Dopo sedici anni Innovis cessa di esistere, dal 20 agosto tutti i lavoratori trasferiti in Comdata con una cessione che preserva l’anzianità maturata.
Pomeriggio molto caldo per i lavoratori e le lavoratrici Innovis oggi in sciopero e presidio davanti a Confindustria Canavese. C’è aria da ultimo incontro per Innovis, considerato che i contratti di soldarietà scadranno il 17 agosto e la vicenda si trascina da tempo con notevole sofferenza dei lavoratori. Così dopo una prima discussione fra le parti i rappresentanti sindacali hanno chiesto di interrompere l’incontro per consultare i lavoratori in presidio. La maggioranza dei presenti ha accettato gli estremi dell’accordo e dato mandato ai sindacati di firmare. E’ stato così firmato l’accordo per il passaggio degli 84 lavoratori rimasti in Innovis a Comdata Spa con la formula della “cessione del contratto” (art. 1406 del C.C.). I lavoratori da sempre chiedevano il passaggio in Comdata utilizzando la “cessione di ramo” (articolo 47 L. 428/90) per poter conservare i diritti acquisiti negli anni, ma l’azienda si è sempre dichiarata indisponibile richiedendo anzi un passaggio “brusco”, il licenziamento da Innovis con riassunzione in Comdata come normali neoassunti. L’accordo firmato oggi è dunque un equilibrato compromesso, per nulla scontato all’inizio della trattativa. Si può ben dire che solo la resistenza dei tanti lavoratori che non hanno ceduto ai ricatti dell’azienda (che li spingeva a firmare una “promessa” a licenziarsi entro luglio in cambio di un piccolo bonus, ma con la rinuncia a cause future) e la tenacia dei delegati sindacali, FIOM in testa, ha fatto sì che si potesse incassare un accordo che salvaguarda l’occupazione e buona parte dei diritti acquisiti almeno nel breve periodo.
Cosa prevede l’accordo
I lavoratori e le lavoratrici Innovis dal 20 agosto saranno formalmente dipendenti Comdata, mantenendo la loro anzianità di servizio e scatti. Avranno tutti un contratto part time di 30 ore settimanali, dal lunedì al venerdì e festivi esclusi, fino al 31/12/2019 (dopo di che rientreranno negli standard orari delle diverse commesse Comdata). Conserveranno i giorni di ferie supplementari derivati dal contratto metalmeccanico (dove le ferie si incrementano con certa anzianità di servizio). La riduzione della retribuzione per effetto della riduzione d’orario sarà circa del 25%, non poco specialmente per monoreddito per i quali i sindacati chiedevano il tempo pieno, ma su questo l’azienda non ha ceduto. Comunque una riduzione di stipendio inferiore rispetto a quella che avrebbe comportato il contratto di 25 ore settimanali che l’azienda voleva.
L’inquadramento sarà per tutti al 5 livello. E questo comporta certo una maggiore perdita per i sei lavoratori di sesto livello e l’unico lavoratore di settimo. A “risarcimento” della perdita retribuitiva di un anno questi lavoratori riceveranno un bonus una tantum.
Molto imporante nell’accordo anche che Comdata abbia accettato di riconoscere fino ad agosto 2019 i due rappresentanti sindacali dei lavoratori Milli Penna e Roberto Caricchi, questo permette ai lavoratori e alle lavoratrici di conservare due importanti riferimenti sindacali che da anni seguono la vertenza Innovis, per il delicato passaggio a nuova azienda con diverso contratto di categoria (Innovis metalmeccanico, Comdata telecomunicazioni).
Rimane infine aperta l’opzione per i lavoratori di licenziarsi (ricevere quindi il TFR) per essere riassunti, incassando sì un piccolo bonus, in cambio della rinuncia a future cause, e il TFR, ma perdendo l’anzianità e benefici conseguenti. Ad ogni modo ogni lavoratore sarà libero di decidere.
E’ chiaro che i lavoratori perdono tutti qualcosa, ma le prospettive erano ben più drastiche, come molto critica è oggi la situazione di Comdata con due sedi in chiusura (Pozzuoli e Padova), il FIS a Ivrea, Cagliari, Olbia. In questo contesto generale l’accordo odierno, firmato unitariamente da CGIL-CISL-UIL, può ritenersi probabilmente il miglior accordo possibile e, ripeto, non scontato.
La trattativa Innovis
Definirei la trattativa Innovis, dura, lunga, pesante per le lavoratrici e lavoratori per l’incertezza sul futuro, per le pressioni psicologiche, per le difficoltà economiche, … ma è stata una trattativa vera. Dove Rsu e sindacati si sono seduti al tavolo non per firmare il primo accordo proposto, ma con la fermezza di non cedere ai ricatti e di strappare veramente il miglior accordo possibile, pur consapevoli che quando si arriva a quei tavoli i lavoratori sono la parte più debole e non si potrà ottenere quello che la giustizia del lavoro dovrebbe dare. E brave le lavoratrici e i lavoratori che hanno resistito!
Proprio ieri sera Angelo D’Orsi in una serata per ricordare i 200 anni dalla nascita di Karl Marx, ha citato questo pensiero “Marx rivolto alle figlie: cos’e’ la felicita’? E’ la partecipazione alla lotta per la liberta’ e l’autodeterminazione. E l’infelicità’? La sottomissione alle condizioni di sfruttamento e di oppressione.”.
Decidiamo di essere felici!
Cadigia Perini
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