Raul Pantaleo

Quando

5 Ottobre 2025    
15:00

Dove

Azami libreria
via quattro martiri 1, Ivrea, Torino, 10015

Tipologia evento

In occasione di Welc-home to my house

Raul Pantaleo, in dialogo con Christiane Burklein, ci parlerà del suo

“Architettura del noi” (edito da Eleuthera)

“Cosa può fare l’architettura in un tempo di guerre, crisi ambientali e speculazioni edilizie?
Per Raul Pantaleo, architetto e co-fondatore di TAMassociati, la risposta è chiara: occorre un’architettura attenta e parsimoniosa, capace di curare le ferite, ricostruire comunità e riportare bellezza nei luoghi del vivere. Con Emergency ha progettato ospedali in Italia e nel mondo, pensati non solo come spazi funzionali ma come atti di cura, perché anche un intonaco fresco o un tetto che protegge possono parlare di futuro e di dignità.
Nel dialogo vogliamo portare alla luce questa idea di architettura che non si limita a rispondere ai bisogni, ma sa anche dare gioia: edifici “scandalosamente belli”, come chiese Gino Strada a TAMAssociati, sostenibili senza costi aggiuntivi perché radicati nella tradizione e nella qualità dei materiali. Parleremo di attivismo, come l’esperienza di Raul a bordo della nave Life Support di Emergency nel 2023 – un gesto che ricorda che, a volte, l’unico modo per esserci è esserci davvero.
Sarà un incontro che interesserà non solo chi ama l’architettura, ma anche chi si occupa di sociale, di comunità, di futuro. Perché oggi, più che mai, l’architettura del “noi” è una risposta concreta a un mondo che sembra dominato dall’“io”. C. Burklein

A partire dalla storia di un progetto collettivo, lo studio di architettura TAMassociati, e dalle esperienze sul campo con Emergency, Pantaleo delinea un’intuizione centrale per l’architettura nell’epoca dell’Antropocene: la contemporaneità richiede un modello corale, che esplori un approccio progettuale cooperativo incentrato sul noi, abbandonando l’io individualista e autoriale. Di fronte all’apparente inefficacia degli strumenti attuali nell’affrontare una crisi ambientale e sociale che pare irreversibile, la progettazione di spazi condivisi può essere una risposta concreta per la cura del presente e del domani, a condizione di mettere al centro concetti come partecipazione, attivismo, riconciliazione, bellezza e soprattutto dono. Un atto dirompente in grado di sovvertire l’imperante logica del profitto. È dunque arrivato il momento che l’architettura dell’io, spettacolare e al servizio del capitale, lasci il posto alle architetture del noi, plurali, collaborative, libertarie, in grado di ricostruire i legami comunitari e dare forma a un abitare più equo.

Architetto e co-fondatore dello studio TAMassociati di Venezia, ha realizzato diversi centri sanitari per Emergency in Italia e nel mondo. Sempre con TAMassociati ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui l’Aga Khan Award for Architecture, il Curry Stone Design Prize, lo Zumtobel Group Award,il premio Architetti dell’anno 2014. Nel 2016 fa parte del Team curatoriale responsabile del Padiglione Italia della 15a Mostra Internazionale d’Architettura della Biennale di Venezia. Con elèuthera ha pubblicato Un pisolo in giardino (n.e. 2015), Attenti all’uomo bianco (n.e. 2011), Made in Africa (2010), La sporca bellezza (2016) e Architetture del noi (2025).