È la nuova misura di contrasto alla povertà. È rivolta a famiglie in condizioni di disagio economico e prevede l’erogazione di fondi, ma ci sono dei requisiti
Che cos’è il SIA?
Il Sostegno per l’Inclusione Attiva è una misura di contrasto alla povertà che è stata da poco “inaugurata” in Canavese. È stata pensata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per cercare di contrastare la povertà dilagante; è stata successivamente “recepita” dalla Regione Piemonte che ha destinato una parte dei fondi previsti per questa misura al territorio Canavesano. La misura prevede un sostegno economico a famiglie in condizioni di fragilità sociale che, in cambio, accordano metodi e tempi per riorganizzare attivamente la propria situazione (cercare lavoro, qualificarsi, seguire corsi di formazione ecc…).
A chi si rivolge?
È rivolta alle famiglie in condizioni di fragilità sociale e disagio economico nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile o una donna in gravidanza.
Quali sono i requisiti per accedere a questi fondi?
Ci sono due macro categorie per entrare nel SIA. La prima riguarda la nazionalità. Occorre essere:
- cittadini italiani
- cittadini comunitari
- familiari di cittadini italiani o comunitari, non aventi la cittadinanza in uno Stato membro, titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente
- cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo
- titolari di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria) residenti in Italia da almeno due anni
In secondo luogo vengono richiesti, al nucleo familiare, dei riquisiti più specifici:
- avere almeno una persona di minore età, un figlio disabile o una donna incinta (se è l’unico requisito posseduto occorre che manchino non meno di quattro mesi dalla presunta nascita)
- avere un ISEE non superiore a 3.000€
- non percepire eventuali indennità assistenziali o previdenziali superiori a 600,00€ mensili
- non percepire: 1) Assicurazione sociale per l’impiego (NASpl); 2) Assegno di disoccupazione (ASDI); 3) Carta acquisti sperimentale; 4) Altro ammortizzatore sociale di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria
- non possedere autoveicoli immatricolati la prima volta nei dodici mesi antecedenti la richiesto e/o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc (250 cc in caso di motoveicoli) immatricolati la prima volta nei 3 anni precedenti la richiesta
Come e a chi occorre rivolgersi per fare domanda?
Il modulo da compilare è scaricabile dal sito del Ministero del Lavoro o direttamente da qui. Va compilato e presentato al Comune di residenza che, una volta verificati i requisiti, si impegna ad inviare la documentazione all’INPS entro 15 giorni lavorativi.
L’INPS, entro i successivi 10 giorni, contro-verifica a sua volta la domanda e attribuisce un punteggio. Qui trovate la tabella per consultare i criteri del punteggio. Se sono stati raggiunti almeno 45 punti si può procedere e “la palla passa” in mano alle Poste Italiane. Quest’ultime provvedono a fornire al titolare la Carta di pagamento elettronico SIA, una carta elettronica che sarà ricaricata ogni due mese e per la durata di un anno. La Carta SIA permette di fare acquisti e pagare bollette elettriche e del gas e fornisce anche uno sconto del 5% sugli acquisti nei negozi e nelle farmacie convenzionate. Non può essere usata per prelevare contanti.
A quanto ammonta il sostegno economico?
L’importo varia a seconda del numero dei componenti della famiglia e può variare se sono simultaneamente attive altre prestazioni con analoghe affinità. Ogni componente riceve 80€: 2 componenti 160€, 3 componenti 240€, 4 componenti 320€ e 5 o più membri 400€.
Chi fa richiesta deve attivare un progetto di attivazione sociale e lavorativa
Lo scopo del SIA è quello di dare nell’immediato un sostegno economico alla famiglia interessata, ma simultaneamente far sì che i componenti del nucleo familiare tornino ad essere attivi, non passivi alla misura. Per questa ragione l’erogazione dei fondi richiede necessariamente un patto: la famiglia riceve i soldi, ma accetta e concorda un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa che deve partire entro 60 giorni dall’accreditamento del primo bimestre.
Andrea Bertolino