Raffaele Orso Giacone è il nuovo garante dei detenuti per il carcere di Ivrea
Dopo la vicenda che ha visto revocata la nomina di Garante per le persone private delle libertà personale a Paola Perinetto, come già i nostri lettori e lettrici sanno, è stato nominato un sostituto, nella persona di Raffaele Orso Giacone, scelto tra la rosa di candidati già pervenuti all’epoca di insediamento della nuova amministrazione (2018). Abbiamo chiesto a Orso Giacone di rispondere ad alcune domande, che crediamo siano di interesse per chi ha a cuore l’argomento e le sorti della Casa Circondariale di Ivrea.
Qual è la tua conoscenza specifica della casa Circondariale di Ivrea, ad oggi?
Il mio “rapporto” con la casa circondariale è quasi ventennale. Sono entrato con Tino Beiletti, credo nel 2003, a collaborare alla redazione del giornale Alba. Io avevo un passato da giornalista e un presente di grafico e quindi rimasi. Da più di due o tre anni però mi limito a collaborare con il giornale occupandomi della parte grafica e della stampa che – da inizio pandemia – viene fatta all’esterno.
Quali sono i limiti e i problemi che vincolano lo svolgersi di una buona attività in quel tipo di struttura? E quali, invece i lati positivi?
Per quanto riguarda la situazione attuale, non azzardo opinioni o giudizi su persone e situazioni che non conosco.
Credo che il carcere, come tutte le strutture totalizzanti, abbia modalità e sistemi della gestione del potere che si ripetono e per questo siano molto difficili da trasformare. A volte ho ritrovato meccanismi e relazioni già sperimentate in collegi e conventi, ma non mi permetto di indossare occhiali di qualunque colore per guardare una realtà così particolare. Piuttosto ho intenzione di trovare strumenti ulteriori per collegare il carcere con la città amplificando ogni occasione possibile per non nascondere o buttare via le chiavi.
Mi sembra che tutti e troppo facilmente ci tappiamo occhi e orecchie di fronte alle persone private della libertà per la nostra idea di sicurezza e a volte facciamo la ola a quelli che dicono parole forti senza conoscere non solo la costituzione ma neppure a volte un po’ di pietà umana. E penso anche a chi invoca chissà quali punizioni per raccogliere like o illudere votanti paurosi.
Mi piace che il nickname dell’account di posta elettronica che mi ha dato il Comune ([email protected]) sia Servizio Garante. Ecco, credo che questa possa essere una parola che mi può aiutare a raccogliere questa eredità.
Hai già avuto modo di pensare ad un tuo “programma” di lavoro?
Per adesso ho sentito chi mi ha preceduto (che mi ha anche passato alcune delle molte attività che stava svolgendo), ho sentito il garante regionale e ho appuntamenti con le altre figure che sono state o spero saranno determinanti per questo servizio. Non ho ancora programmi di lavoro specifico per i motivi appena detti se non quello di ascoltare, di vedere e poi… riferire. Al consiglio comunale, ai cittadini e a tutti quelli che vorranno ascoltare. Conoscendo il vostro interesse per il carcere, anche dovuto al fatto che gestite la redazione de La Fenice, conto naturalmente anche su Varieventuali come cassa di risonanza per ulteriori comunicazioni da, su e per il carcere.
Auguriamo buon lavoro al nuovo Garante e accogliamo volentieri la sua proposta di essere un canale di informazione costante per quanto metterà in campo in questo ruolo.
Lisa Gino