Scriveva Kofi Hannam: “I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità.”
Eppure sono ancora milioni le donne aggredite, picchiate sfregiate, mutilate e perseguitate a cui viene limitata la libertà o che vengono uccise. 106 femminicidi accertati ad oggi, in Italia. La più giovane aveva 13 anni la più anziana 95.
Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, data importante per creare maggiore consapevolezza in chi la subisce ma anche in chi la esercita, per far sì che certe azioni distruttive nei confronti di donne e ragazze non rimangano più sotto traccia e impunite e che le stesse non vengano stigmatizzate per il fatto di aver avuto il coraggio di denunciare.
La violenza di genere, nelle sue infinite declinazioni, dalla violenza fisica, psicologica, economica, fino alla odierna violenza digitale, mina la dignità, l’integrità mentale e fisica e, troppo spesso, la vita di un numero inestimabile di donne, molte delle quali sovente, non si risolvono a sporgere denuncia. Denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio.
Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo, assicurando le necessarie risposte in tema di sicurezza, protezione e recupero. La violenza non solo indebolisce le donne ma mina le basi della società intera, ed è qui che mi inserisco come Assessora con la delega alle pari opportunità, con il mio impegno, ma devo dire di tutta l’amministrazione, costante e intenso, per combattere gli stereotipi sessisti e aiutare gli uomini a fare propria la lotta contro le discriminazioni basate sul sesso e la violenza contro il genere femminile.
Esiste il diritto alla felicità, DIRE BASTA ALLA VIOLENZA è rompere il silenzio sui maltrattamenti, fisici e morali, che molte donne nel mondo sono costrette a subire ogni giorno.
Noi abbiamo scelto di farlo, in questo mese, accompagnando i diversi eventi che si susseguiranno in questi giorni, con la mostra di Anarkikka, al Museo Garda, fatta di tavole che usa immagini e pensieri che rafforzano una narrazione sbagliata della sopraffazione. Attraverso la firma del protocollo al Vademecum della Città Metropolitana sulle molestie sessuali nel mondo del lavoro, impostando le linee guida per un utilizzo non discriminatorio del linguaggio, il bilancio di genere e l’adozione dell’identità ALIAS e una campagna informativa “Se hai bisogno di aiuto chiama il numero 1522” esposta in tutta la città.
Porre fine alla violenza contro le donne riconoscerne la capacità di autodeterminazione sono questioni che interpellano la libertà di tutti.
Gabriella Colosso, assessora con delega alle Pari opportunità