Coltivare la diffidenza o porsi qualche domanda?

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Circolo Brat

L’iniziativa organizzata da Circolo Brat il 19 giugno ha suscitato interesse: una buona partecipazione (che per un’iniziativa dichiaratamente politica di questi tempi non è poca cosa), successivi riscontri positivi e anche alcune severe critiche.

Provare a capire e rispondere a queste ultime ci pare importante.
Consente infatti di aggiungere elementi di chiarezza, di spiegare meglio il senso di Circolo Brat e, anche, di rilanciare qualche ulteriore riflessione.

Nel presentare la nostra iniziativa abbiamo espresso la convinzione che, per ritrovare il senso di un cammino collettivo, sia necessario partire dal riconoscere le ragioni degli altri, dalla laicità del confronto, dal riconoscere bisogni e interessi delle persone della nostra comunità, quella vera e larga che va oltre i partiti. Per noi, una dichiarazione che non è una frase vuota ma la precisa indicazione di come vogliamo lavorare.

Un elemento però consente di rendere vero e proficuo tale cammino: l’idea che si debba superare le reciproche e legittime diffidenze per provare a capire se e dove ci siano terreni comuni da coltivare. E’ sicuramente più complicato e difficile, obbliga a interrogarsi e a rinunciare a qualche certezza, ma ci pare l’unica strada percorribile.

Circolo Brat si è presentato dichiarando che intende dare un contributo alla costruzione di un’agenda per Ivrea: per noi ciò significa essere parte tra le parti, nessuna ricetta pre elettorale già definita, nessuna tattica strumentale pensata per ridurre gli altri a comparse di servizio.

Ci interessa e lavoreremo per un progetto concreto per la città.
Partendo dai suoi problemi, dal tentativo di dare forma a proposte su cui lavoriamo da anni, dai temi e dai valori che crediamo costituiscano l’inevitabile e insuperabile perimetro di una politica di sinistra.

Superando i limiti, che per primi riconosciamo, di una politica partitica spesso asfittica, ma che non crediamo vada ridotta un po’ troppo semplicisticamente a male supremo e soprattutto assunta a discriminante che impedisce di partecipare a pieno titolo alla costruzione di tale progetto.

Considerare come elemento secondario il riferimento al quadro politico nazionale, non è quindi un modo di nascondere scomode appartenenze (che per molti scomode peraltro non sono) ma il tentativo di invertire le priorità e ripartire da una politica di vicinanza senza che un quadro confuso e in trasformazione, quello nazionale, soffochi percorsi ed esperienze positive che a livello locale possono realizzarsi.

Fatta, ci auguriamo, maggior chiarezza sul senso e sulla visione che ispira l’iniziativa di Circolo Brat, vogliamo però cogliere l’occasione offerta da alcune considerazioni presenti nell’articolo di varieventuali e in un commento del Segretario cittadino di Rifondazione Comunista, per fare alcune riflessioni e porre qualche domanda.

Il riferimento al “civismo” per noi significa allargare lo sguardo e costruire un dialogo con le tante realtà che, in ogni città, s’impegnano nella gestione di attività e beni della comunità.
Una realtà ricca, eterogenea, con visioni anche divergenti, spesso segnate da un differente rapporto con le amministrazioni locali.
Non è un po’ troppo semplicistico trattarle come un unico mondo indistinto?
Non è forse presuntuoso confezionare delle risposte assumendo il ruolo di portavoce di realtà che forse non condividono tali conclusioni? Non è forse un po’ troppo partigiano decidere che le posizioni di alcune realtà associative, le iniziative da queste assunte, siano le uniche “giuste”?
Si potrebbero fare tanti esempi di una storia diversa (a partire da alcuni tra quelli citati nell’articolo). Siamo convinti che il rapporto con il civismo può assumere tante forme e che sicuramente sfugge a relazioni esclusive.

A seguito dell’incontro del 19 giugno, sui social network si è animata una discussione fatta di molti commenti. Si tratta di uno spazio di confronto e come tale legittimo.
Alle volte però ci pare assuma una centralità eccessiva e soprattutto non aiuti la necessaria dialettica che una discussione politica sana dovrebbe avere.
E’ un tema di cultura e modi della politica che crediamo non secondario.
Abbiamo voluto incontrarci con le persone, anche per rispondere a eventuali critiche e domande: perché prendere spunto da dichiarazioni individuali per trarre conclusioni? Perché rincorrere il commento al commento del commento che svilisce ogni argomentazione?

Nell’articolo di Varieventuali ci sono alcuni passaggi che esprimono in modo abbastanza chiaro l’idea che l’incontro sia legato alla volontà di costruire una qualche forma di relazione con il mondo del civismo perché si avvicina l’appuntamento elettorale delle amministrative di Ivrea.
Idea accompagnata da alcuni commenti che onestamente fatichiamo a comprendere.
Un cambio di amministrazione è inevitabilmente un momento importante che stimola e accelera la costruzione di proposte. Dopo dieci anni si deve aprire un nuovo ciclo e servono energie e progetti nuovi. Noi, come Circolo Brat, ci lavoriamo ormai da due anni e pensiamo di poter dare un contributo importante in termini di idee e proposte. In tal senso il nostro lavoro è si funzionale e strumentale.
Per il resto, come già detto, forse a differenza di altri, non abbiamo già definito né Candidati Sindaci, né liste, né tantomeno alleanze: il richiamo all’idea dell’officina sta proprio ad indicare che pensiamo che questi siano elementi che dovranno venire (se verranno) dopo, al termine di un percorso.

Consentiteci, infine, un riferimento più leggero e anche un po’ provocatorio.
Si parla di sopravvivenza e credibilità.
A parte la fatica di capire a cosa fa riferimento il primo termine, il tema della credibilità e di risposte adeguate ci pare patrimonio comune, purtroppo, di tante esperienze.

Sperando di aver fornito qualche elemento di chiarezza e riflessione, Circolo Brat continuerà il suo lavoro di costruzione di proposte per la città.
Un lavoro che ci auguriamo possa essere accompagnato da confronti e discussioni con tanti.

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