Fresc: “Il supermercato della Coop? Non è la nostra idea di sviluppo della città”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del consigliere del M5S Massimo Fresc in merito alla questione del nuovo supermercato Coop

Abbiamo avuto modo di conoscere la profonda crisi del commercio cittadino, ci è stato riportato dai racconti dei commercianti. La nostra proposta di sviluppo è attenta all’esigenza di rilanciare questo settore.
La tutela del settore commerciale a cui sono legate migliaia di famiglie eporediesi, può passare attraverso la riqualificazione anche urbana di parti della città, attraverso l’ideazione di aree commerciali “naturali” costituite dai nostri commercianti coordinati in offerte di qualità con concreti legami con le produzioni del nostro territorio e le sue eccellenze.
Quindi il nostro è un “SI” al commercio cittadino che si può rilanciare programmando attività culturali e turistiche capaci di attrarre nuovi acquirenti. Queste politiche per lo sviluppo non possono invece conciliarsi con l’ennesimo centro commerciale collocato in una zona centrale, ossia nell’area dell’ex Casa Molinario. Questa speculazione, incautamente appoggiata dall’Amministrazione, rischia di portare alla chiusura di piccoli esercizi che si trovano in una crisi senza precedenti, crisi che investe pesantemente anche i grandi centri commerciali già esistenti.

Altri pesanti impatti ci sarebbero sul traffico e sull’inquinamento. E’ bastato l’improvvisato intervento alla rotonda di Porta Vercelli per arrivare a una semi paralisi della nostra città, siamo preoccupati delle conseguenze che il nuovo supermercato causerebbe, non solo nella già problematica viabilità di via Jervis e via Torino, ma indirettamente su tutta la città.
Il prospettato supermercato porterebbe in quest’area della città nuovo traffico causato dagli acquirenti e dai mezzi pesanti che riforniranno i magazzini, le due nuove rotonde proposte possono solo mitigare il peggioramento della viabilità cittadina.
Questa non è la città che desideriamo, caotica e inquinata.
L’area in cui sorgerebbe la struttura è in parte in zona UNESCO. Ci chiediamo come si possa immaginare un futuro legato all’eredità lasciata da Olivetti pensando di collocare un supermercato con una superficie coperta vicino ai 5000 metri tra gli stabilimenti, i servizi sociali di via Jervis e l’asilo di Borgo Olivetti. Ci chiediamo come la città industriale del XX secolo, possa presentare come biglietto da visita ai visitatori le facciate dell’ennesimo supermercato.
Un territorio con intere aree urbane e industriali abbandonate, con serrande chiuse, non ha bisogno di un ulteriore consumo di suolo per far spazio all’ennesima speculazione.
Manca una visione di cui la città ha bisogno.
Verifichiamo la superficialità della politica eporediese, che in continuità con la passata Amministrazione si inchina alla forza di un’imprenditoria capace di imporre un progetto dove il piano regolatore non permette di costruire, pronta a ricorrere al Tar per ribaltare la risposta negativa degli uffici comunali al progetto, argomentata dal fatto che vi sono in Corso Vercelli aree che il piano regolatore prevede possono essere usate per costruire supermercati.
La “scappatoia” sembra arrivare dall’attivazione della procedura “PIRU”. Leggiamo dal sito della Regione Piemonte: “Che cosa sono i programmi di rigenerazione urbana? Sono strumenti volti a promuovere la riqualificazione di parti indicative della città e dei sistemi urbani, mediante interventi organici d’interesse pubblico. I programmi si fondano su un’idea-guida di rigenerazione, legata ai caratteri ambientali e storico-culturali dell’ambito territoriale interessato, alla sua identità, ai bisogni e alle domande degli abitanti. Essi comportano un insieme coordinato d’interventi in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisico e di disagio socioeconomico”.
Letta la definizione, ci chiediamo come questa possa essere tradotta in un ipermercato! In città il dibattito è fiacco e tutto concentrato su grandi investimenti in arrivo pensando che la riqualificazione di un’area sia possibile solo costruendo magazzini e giganteschi parallelepipedi per il commercio.
E’ necessario coinvolgere gli imprenditori, le categorie e la Comunità in un dibattito che, partendo da dati fondati, valuti i vantaggi e le criticità; lavoreremo perché le diverse parti sociali possano informarsi e confrontarsi.
Il Movimento 5 Stelle di Ivrea pensa che le ricadute negative dell’opera siano troppe e soprattutto inconciliabili con un nuovo modello di sviluppo della città che sappia difendere il lavoro dei suoi commercianti, che creda nel riconoscimento UNESCO come possibilità di crescita, che progetti il riutilizzo di aree dismesse e sappia salvaguardare la vivibilità di una città che possa essere attrattiva per nuovi residenti e turisti.

Massimo Fresc
Consigliere capogruppo del M5S di Ivrea