghi ne son passati pochini, ma sappiamo che qualcuno scioperava da casa e altri andavano a manifestare a Torino, a Novara; certo ci sarebbe piaciuto non vedere affatto auto che entravano nel cortile dal cancello sul retro, ma ci teniamo stretti il risultato: l’adesione allo sciopero è stata alta per i nostri standard.
La nostra posizione si è rivelata strategica. É stato molto interessante osservare la marea di ragazze e ragazzi che entrano a scuola: un flusso ininterrotto che scorre a intensità variabile per quasi mezzoretta, prima e dopo la campanella delle 8; c’è sempre qualcuno che arriva in ritardo. È stato bello, secondo me, guardarsi in faccia e rispondere con un sorriso agli sguardi spiazzati, incuriositi, a volte persino solidali degli studenti. E pensare che di 1400 studenti, ne conosco appena un centinaio! Qualcuno si è fermato a scambiare due parole. Ci raccontano che anche loro hanno organizzato qualcosa, per stamattina: chi chiederà di interrompere le lezioni per un minuto di silenzio; chi si è preparato un discorso per sensibilizzare i compagni durante l’intervallo; bisognerà farsi raccontare. Qualcuno ha tirato dritto senza nemmeno un saluto, pazienza.
Se però qualcuno tornerà a casa con qualche domanda in più, questa mattina, pur scioperando, abbiamo svolto il nostro ruolo.
Luisa Sarlo