Dare risposta alla richiesta di una “sinistra radicale”, unita, alternativa al centro-sinistra
Forse mai come oggi si avverte la necessità di una proposta di radicale cambiamento sociale, ma le sinistre (nonostante la funzione chiarificatrice della segreteria Renzi sulla mutazione strutturale e irreversibile in senso neoliberista del PD) appaiono ancora divise sul piano della tattica elettorale. Lo sono anche su quello delle proposte?
Ci troviamo oggi, ma non da oggi, in una situazione sociale grave e in continuo peggioramento a causa delle politiche liberiste che in Italia sono iniziate ben prima che negli altri paesi europei,
dopo un lungo periodo di immobilità, negli ultimi mesi possiamo assistere a piccoli segnali di movimento dal basso, fra gli studenti, i lavoratori precari e sfruttati, il movimento delle donne, i movimenti di opposizione ai trattati commerciali internazionali. Accanto a nuove, ancora deboli e parziali mobilitazioni, si inserisce la forte richiesta di una “sinistra radicale”, unita e alternativa al centro-sinistra sempre più allineato a politiche centriste neoliberiste piuttosto che a quelle della solidarietà e giustizia sociale, proprie della sinistra. Occorre per questo dar vita ad una soggettività democratica e partecipata, che non chieda scioglimenti o abiure a nessuno ma parta dagli elementi condivisi: attuare la Costituzione nata dalla resistenza. In Italia si tratta di valorizzare tutti i percorsi unitari sin quei costruiti, dalle città in comune alle città ribelli, con l’obiettivo di dar vita ad un processo di aggregazione, uno solo e non tre o quattro, perché l’unità è la condizione per avere una credibilità e quindi per dar vita ad un processo abbastanza ampio da diventare uno spazio pubblico, partecipato. Oggi questo dovrebbe essere più facile con lo straordinario risultato al referendum costituzionale reso possibile da una mobilitazione popolare, guidata dall’ANPI, che ha visto una grande partecipazione.
Quali sono state le principali attività del vostro circolo nel territorio locale in questi anni? Su quali temi? Con quali settori sociali?
Il nostro circolo di una trentina di iscritti e alcuni simpatizzanti che collaborano con noi nelle iniziative, senza rappresentanza nell’amministrazione comunale dal 2013 e in minoranza consiliare dal 2008, ha lavorato negli ultimi tre anni a farsi promotore o aderire a iniziative e campagne politiche su diversi temi: dalla campagna per il rispetto dei risultati referendari sull’acqua con la richiesta al Consiglio Comunale di portare al voto la delibera proposta dai comitati per l’acqua pubblica per la trasformazione di Smat in azienda pubblica, all’adesione al Comitato NO PIRO con la richiesta alla maggioranza consiliare eporediese di esprimersi con un rifiuto a tutti i metodi di trattamento dei rifiuti a caldo. Agli interventi sulla gestione del Consorzio per l’informatizzazione del Canavese (CIC), dove le responsabilità di un fallimento ancora non sono chiare e dove l’amministrazione comunale eporediese avrebbe dovuto spendersi di più e diversamente. E poi gli interventi e sostegno alle crisi aziendali del territorio, dal CIC già citato, ad Innovis, Telis, Olivetti, Comdata.
Nel 2014 abbiamo dato grande impulso alla raccolta firme per le elezioni europee a sostegno della lista L’Altra Europa con Tsipras, impegnati anche in Valle d’Aosta per la difficoltà di quella piccola regione a raggiungere il numero di firme necessarie (spesso collaboriamo con i compagni valdostani). Quella campagna fu un grande successo di partecipazione, così come lo è stata la campagna dell’anno scorso per la difesa della Costituzione. Il nostro circolo è tra i fondatori del Comitato Democrazia Costituzionale di Ivrea e ci sentiamo impegnati a continuare a lavorare insieme alle compagne e ai compagni del comitato per la costruzione di un movimento ampio di impegno per l’attuazione della Costituzione anche nelle pratiche locali.
Vogliamo ricordare anche che dopo otto anni di assenza, abbiamo ripreso nel 2015 la nostra “festa in rosso” una fine settimana alla quale hanno partecipato diverse associazioni amiche con le quali abbiamo condiviso negli anni intenti e iniziative, come l’Anpi e il Centro Documentazione Pace. Abbiamo scelto come luogo il Centro Civico del Quartiere Bellavista, mantenuto vivo dall’assoziazione Bellavista Viva, dove la primavera scorsa abbiamo anche aperto uno sportello sociale per dare supporto negli sgravi nelle denunce dei redditi.
Alle elezioni comunali di Ivrea del 2013 come PRC vi siete presentati nella coalizione che candidava sindaco Della Pepa. Lo rifareste?
Nel 2013 vi era una parte di noi che già intravvedeva le difficoltà, se non l’impossibilità, di incidere a sinistra nelle politiche del PD, a conferma di ciò il nostro congresso di fine 2013 sancì chiusa per sempre quella stagione. Ad Ivrea tentammo la costruzione di una proposta politica alternativa insieme a chi si stava muovendo al di fuori del PD, ma troppi veti incrociati furono messi in atto perché ciò si realizzasse. Iniziò così per il nostro circolo un percorso programmatico con il PD, le differenze di visione politica erano tante, ma si volle provare ancora una volta ad esserci, come pure decise anche Sel, con la quale purtroppo non riuscimmo a presentarci in lista unica. Come andò a finire è noto. E rispondendo alla domanda, no oggi non lo rifaremmo.
Che giudizio date su questo secondo mandato dell’amministrazione Della Pepa a Ivrea?
Possiamo dire che il secondo mandato di Carlo Della Pepa non è mai decollato, e anzi si è mosso con difficoltà crescenti di pari passo con le divergenze interne al partito di maggioranza e a rimetterci è stata anzitutto la città, bloccata in tante situazioni importanti per il suo sviluppo.
Percepiamo un’amministrazione lontana dai cittadini, incapace di coinvolgere, nemmeno su un progetto comune come quello della candidatura Unesco. Un’amministrazione che sembra non avere un progetto di lungo termine su tanti settori fondamentali per la città: dal sociale, al commercio, alla mobilità, alla cultura, alla salvaguardia e sviluppo occupazionale.
Il prossimo anno si torna a votare per il sindaco e il consiglio comunale eporediese. Contate di presentare una lista del PRC? E se il PD locale vi proponesse di discutere insieme il prossimo programma elettorale valutereste la possibilità di presentarvi in coalizione con quel partito?
Per quanto detto finora, è assolutamente esclusa una coalizione con il PD, ad Ivrea come in tutt’Italia, anche a livello locale, appunto. Siamo invece sicuramente a disposizione per costruire una lista alternativa plurale, sul modello delle Città in Comune diffuse in tutto il paese.
Ritenete possibile lavorare alla costruzione di una lista che unisca sui contenuti forze diverse e che magari si presenti alle elezioni locali senza simboli di partito?
Ribadiamo la nostra disponibilità proprio in questa direzione. Dobbiamo uscire dall’immobilismo, tocca alla città reagire con le sue forze politiche e associative accumunate da un’idea di amministrazione pubblica trasparente e al servizio dei cittadini, includente e con progettualità sociale e culturale. E’ necessario compattarsi superando divisioni, pregiudiziali e veti del passato per produrre, con i cittadini e le cittadine, una proposta comune, alternativa al PD, per la guida della città. Noi, Rifondazione Comunista, ci siamo.
a cura di fz