Sabato 24 novembre, ore 21, a Scarmagno si terrà l’ultimo appuntamento del gruppo del Canavese di Emergency per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale e portare avanti una cultura pacifista
«Sono passati cento anni dalle fine della grande guerra, e a quel dolore se ne è aggiunto altro, provocato da altre guerre. I pacifisti del Canavese vogliono che non passi sotto silenzio l’assurdità e l’immoralità non solo di quella guerra, ma di tutte le guerre. Si tratta di commemorare non la vittoria di una nazione su di un’altra, ma la sconfitta della ragione e dell’umanità. In una guerra i feriti, i mutilati, i morti, ci ricordano che tutti perdono». Con queste parole si è aperto il 4 novembre il ciclo d’incontri organizzati da Emergency in occasione del centenario della fine della Prima Gurra Mondiale.
Il gruppo del Canavese di Emergency ha organizzato diversi appuntamenti, coinvolgendo anche personalità del calibro di Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea o lo storico Giorgio Giannini, Presidente del Centro studi difesa civile di Roma.
Sabato 24 novembre si chiuderà questo ciclo d’incontri con lo spettacolo teatrale Stupidorisiko. Una geografia di guerra, il cui testo e regia sono di Patrizia Pasqui e interpreta Mario Spallino. Lo spettacolo si terrà alle ore 21.00 a Scarmagno presso il Centro Polifunzionale.
Sul sito di Emergency, a proposito dello spettacolo, si può leggere:
“Il racconto, partendo dalla Prima Guerra Mondiale e passando per la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, arriva fino alle guerre dei giorni nostri. Episodi storicamente documentati e rappresentativi della guerra si susseguono in modo cronologico e sono intervallati dalla storia di un marine, che parla toscano e che rappresenta il soldato di oggi.
Lo spettacolo vuole raccontare in forma semplice e chiara – e, perché no, anche ironica – alcuni aspetti e avvenimenti della guerra e della sua tragicità, che spesso sono dimenticati o ignorati. Stupidorisiko. Una geografia di Guerra è nato dall’idea di vedere la guerra sotto degli aspetti attraverso cui non è mai stata raccontata: quello della parte delle vittime e quello della stupidità della guerra.
Il teatro diviene così strumento per valorizzare e divulgare il lavoro di EMERGENCY e il suo impegno contro la guerra”.