Festa di Fine Ramadan sabato 13 aprile nella chiesa di Santa Marta
L’idea è di Luca Intili, un ragazzo di Ivrea che la domenica pomeriggio spesso si ritrova con un gruppo di ragazzi africani a tirare calci a un pallone vicino al lago San Michele, a Ivrea. Il calcio è un modo per stare insieme, conoscersi e fare squadra. Come il cibo, la musica, la danza. E anche la preghiera, un rito. Sta per concludersi il Ramadan e Luca pensa che sarebbe bellissima una giornata di festa da condividere con la città. Dal calcio al cibo e poi alla musica il passo è breve. Luca conosce da sempre Felicia Pane della Cooperativa Mary Poppins il cui progetto Ali-Abitare Lavorare Incontrarsi (progetto nazionale, capofila Libera Palermo, di cui è referente Federica Tos) prevede azioni di supporto a giovani migranti tra i 17 e i 21 anni, con l’obiettivo di integrare i neomaggiorenni e i minori non accompagnati. Felicia e Federica accolgono volentieri l’idea di Luca, che chiede alle Voix Qui Dansent di diventare, insieme a tre percussionisti, la colonna sonora di quella che sarà una giornata di festa. Accettano l’invito anche l’Imam Moustafà Fedda e il vice presidente del Centro Culturale Islamico Lekbir Nekkaz. Nasce così la Festa della Fine Ramadan, sabato 13 aprile in sala Santa Marta.
Quando entra l’Imam c’è un primo momento di lettura del Corano e poi di preghiera; se chiudiamo gli occhi la musicalità di quelle parole ci porta lontano.
Non conosciamo la lingua, non comprendiamo il significato dei versetti, ma dopo uno scambio di sguardi ci alziamo in piedi.
Niente di strano, si chiama rispetto. Quando si mettono insieme – sottolinea l’Assessora all’Integrazione del Comune di Ivrea Gabriella Colosso – culture e modi di essere diversi sono ricchezza e questa città, Ivrea, è capace di accogliere e stare insieme e oggi più che mai un evento di questo genere va a rafforzare questi principi. Sono segnali forti soprattutto in un momento come queste in cui tutti, in tutte le lingue chiedono la pace.
Il pranzo allestito nella sala vicina è il primo momento di vicinanza e di condivisione. Santa Marta si riempie di odori, sapori, spezie, casse piene di datteri, dolcini che profumano di miele e arancia.
Le Voix Qui Dansent prendono posto sul palco improvvisato.
A proporre polifonie africane, da una parte, sette donne europee davanti a un microfono. Dall’altra un gruppo di ragazzi africani seduto poco lontano in attesa di ascoltare.
Le Voix raccontano la passione condivisa per quei canti e l’amicizia con la cantante congolese che li ha loro insegnati e chiedono ai ragazzi di ascoltare le parole, e magari di correggerne la pronuncia.
Il primo canto è una mano tesa verso l’altro. I ragazzi africani applaudono. Ma è ancora presto. E’ al terzo canto che avviene la magia. Quando i suoni delle voci e degli strumenti diventano un richiamo per i ragazzi che, uno dopo l’altro, iniziano a ballare e rispondono a quelle voci e a quegli strumenti con quelle dei loro corpi, che paiono davvero nati per disegnare figure nell’aria. Anche i ragazzi della Mary Poppins sentono lo stesso richiamo e lo sente il pubblico e così Santa Marta diventa un palcoscenico meraviglioso in cui si fondono uno nell’altro uomini e donne dell’unica razza che abita la terra: la razza umana.
Com’è evidente, d’un tratto, la semplicità della convivenza. Servono soltanto la curiosità per qualcosa e qualcuno che non conosciamo, il rispetto dell’altro, la ricchezza della diversità.
Poi sono la musica, la danza, il cibo a fare il resto, Più di mille progetti.
Un altro mondo è stato possibile, sabato 13 aprile, in sala Santa Marta.
A Luca piacerebbe che una giornata come questa non rimanesse un caso isolato, un appuntamento periodico – ci spiega – E sarebbe altrettanto bello immaginare in questa città, come ad esempio succede a Torino, un luogo dove i ragazzi sapessero di trovare la loro musica, i loro ritmi, i suoni dei loro strumenti.
Et voilà, l’intégration.
Simonetta Valenti