Intervista al segretario nazionale di Unicobas
Per il prossimo 17 marzo i sindacati di base della scuola chiamano a scioperare docenti e personale Ata. Per il momento, la protesta è indetta da Cobas, Unicobas, Usb, Anief e Federata.
Al primo posto fra i motivi della protesta la decisione del Governo di approvare le bozze dei decreti attuativi della legge 107, ma c’è anche dell’altro.
Ne parliamo con Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas.
Dopo il varo dei decreti attuativi della legge 107, a metà gennaio, i sindacati di base non hanno aspettato nemmeno 48 ore per prendere una decisione. Come mai?
Incurante della amplissima opposizione alla cattiva scuola della legge 107/2015, che tanto ha pesato sulla sconfitta netta di Renzi nel referendum costituzionale il governo-fotocopia di Gentiloni ha varato otto decreti applicativi di tale legge, ignorando ogni forma di dialogo con i protagonisti dell’istruzione pubblica e ogni revisione significativa della 107, al di là di caramellose promesse della ministra Fedeli di neo-concertazione con i 5 sindacati rappresentativi.
Entriamo un po’ nel merito, vogliamo parlare nel dettagli dei decreti che più di altri potrebbero peggiorare la scuola?
C’è solo l’imbarazzo della scelta. Iniziamo allora dal pessimo sistema di reclutamento dei docenti che non riconosce le abilitazioni già conseguite né il servizio prestato e diventa mero sfruttamento (due anni da apprendisti a 400/500 euro al mese) della professione intellettuale docente.
Per non parlare del decreto sul sostegno con il quale si potrà superare il limite dei 20 nelle classi con studenti diversamente abili e si ridurrà il numero degli insegnanti di sostegno
E poi ci sono le nefandezze contenute nel decreto sull’Istruzione professionale che viene parificata alla formazione professionale extra-scuola gestita dagli Enti locali, con indirizzi di studio minimalisti e meramente esecutivi.
Però sul sistema integrato per la fascia 0-6 anni sembra esserci interesse da parte degli enti locali e gli stessi sindacati confederali hanno mostrato di apprezzare.
I fatti sono questi: con il sistema integrato 0-6 anni i servizi educativi e di istruzione saranno ancora più costosi per le famiglie. Inoltre il decreto unifica sotto l’egida degli enti Locali asili-nido, scuole materne comunali e dell’Infanzia statali e abbassa notevolmente il livello della scuola dell’Infanzia pubblica (una delle migliori del mondo) trasformando la didattica in “servizio” meramente “custodialistico” (una sorta di “babysitteraggio”), con gravi rischi per i ruoli delle insegnanti, creando caos gestionali in scuole primarie già sovraccariche di pesi e di ruoli.
E del decreto su valutazione ed esami di stato cosa pensate?
Per sostenere l’esame di Stato sarà obbligatorio aver svolto gli assurdi quiz Invalsi i cui esiti verranno poi riportati nel curriculum degli studenti e potranno essere consultati dai datori di lavoro.
Insomma negli 8 decreti non c’è davvero nulla di buono ed è per questo che invitiamo il personale della scuola a dare un segnale forte al Governo.
Ma la vostra piattaforma va anche oltre. Vuole riassumerla?
Oltre al ritiro delle deleghe, avanziamo anche numerose altre richieste: mobilità gestita con titolarità su scuola, destinare alla contrattazione nazionale i fondi del “merito”, della Carta del docente e del Fondo di istituto, assunzione dei precari con almeno 36 mesi di servizio, blocco della manovra sulle “reti di scuole”, eliminazione dei test Invalsi, riconoscimento al personale del diritto di partecipare ad assemblee indette da qualsiasi sindacato e modifica delle regole per le elezioni delle RSU (introduzione di un sistema voto a livello di scuola e voto nazionale per determinare la rappresentatività dei sindacati ai doversi livelli).
Per la verità in rete non mancano critiche alla decisione dei sindacati di base di indire lo sciopero per il 17 marzo, e cioè nello stesso giorno in cui il Parlamento dovrà adottare i propri pareri sugli schemi dei decreti applicativi della legge 107. Cosa rispondete su questo punto?
E’ una critica pretestuosa perché in realtà il 17 marzo si chiude solo il primo tempo di una partita complessa e delicata dal momento che, a partire dal giorno successivo, tutto sarà nelle mani del Governo al quale spetta la parola definitiva. Se il 17 marzo la scuola si ferma, come noi auspichiamo, il Governo dovrà tenerne conto e potrebbe anche decidere di sospendere l’approvazione definitiva dei decreti. E’ una occasione importante che docenti e Ata non possono farsi sfuggire, a meno che non si voglia continuare a giocherellare ai tavoli contrattuali per far finta di ottenere deroghe alla legge 107. Deroghe che non possono essere ottenute in quel modo, neppure dopo l’approvazione del decreto Madia che modifica il testo unico sul pubblico impiego.
E veniamo alla polemica degli ultimi giorni, quella relativa allo sciopero dell’8 marzo proclamato dal movimento internazionale Nonunadimeno e al quale ha aderito la Flc-Cgil
Quella dell’8 marzo è una vera e propria pantomima.
La Cgil proclama uno sciopero ‘per le donne’ , ma solo della scuola (come se le donne non lavorassero anche altrove). Del resto, se la Flc-Cgil aderisce alla giornata internazionale, ben nota da mesi, perché ha aspettato il 23 febbraio per proclamare lo sciopero?
La verità è che lo sciopero dell’8 marzo serve solo come tentativo di disturbo contro la protesta unitaria del sindacalismo di base del giorno 17.
a cura di Reginaldo Palermo