Intervista a Federico Bellono, segretario provinciale Fiom-Cgil
Il contratto metalmeccanici per il triennio 2016-2019 è stato siglato il 26 novembre con soddisfazione delle parti, inclusa la Fiom-Cgil che torna alla firma dopo due accordi separati.
Nell’articolo Finalmente il contratto, Federico Bellono, ha sintetizzato per variventuali i punti salienti dell’accordo, ricordando che la parola finale sarà comunque quella dei lavoratori che si esprimeranno nelle assemblee dal 19 al 21 dicembre.
In attesa dei risultati dei referendum nelle aziende metalmeccaniche, poniamo a Bellono alcune domande in merito alla critiche all’accordo arrivate da alcune Fiom territoriali.
varieventuali: Una delle principali critiche all’accordo riguarda gli aumenti salariali che vengono definiti una sorta di “scala mobile al contrario, tutta a perdere per i lavoratori e le lavoratrici. In una fase di deflazione come quella attuale, significa avere aumenti bassissimi e, per la prima volta, non certi ma soltanto prevedibili.”, leggiamo su un volantino, dove si ricorda anche che le richieste salariali della piattaforma Fiom erano ben altri. Viene contestato inoltre il dato di aumento complessivo di 92 euro, in quanto sono solo 51 gli euro di aumento vero e proprio, mentre le altre voci sono legate al welfare aziendale: 7,69 euro su COMETA (che vanno però soltanto agli iscritti, circa il 40% dei metalmeccanici), 12 euro sulla sanità integrativa (di cui però una parte provengono dai soldi già previsti per Metasalute nel 2012), 13.6 euro di welfare (i cosiddetti buoni carrello) e la quota per il diritto alla formazione continua. La Fiom è sempre stata contraria ad aumenti non reali, è questo il risultato di un compromesso?
FB: Devo fare almeno due premesse. Intanto considero per lo meno improprio che alcune strutture della Fiom, per quanto minoritarie, intervengano su un’ipotesi di accordo, mentre i lavoratori la stanno già votando nelle assemblee. C’è una fase di discussione interna a cui segue una decisione, dopodiché la parola passa ai lavoratori. In secondo luogo, i contratti sono per definizione frutto di un compromesso, e non si può non tener conto che Federmeccanica voleva seguire – seppur con modalità diverse – la stessa strada della Fiat, e l’alternativa non era che altri facessero il contratto senza di noi, ma che il contratto non si facesse proprio.
Per quanto riguarda il salario è chiara la differenza tra gli aumenti in paga base e il costo per le aziende del contratto, che comprende anche le altre voci che hai elencato. Sono due cose diverse, e così vengono illustrate ai lavoratori. Il fatto che siamo in deflazione è ovviamente un problema nel determinare l’entità degli aumenti: vorrei ricordare, però, che negli ultimi 25 anni i contratti nazionale hanno sempre e solo recuperato l’inflazione, che era più alta. Per il resto credo che occorrerebbe un po’ di equilibrio nel giudizio, anche perché non capisco il motivo per cui alcuni strumenti di welfare vanno bene in alcune aziende – vedi il glorioso fondo di solidarietà Olivetti – , mentre diventano disdicevoli se sono previsti nel contratto nazionale, e quindi vanno a beneficio di tutti i metalmeccanici. Tra l’altro in Cometa, che riguarda un numero crescente di lavoratori, i contributi che aumentano sono quelli a carico delle sole aziende, mentre il fondo sanitario è addirittura unicamente a carico delle aziende, e riguarda anche i famigliari. Non c’è dubbio tuttavia che questi strumenti sono stati fortemente incentivati a livello legislativo.
varieventuali: Un’altra obiezione riguarda le modalità di assorbimento degli aumenti: “Prevedere l’assorbimento delle quote in cifra fissa dei futuri contratti nazionali costituisce una oggettiva accettazione della volontà di Federmeccanica di rendere i premi di risultato totalmente variabili. Si subiscono nei fatti le norme previste dai due contratti separati sottoscritti da Fim e Uilm vanificando la battaglia condotta in questi anni dalla Fiom in difesa del contratto nazionale e dei diritti.”, si legge in una nota. Cosa puoi dire sul punto di arrivo dell’accordo rispetto agli assorbimenti?
FB: Formalmente i premi di risultato sono da anni variabili, anche per beneficiare della tassazione al 10% prevista per questa parte del salario aziendale. Questo non impedisce che nei fatti quote di premio siano comunque garantite. Federmeccanica voleva rendere assorbibili dagli aumenti del contratto nazionale gli scatti di anzianità, tutte le voci salariali fisse anche frutto di precedenti contrattazioni. In definitiva l’assorbibilità potrà riguardare solo parti fisse di contrattazioni individuali (come peraltro avviene da sempre) o collettive. Perché dico potrà? Perché si potrà stabilire la non assorbibilità degli aumenti aziendali. E in ogni caso è escluso tutto ciò che serve a remunerare la prestazione di lavoro: indennità, maggiorazioni per turni o straordinari.
varieventuali: Vengono anche evidenziati una serie di peggioramenti, come l’obbligo della pianificazione preventiva dei permessi legge 104, l’innalzamento dell’età massima per cui i trasferimenti potranno avere carattere obbligatorio, il timore che in una fase successiva dell’applicazione vi sarà per le aziende la possibilità di demansionamenti. E’ proprio così? Il contratto metalmeccanici finora è quello che maggiormente tutela i lavoratori e le lavoratrici, dobbiamo aspettarci un graduale livellamento verso il basso?
FB: Francamente mi sembra un processo alle intenzioni: forse, oltre ai volantini di chi spara nel mucchio, andrebbe letta l’ipotesi di contratto, almeno nelle sue parti principali, per poterla giudicare: questo vale anche per i permessi previsti dalla legge 104 o l’inquadramento, dove trovo le preoccupazioni espresse del tutto infondate. Il contratto nazionale resta l’unico strumento solidale di tutela per tutti i metalmeccanici, e averlo fatto può rappresentare un modo per contrastare un peggioramento delle condizioni, che la crisi ha reso ancor più evidente, indebolendo i lavoratori. I quali, avendo anche scioperato per ottenerlo, sanno meglio di chiunque altro in quale contesto è maturato. E il nuovo contratto può tornare utile, in prospettiva, anche a chi – come i lavoratori di Fca – non ne beneficia, avendo previsto il voto dei lavoratori, a cui il contratto di Fca non è mai stato sottoposto, e aumenti retributivi fissi, che in Fca non sono più contemplati, bensì interamente sostituiti da premi legati al raggiungimento degli obbiettivi aziendali.
Ringraziamo Federico Bellono per l’intervista che ha aggiunto elementi di approfondimento sull’accordo. Daremo notizia dei risultati del referendum fra i lavoratori a partire da giovedì 22 dicembre.
a cura di Cadigia Perini