Cesare Beccaria inorridirebbe! Per l’autore della fondamentale opera “Dei delitti e delle pene”, non è l’intensione (ovvero l’intensità), ma l’estensione e la certezza della pena ad esercitare un ruolo preventivo dei reati, insieme alla sua prontezza; ma si tratta di reati gravi!
Nel belpaese permeato di migliaia di leggi leggine norme regole disposizioni, a volte inapplicabili, più spesso inutili, talvolta anacolutiche, dove l’impunità pare essere privilegio di chi più ruba, si ergono a difensori della legalità i tutori dell’ordine volontari che compiono gratuitamente il meritorio compito di difensori della Natura, applicando con doverosa intransigenza e fermezza una legge fondamentale per la tutela della biodiversità: la legge regionale sulla raccolta dei funghi! Fuor di metafora: legge alquanto inutile alla tutela dei funghi, ma utilissima a rimpinguare le ingorde tasche della pubblica amministrazione.
Il fatto che scatena tali mie rimostranze è accaduto il 2 giugno, come riporta l’organo stampa ufficiale eporediese “La Sentinella”, nonché del Canavese. Un caro amico è stato sorpreso mentre pescava in riva al lago detenendo, abilmente camuffato nel marsupio, un preziosissimo micete (dalla mediocre fotografia pare un porcinello) col quale evidentemente aspirava confezionare l’appetitoso manicaretto pesce e funghi. Chi ha sorpreso il malandrino sono state, appunto, incorruttibili guardie ecologiche che gli hanno comminato meritata sanzione.
Mi sovvengono alcune riflessioni. In primis che le leggi ottuse dovrebbero essere applicate cum grano salis e non pedissequamente: in questo caso mi pare assurdo sanzionare la raccolta di un fungo lungo una strada dove sarebbe stato calpestato, oltretutto al di fuori del suo normale periodo di crescita (pare che il fungo non lo sapesse). Poi. È curioso come basti mettere una divisa, anche virtuale, sulle spalle di un volontario per creare un piccolo desiderio di predominio sul prossimo. Il sanzionato riferisce di aver frequentato il corso per guardia ecologica e di aver rinunciato dopo aver compreso la funzione eminentemente repressiva sanzionatoria del ruolo. Capisco, mi accadde lo stesso, frequentavo ancora l’università (altro secolo) e partecipai ad uno dei primi corsi per guardie ecologiche, salvo poi abbandonarlo per lo stesso motivo. Scendendo nello specifico biologico (per i pochi che non lo sapessero sono specializzato in micologia, che sarebbe la scienza che studia i funghi): ciò che chiamiamo fungo altro non è che il frutto prodotto da un intreccio più o meno esteso di cellule a forma di filamento (micelio) che vive appena sotto il suolo con diverse modalità ecologiche; in particolare il micelio dei pregiati porcini e ovuli vive in simbiosi con le radici di piante forestali. Orbene, cogliere il fungo, cioè il frutto di questo intreccio sotterraneo non danneggia assolutamente il micelio, se l’estirpazione avviene correttamente.
La legge regionale in questo è apprezzabile, indica le norme e i comportamenti corretti, ma insiste troppo sull’aspetto del contributo economico per effettuare la raccolta. In realtà ciò che danneggia veramente i funghi è il reiterato calpestio dei cercatori che compatta la lettiera rendendola asfittica; l’aver acquistato un tesserino, tramite oblazione, autorizza i detentori a perseverare nella ricerca per giustificare la spesa. La tutela non si opera concedendo una “licenza di uccidere” alla James Bond, ma vigilando sui comportamenti scorretti: a ciò dovrebbero essere preposti i tutori dell’ordine non a sanzionare stolidamente la raccolta di un misero funghetto lungo una strada.
Diego Marra