Il progetto da 146 milioni e co-finanziato grazie ai fondi del PNRR è realtà, ma si prospettano diversi anni di lavori e problemi di viabilità per Ivrea e i comuni limitrofi. Piazza Perrone verrà trasformata in un cantiere per anni e sopraelevata di un metro, ma ad oggi non ci sono progetti di viabilità alternativa, né valide opere di compensazione. L’elettrificazione porterà vantaggi in termini di servizio ferroviario?
Piazza Perrone verrà alzata di un metro e diventerà un cantiere per due/tre anni per permettere i lavori di sopraelevazione ed elettrificazione della linea Aosta-Ivrea. Non sembrano esserci, infatti, scappatoie o realistiche possibilità di cambiare questo scenario dopo che il 30 dicembre scorso è stata annunciato l’avvio della gara per la progettazione esecutiva dei lavori. Il bando resterà aperto fino al 28 febbraio e l’azienda che ne risulterà aggiudicataria avrà l’onere del progetto esecutivo.
Tempi stretti, serrati e che gravano su una città completamente ignara di quello che l’aspetta, visto e considerato che i lavori impatterrano pesantemente sulla già congestionata viabilità eporediese e che ad oggi l’amministrazione non ha ancora organizzato un incontro pubblico per informare la cittadinanza.
In città c’è chi vocifera che Sertoli e Cafarelli abbiano paura di rendere conto alla popolazione di quanto hanno “portato a casa” dopo gli incontri con Rfi, Regione Piemonte e Ministero delle Infrastrutture. Come biasimarli? A fronte di un progetto finanziato attraverso i fondi del PNRR e dall’importo di 146 milioni di euro l’amministrazione sembrerebbe non essere riuscita a ottenere alcuna significativa opera di compensazione e di riduzione dei disagi per i cantieri. Nel limitarsi a esprimere soddisfazione con RFI per essere stata in grado di «individuare una soluzione che non preveda alcuna lavorazione sull’uscita della galleria in prossimità di via Aosta», per quanto riguarda i lavori in piazza Perrone Ivrea avrebbe avanzato la sola proposta di «realizzazione di un’infrastruttura per l’attraversamento pedonale sulla Dora» (peraltro senza fornire alcun chiarimento aggiuntivo in merito. Un ponte? una passerella pedonale? ciclabile?); di contro, comuni con meno di quattromila abitanti come Quart o Saint Christophe interessati dai lavori di elettrificazione sulla linea valdostana hanno presentato elenchi dettagliati e puntuali da far invidia a qualunque ufficio tecnico.
Anche sulle opere di viabilità alternativa le proposte restituiscono l’approssimazione con cui questo progetto è stato licenziato: deviare il traffico da via Aosta (luogo di cantierizzazione) per farla passare a doppio senso su via San Giovanni Bosco, via Chiappussone (qualcuno avrà considerato il passaggio di pullman?) e via sant’Ulderico (zona Lidl). Viene da chiedersi: il tecnico che ha avanzato la proposta ha mai percorso quel tratto di strada?
Giacopelli e Laboratorio Civico: «questa è la storia di una sconfitta annunciata»
«Sconfitta sul piano dei contenuti perché il progetto verrà realizzato in totale difformità ed indifferenza dal punto di vista della Città (così come espresso dalla sua Amministrazione); sconfitta anche sul piano del metodo, perché la vicenda ha segnato il punto basso di una modalità di governo distante dalla cittadinanza, figlia di una visione del mondo che al di là delle belle parole considera i cittadini incapaci di giudizio autonomo e privi di competenze da mettere in campo in un processo più aperto ed inclusivo di governo della città». Le parole sono quelle dell’architetto Enrico Giacopelli, di Laboratorio Civico e non lasciano spazio a fraintendimenti. «Poteva andare diversamente? – si domanda Giacopelli – forse no, vista la pressione della Valle d’Aosta che ha trovato facili alleati nei comuni canavesani della tratta a monte di Ivrea»; alleati che invece Sertoli e i suoi non sono riusciti a costruire, «a dimostrazione della incapacità di tessere rapporti fuori dell’uscio di casa di questa amministrazione, il cui sindaco si è mosso in ritardo (lo studio di fattibilità dell’opera è del 2019!) e quando l’ha fatto, nel 2022, ha incontrato l’interlocutore sbagliato, andando a parlare al Ministero dei Trasporti quando era noto che il progetto è di competenza di Ferrovie».
