Weak Ties è l’ultimo corto del “nostro” Pietro Pedrazzoli, visibile su Vimeo.com
Pietro è nato nel 1999 a Ivrea e la sua passione per il cinema, che negli anni diventa amore, inizia nel 2011.
Facevi seconda media! Cosa succede?
Un giorno mi capitò di leggere sul giornale una pubblicità di Hugo Cabret, il nuovo film di Martin Scorsese. Io non sapevo chi fosse, ma quell’immagine di un bambino appeso alle lancette di un orologio gigante, non so perché, esercitava su di me un fascino inspiegabile. Quella semplice pubblicità vista sul giornale accese in me qualcosa, ma non sapevo ancora cosa. Entrai in quella sala senza conoscere nulla di cinema, e uscii sapendo cosa avrei fatto nella mia vita. Non solo volevo guardare i film, ma volevo farli. Come Scorsese e come Méliès, che divennero subito (e in un certo senso ancora oggi rimangono) i miei registi preferiti.
Il sogno è rimasto lo stesso? E come gli hai dato le gambe?
Da allora io sono cambiato, e tanto, ma il sogno è rimasto lo stesso, e ogni giorno combatto perché diventi realtà. Già quell’estate presi una videocamera e cominciai a girare i miei corti: con i miei cugini e mio fratello, per prima cosa, e poi con i miei amici. Molto fruttuose sono state anche le estati che ho passato al centro estivo, dove facevo l’animatore. Avevamo messo su un laboratorio, e ogni settimana realizzavamo un corto con i bambini. Sono passati gli anni, e dopo aver frequentato il liceo artistico di Castellamonte (indirizzo grafica) mi sono iscritto al Dams di Torino. Quest’anno, poi, ho incominciato la Scuola Nazionale di Cinema Indipendente di Firenze (per adesso online, ma da gennaio in presenza). Negli ultimi due anni ho scritto un lungometraggio e vorrei che fosse il mio esordio. Prima di cercare un produttore, però, mi sono preso quest’anno un po’ particolare per realizzare ancora qualche cortometraggio, più maturo nello stile e nella tecnica, prima di tentare il grande salto. Il primo ad aver visto la luce è proprio Weak Ties! Quindi ce ne saranno altri, appena la situazione mi permetterà di realizzarli, e poi chissà…
“A volte non ricordo neanche se siamo stati insieme“, e “forse mi manchi” sono due frasi di una dei protagonisti, Sofia, che vanno diritte al cuore. Girato la notte prima del coprifuoco, con la seconda ondata della pandemia che avanzava a passi da gigante, questo pugno di immagini ci parla di assenza, di mancanza, di legami deboli, ma non per questo meno “forti” nella loro suggestione.
“Weak Ties – ci racconta Pietro – è nato da diverse suggestioni, alcune molto banali. il mio vicino di casa a Torino suona il pianoforte. Non l’ho mai visto in faccia, ma ogni sera, alla stessa ora, incomincia a suonare. E la cosa particolare è che suona sempre la Sonata alla luna di Beethoven! Per me è diventato un momento speciale della giornata, un appuntamento fisso a cui non posso mancare. Alle volte capita che stia facendo la doccia o preparando da mangiare, ed ecco che lui incomincia a suonare. Ed è una sensazione bellissima passare improvvisamente dal silenzio a quel concerto privato. Bella ma anche malinconica, perché durante quelle esibizioni mi capita spesso di essere solo. Ed è stato proprio in uno di questi momenti che mi si è affacciata alla mente un’idea che poi è alla base del corto: la solitudine, ma affrontata da un punto di vista “diverso”. Non mi interessava la solitudine dovuta alla mancanza di affetto, bensì mi interessava approfondire proprio la mancanza di affetto, la mancanza di sentimento. L’apatia che potremmo provare di fronte ad un evento drastico come la morte. Volevo fare una storia su una perdita, forse influenzato dal fatto che per due anni ho vissuto con una persona a me molto cara come coinquilino e adesso è finita (non è morto, è solo scaduto il contratto, ndr). Noi avevamo un bel rapporto, ci conoscevamo fin da piccoli, ma mi sono chiesto cosa sarebbe successo se invece non avessimo avuto quel rapporto. Ci sono un sacco di persone che vanno a vivere con perfetti sconosciuti, che magari si vedono solo per cena o neanche quello, incrociandosi giusto ogni tanto pur vivendo insieme e magari dormendo nella stessa stanza. Allora mi sono chiesto cosa succede quando qualcuno di estraneo ma allo stesso tempo vicino se ne va, che cosa resta, che cosa lascia. Come può definirsi un rapporto di questo genere. Soprattutto nel caso in cui questa scomparsa sia dovuta alla morte.
Come reagiremmo se un legame che dovrebbe essere “forte” si rivelasse all’improvviso “debole”? Io credo sia un sentimento molto diffuso, un tipo di emozione che bene o male colpisce tutti. Qualcosa di universale.
E proprio universale era il messaggio che volevamo comunicare (volevamo, perché sono subito intervenuti i miei formidabili interpreti, Alessandro Taurino e Bianca Di Massa, che hanno riempito la sceneggiatura e i personaggi anche delle loro preziose suggestioni). L’idea era quindi quella di creare con il nostro corto uno specchio dentro cui ognuno ci si può riflettere, ma subito dopo aver fatto la prima lettura del copione abbiamo capito che il vero universale, in un periodo come quello che stiamo vivendo, era proprio il particolare: stavamo girando un corto durante la pandemia Covid, con tutte le implicazioni che questo comportava… non potevamo fare finta di nulla! E allora abbiamo deciso di abbracciare, anzi, di affrontare la contemporaneità, di renderla centrale, presente fin dall’inizio, con il protagonista che entra in casa togliendosi la mascherina. E allora ecco che in quest’ottica anche il tema della morte acquisisce un significato diverso: nel corto non viene specificato di cosa è morto il coinquilino, lasciando aperta ogni possibilità. Anche, ahimè, la più attuale”.
Pietro lo si può incontrare su Instagram e, se sì è fortunati, anche a Ivrea!
Simonetta Valenti
Weak Ties – Short Movie from Pietro Pedrazzoli on Vimeo.