Giovedì 20 settembre si è tenuto il consiglio comunale tra discussioni sul reddito di inclusione, piste ciclabili, verde comunale, nomine di fondazioni e del garante dei diritti dei detenuti, ma il vero argomento è stata la bocciatura della mozione sui migranti. Astenuta tutta la maggioranza, favorevole tutta la minoranza
Il Comune d’Ivrea potrebbe non proseguire più l’esperienza dello SPRAR né tanto meno il modello di accoglienza diffusa sul territorio. È questo lo spettro che incombe sulle politiche di accoglienza dopo la votazione del consiglio comunale di giovedì 20 settembre dove la mozione sottoscritta da Maurizio Perinetti (PD), Francesco Comotto (ViviamoIvrea) e Roberto Ricci (lista Cambiamo Insieme) nella quale si chiedeva che venisse rinnovato il Protocollo d’intesa tra la Prefettura di Torino e il consorzio InReTe (ormai prossimo alla scadenza), nonché confermata la prosecuzione del progetto SPRAR è stata, de facto, respinta dalla maggioranza con voto di astensione. Favorevole e compatta, pur con sensibilità differenti, la votazione della minoranza, anche con l’appoggio dello stesso consigliere Massimo Fresc nonostante il M5S non avesse sottoscritto la lettera aperta e avesse, anzi, ribattuto con un comunicato stampa per prenderne le distanze.
La discussione in aula
«L’obiettivo di questa mozione è fornire una linea d’indirizzo all’amministrazione comunale molto importante» ha aperto Perinetti, aggiungendo: «due numeri: lo Sprar gestisce 29 persone, i CAS circa 380 che fa un po’ più di 400 e che il limite fornito dalla Prefettura è di circa 500, quindi meno di quello assegnato». Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Comotto, che ha aggiunto: «un auspicio: vorrei che si andasse verso un sistema di accoglienza diffusa, ovvero indirizzare il modello dei CAS verso il modello SPRAR per una migliore integrazione e migliore accoglienza». Tra gli altri punti sostenuti dalla minoranza in difesa della mozione, Perinetti, incalzato dalla maggioranza sul tema della cooperative, ha poi dichiarato: «Ad oggi non ci sono sofferenze in canavese che si riscontrano in altri territori, segno che le scelte del territorio sono state fatte in modo positivo. È proprio questo sistema che garantisce il controllo e che ha permesso di buttare fuori alcune cooperative».
Le argomentazioni della maggioranza sono state sostenute dalla sola consigliera Anna Bono, che dimostrando astuzia dialettica, ha ribattuto: «Io capisco le motivazioni di questa mozione, ma il problema è che chiede di assumere degli impegni che non siamo in grado di prendere. Noi non possiamo impegnarci a mantenere questo modello di accoglienza diffusa perché non sappiamo se il governo Conte deciderà di mantenerlo o sceglierà altre direttive che dovremo seguire».
L’amministrazione eporediese, sul sociale, è succube della Lega
Ammesso e non concesso che il Ministro dell’Interno riesca a presentare in tempi brevi il “decreto immigrazione” su cui sta lavorando, le parole della consigliera Bono evidenziano una totale adesione al volere del segretario della Lega. Sul tema dell’immigrazione l’attuale amministrazione eporediese rischia di subire un pressante condizionamento nazionale, più di quanto non accadesse con il Partito Democratico. Altrimenti non si spiegherebbe la dubbia e rapida dimissione del consigliere di maggioranza Roberto Ricci che, pur motivando la scelta per motivi personali, per aver sottoscritto la mozione sui migranti pare sia stato interpellato dallo stesso Salvini, a dimostrazione di quanto ferrea e intransigente sia la linea che la Lega intende adottare in tutto in paese.
Lo stesso sindaco Sertoli si è lasciato scappare una malcelata insofferenza verso la scelta di astenersi dall’approvare questa mozione quando ha dichiarato: «sono pronto ad atti forti, ma credo che sul tema ci voglia ancora un attimo di riflessione». L’atteggiamento tenuto nei confronti della delegazione “Non in mio nome” lo scorso 6 settembre è stato completamente azzerato da questo consiglio comunale, segno di come al di fuori delle buone e sincere intenzioni del sindaco, l’ultima parola su certi argomenti spetti proprio alla Lega.
Le associazioni si facciano sentire
Le scelta di presentare questa mozione a firma PD (oltre che ViviamoIvrea e Cambiamo Ivrea) ha, probabilmente, ipotecato l’esito di questa votazione. Non che potesse avere qualche chance di passare in consiglio comunale, ma la Lega ne ha subito approfittato per spostare l’attenzione sul fatto che questa fosse una “mozione PD“, come ha scaltramente dimostrato l’on. Alessadro Giglio Vigna commentando su facebook, poche ore dopo il consiglio comunale: «Questa sera il Consiglio Comunale di Ivrea ha discusso e bocciato una mozione del pd sul tema immigrazione, naturalmente l’impianto della mozione era sulla linea pd sul tema».
L’unica possibilità di disinnescare questa “ideologizzazione della mozione” spetta alle innumerevoli associazioni del territorio che al di là della logica “PD sì, PD no” hanno voluto rimarcare il proprio dissenso in piazza contro le scelte dell’attuale Ministro dell’Interno e affermare la propria fiducia verso un sistema d’integrazione territoriale che ha prodotto più risultati che problemi.
In tal senso si muovono le parole del comunicato stampa prontamente inoltrato ai giornali dalle associazioni come risposta all’esito del consiglio comunale: «le nostre associazioni continueranno comunque il loro impegno, consapevoli che potrebbero trovare nell’amministrazione comunale un ostacolo anziché un sostegno, ma sapendo che invece non mancherà il sostegno delle tante cittadine e cittadini che considerano doveroso e giusto non solo soccorrere ogni persona in difficoltà, ma anche accoglierla e aiutarla a integrarsi nella certezza di un reciproco vantaggio.».
Il casus belli della Lega contro le innumerevoli associazioni eporediesi è stato, infine, aperto e queste parole lasciano presagire quel che potrebbe diventare un autunno di opposizione sociale.
Andrea Bertolino