Intercultura dalle ambulanze di guerra agli scambi internazionali
Dove sta la frontiera?
Essa esiste ma non è quella più ovvia che gli Stati pretendono di presidiare. Di un’altra frontiera avevano coscienza i ragazzi che nel 1914 si presentarono all’ambasciatore americano a Parigi per arruolarsi e combattere a fianco della Francia. Data la neutralità, in quel momento, degli Stati Uniti, dirottarono la loro passione al campo umanitario e prestarono la loro opera in ambulanze di guerra, attive sul fronte in soccorso ai militari feriti. Era il primo nucleo dell’American Field Service, la cui anima culturale, fondata sull’importanza delle relazioni tra i popoli è ancora alla base di Intercultura, partner italiano di AFS.
La storia di AFS e di Intercultura è magistralmente raccontata da Roberto Ruffino e Stefania Chinzari nel libro “Dove sta la frontiera. Dalle ambulanze di guerra agli scambi internazionali”.
In questo periodo spesso ci è capitato di sentire paragonare il virus che ci costringe a casa al “nemico”, la pandemia ad uno stato di “guerra”.
Noi volontari di Intercultura abbiamo riflettuto sul significato delle parole e pensiamo che questo periodo debba piuttosto diventare un periodo di “Cura” di noi stessi e del prossimo, per trasformarsi in solidarietà, compassione, umiltà, dignità, delicatezza, tatto, ascolto, pazienza.
La nostra associazione, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, ha visto chiudere tutti i programmi di scambio sia all’estero sia in Italia. I nostri ragazzi ospitati presso famiglie sparse in tutto il mondo sono stati accompagnati nel loro traumatico rientro a casa. Allo stesso modo i giovani che risiedevano in Canavese e frequentavano i nostri Istituti superiori hanno dovuto all’improvviso fare le valigie e partire.
I volontari, accompagnati dall’Associazione e dalle Istituzioni, hanno dato prova di avere ben chiari i valori dell’Associazione! Non abbiamo nemici ma amici in tutto il mondo! Partire e accogliere, le principali attività della nostra Associazione, sono scelte coraggiose, per le quali ci vogliono curiosità, ed entusiasmo.
Siamo certi e fiduciosi che presto potremo ricominciare, più motivati di prima.
I volontari del centro locale di Ivrea e Canavese