Martedì 4 aprile 2017 ore 15.00, 17.10, 19.20, 21.30
Mercoledì 5 aprile 2017 ore 15.30, 18.00
titolo originale Chocolat / regìa Roschdy Zem / soggetto liberamente tratto dal libro Chocolat clown nègre – L’histoire oubliée du premier artiste noir de la scène française di Gérard Noiriel / sceneggiatura Cyril Gély, Roschdy Zem, Olivier Gorce / fotografia Thomas Letellier / musica Gabriel Yared / montaggio Monica Coleman / scenografia Jéremie D. Lignol / costumi Pascaline Chavanne / interpreti Omar Sy, James Thiérrée, Clotilde Hesme, Olivier Gourmet, Frédéric Pierrot, Noémie Lvovsky, Alice de Lencquesaing, Olivier Rabourdin / produzione Mandarin Cinéma, Gaumont, Korokoro, M6 Films / origine Francia 2015 / distribuzione Videa / durata 1 h e 58’
scheda filmografica 25
L’incredibile storia vera del clown Chocolat, dal circo al teatro, dall’anonimato alla fama. Primo artista nero della scena francese, grazie al duo formato con Footit, Chocolat riscuote grande successo nella Parigi della Belle Époque. Ma i soldi facili, il gioco d’azzardo e la discriminazione razziale gli mostreranno l’altra faccia della medaglia.
La storia vera e un po’ romanzata dal regista di origine marocchine Roschdy Zem e da Cyril Gely sceneggiatore, è divertente e completa di chiaro scuri. (…) Il “quasi amico” Omar Sy è un clown perfettamente consapevole (è nato il 20 gennaio, come Fellini) ed è merito suo, del suo impasto rabbioso d’illusioni, e del partner straordinario James Thierrée, gran nipote di Chaplin, se il film tiene in pugno emotivamente, senza peccare mai di lacrima facile, ed è un non banale ritratto della società al bivio: certi che si chiami Belle Époque?
(Maurizio Porro)
Mister Chocolat è un biopic sull’avanspettacolo parigino ai tempi della Belle Époque coloniale, una commedia drammatica che con accademismo hollywoodiano osa poco e genera consenso. Nel nuovo film di Roschdy Zem (l’autore di Omar m’a tuer) lo spettacolo è assicurato con due protagonisti dall’indubbia presenza scenica: Omar Sy presta corpo, voce e sorriso al clown Chocolat, il primo nero, figlio di schiavi cubani, ad essersi affermato come una star nella Francia degli anni ’10. Non a caso, il ruolo è stato affidato al primo attore nero che si possa definire una star nel cinema francese contemporaneo. James Thiérrée, nipote di Charlie Chaplin, abile acrobata e attore di teatro, interpreta invece il compagno di scena Footit, la controparte “bianca” del famoso duo circense.
(…) Roshdy Zem integra la parabola morale nella commedia popolare. Fa di Chocolat un pioniere dell’antirazzismo a posteriori, e ne siamo tutti contenti. Eppure, a distanza di un secolo esatto da quell’epoca storica, il film non sorprende più di tanto. Conosciamo il colonialismo, brucia come una ferita, pesa come un fardello. Ma non troppo, si direbbe. La scena in cui Omar Sy, con la sua pelliccia da nuovo ricco e la sua donna occidentale, osserva un gruppo di africani seminudi, letteralmente in mostra nel villaggio ricostruito all’Exposition Coloniale, è emblematica. La distanza – economica, linguistica, culturale e sociale – tra i soggetti ingurgitati dalla società occidentale e gli individui ai margini, fa parte di un meccanismo storico di esibizione ed esclusione, sfruttamento e auto-legittimazione. La società di oggi non si allontana poi molto da questa logica: confina e condanna l’alterità, vantandosi non più degli zoo umani, ma dei centri di identificazione per immigrati.
(Guglielmo Scafirimuto)