Comotto: «non è vero che non si può modificare il progetto. Serve una forte mobilitazione»
Lunedì 23 gennaio la Commissione Assetto del Territorio presieduta da Francesco Comotto di concerto con la Commissione Viabilità e Trasporti ha convocato una riunione per cercare di fare luce sul progetto di elettrificazione, in quanto fino a quella data nessun documento relativo alla conferenza dei servizi del 23 dicembre era stato consegnato ai consiglieri di minoranza, a riprova della “solitudine” con cui Sertoli e Cafarelli si sono mossi rispetto il resto della città. «Trovo assurdo che un progetto esecutivo non entri nello specifico e nel merito delle valutazioni tecniche e deleghi la parte esecutiva all’azienda che vincerà il bando» chiosa Comotto. «Questo mi fa pensare che il progetto, in realtà, sia ancora modificabile, purché si riesca a fare una convincente lobby territoriale presso la Regione. Non sarebbe la prima volta che un progetto considerato ormai “inevitabile” subisca aggiustamenti e modifiche sulla base degli ostacoli che incontra».
Il futuro del servizio ferroviario e della viabilità eporediese: due opportunità per l’amministrazione che verrà
Al netto di possibili miracoli, le premesse per fare marcia indietro e rivedere il problema di cantierizzazione di piazza Perrone sembrano essere inesistenti: il cantiere con ogni probabilità si farà e la galleria verrà completamente elettrificata (il motivo per cui si deve alzare la piazza è che è necessario far correre i cavi elettrici sopra le carrozze, sotto è impossibile vista la presenza della Dora). Il Comune d’Ivrea aveva preso in considerazione l’idea di non elettrificare la galleria e usare treni dotati di batteria per superare il tratto interessato, ma RFI aveva poi scartato la proposta, ritenuta infattibile.
Ma in tutto ciò che ne sarà del servizio di trasporto ferrovario?
«Tutto sta nel capire – dichiara Mirko Franceschinis, dell’Associazione Utenti Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta – che treni vorrà usare la regione Val d’Aosta. Negli anni la regione ha speso ingenti capitali per acquistare i Minuetti, piccoli treni bimodali (diesel ed elettrico) che fino ad oggi trovavano la loro giustificazione nell’essere funzionali ad una linea (quella Aosta-Ivrea-Torino) che per metà non era elettrificata». «Ora, invece – aggiunge Franceschinis – non ci sono più scuse. È necessario abbandonare i Minuetti e dotarsi di treni in grado di trainare più vagoni e lasciarci alle spalle le vicende vergognose di treni stracarichi e di persone lasciate a piedi. La cosa che più mi preoccupa è che la Val d’Aosta ha speso tanto per questi treni e non sono sicuro che se ne voglia disfare rapidamente».
L’amministrazione che uscirà dalle urne cittadine quest’estate sarà posta di fronte una scelta: decidere di ridurre il più possibile i disagi aspettando passivamente la fine dei lavori oppure buttare il cuore oltre l’ostacolo e approfittare di questa situazione per porsi due obiettivi imprescindibili per il futuro di questa città: costruire alleanze territoriali forti con i comuni, le amministrazioni, i cittadini e le associazioni canavesane tali da poter strappare un servizio ferroviario migliore e, al contempo, sfruttare gli inevitabili problemi di viabilità che si creeranno sul Lungo Dora (e quindi su tutta la città e sui comuni circostanti) e realizzare una vera rivoluzione viaria, a partire dalle proposte finora inascoltate di apertura di un casello autostradale a San Bernardo (progetto fermo sul tavolo della Regione da maggio e ritenuto strategico nel caso in cui il nuovo ospedale venisse costruito in area ex-Montefibre) e riprendendo la questione di liberalizzazione del tratto autostradale necessario a decongestionare il traffico urbano.
Il nuovo primo cittadino e la sua squadra avranno determinazione e lungimiranza sufficienti per cogliere queste opportunità?
Andrea Bertolino