“L’impero colpisce ancora”, 5° episodio della saga Star Wars, è il mio film preferito dell’epopea diretta da George Lucas, in virtù dei fantastici effetti speciali realizzati nella battaglia che si svolge su un pia-neta ghiacciato. Anche noi dobbiamo, però, subire la tirannia di un impero, invero molto più pervasivo dell’esercito di Dart Fener, ma sottilmente sgusciante, inafferrabile, insinuante: l’asfalto!
Nonostante il PTC2 (Piano Territoriale di Coordinamento) approvato nel 2011 dalla (ex) Provincia di Torino esplicasse chiaramente la necessità di ridurre, se possibile annullare, il consumo di suolo, nulla di ciò si è realizzato. L’epifania dell’asfalto continua imperterrita!
La differenza con il filmico impero risiede non certo nella sua aggressività, ma nella sua testa. Se uno psicopatico vestito di nero con casco “similnazi” dirige le fantascientifiche orde dell’impero, l’asfalto non ha un dittatore, ma è propalato da un sistema perverso di insensati burocrati, insipidi politici, interessati imprenditori. Il pretesto, temo condiviso dalla maggior parte dei cittadini, è l’agevolazione a transito e parcheggio delle pervasive automobili.
E veniamo al casus belli. Tempo fa, nella porzione sterrata a nord del piazzale del mercato, utilizzata come parcheggio il venerdì e per posizionare giostre durante carnevale e festa patronale, si è aperta una voragine da cui sono emerse le sottostanti acque dell’interrato lago di città. Nulla di sorprendente, i prodromi erano evidenti nell’ondulatezza sempre più accentuata del piazzale, foriera d’imminenti sfon-damenti; per fortuna non si è aperto un baratro sotto una bancarella!
La precedente amministrazione comunale aveva provveduto a recintare il neo laghetto e, voci di corridoio, ventilavano una rinaturalizzazione dell’area in sintonia con quanto realizzato nel settore ovest del piazzale (fronte Lidl). Sorpresa! Asfalto a gogò, laghetto tumulato, piazzale sterrato asfaltato. Mi sembra la strategia del tizio che dopo aver ramazzato la casa, nasconde la polvere sotto il tappeto.
Un’altra occasione persa per la ristrutturazione dell’area di cui si parla da anni, per cui esiste un progetto di fattibilità realizzato da un’amica agronoma come tesi di laurea, che ovviamente è stato del tutto dimenticato. Nel laghetto si era formato un consorzio vegetazionale piuttosto naturale che invitava a svilupparvi intorno un’area verde.
Qualche “esperto” benpensante potrebbe spiegarci che la presenza del microscopico laghetto avrebbe favorito il pullulare di zanzare, come se non ci fossero già, mentre in realtà le larve di zanzara brulicano soprattutto nei sottovasi e nelle raccolte di acqua conservate nei giardini; il contributo alla produzione zanzarifera nel piccolo specchio d’acqua sarebbe stata del tutto irrilevante. Attendevo le azioni della nuova amministrazione sulle tematiche ambientali, da questo incipit mi pare che non ci si discosti dalle strategie messe in campo dai precedenti amministratori, ai quali, in una scala decimale, avrei potuto conferire il bel 2 di stima. Improvvisamente, però, sull’organo ufficiale delle pubbliche amministrazioni eporediesi (La Sentinella), si manifesta un articolo estivo che annuncia uno stanziamento di (mi pare, ho letto solo il titolo) 300.000 euro per la sistemazione dell’area. Sarà la conseguenza di alcune flebili proteste per l’eliminazione del laghetto o, più probabilmente, delle ben più veementi e giustificate rimostranze degli operatori commerciali del mercato settimanale?
Comunque sia, resto in curiosa attesa di scoprire lo sbandierato progetto; non mi faccio illusioni: se il buon giorno si vede dal mattino, preconizzo che la sistemazione dell’area consisterà nello sversare ulteriori inerti nella sottostante palude e poi ricoprire la vergogna con un bello strato di asfalto. Non sono la mitica Cassandra, quindi spero di essere completamente e ignominiosamente smentito. Non ci credo poiché, se l’impero della saga fantascientifica perde sempre, purtroppo nella realtà l’asfalto vince sempre, ma… ci spero.
Diego Marra