Martedì 12 dicembre 2017 ore 15.00, 17.10, 19.20, 21.30
Mercoledì 13 dicembre 2017 ore 15.30, 18.00
Titolo originale The Beguiled / regìa Sofia Coppola / soggetto dal romanzo omonimo di Thomas Cullinan / sceneggiatura Sofia Coppola / fotografia Philippe Le Sourd / musica Laura Karpman, I Phoenix, dal Magnificat di Monteverdi / montaggio Sarah Flack / scenografia Anne Ross / costumi Stacey Battat / interpreti Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning, Oona Laurence, Angourie Rice, Addison Riecke, Emma Howard, Wayne Pére, Matt Story, Joel Albin / produzione Youree Henley, Sofia Coppola, per American Zoetrope / origine USA 2017 / distribuzione Universal / durata 1 h e 31’
Stato della Virginia 1864, in piena Guerra Civile. Il caporale nordista Jonathan McBurney, gravemente ferito, viene rinvenuto in un bosco dalla giovane studentessa Amy e accolto nell’isolato collegio femminile poco distante. La presenza maschile porterà presto ad un crescendo di seduzioni, gelosie e vendette.
Remake cerebrale del più carnale La notte brava del soldato Jonathan di Don Siegel (1971), il (…) film di Sofia Coppola è una commedia nerissima dalle atmosfere gotico-sepolcrali che nessun altro all’infuori di lei avrebbe potuto firmare. A emergere, infatti, sono più le dinamiche di gruppo al femminile che non gli elementi del plot, non solo in quanto già noto ma perché esile e prevedibile. Coppola jr riveste da sudiste americane le sue vergini suicide piuttosto che la sua regina decapitata in un gioco al massacro, sottile e seducente, calcolatore e spietato.
Cast perfetto, confezione impeccabile e regìa compatta, peraltro premiata a Cannes 2017: compitino meritevole che tuttavia manca di sorprese.
(Anna Maria Pasetti)
Non stupisce che il soggetto di The Beguiled si offrisse a Sofia Coppola come una tentazione. Alla regista de Il giardino delle vergini suicide e di Marie Antoinette sarà apparso in perfetta sintonia con la sua poetica, centrata su personaggi femminili malinconici e afflitti da spleen, il microcosmo in cui si svolge la vicenda (…). L’adattamento diretto da Siegel era una fiaba malata e perversa, un gioiello dark che non somigliava a nessun altro film. Sofia Coppola ha operato una
specie di lavaggio censorio sia su quello sia sul romanzo, attenuando le tinte fosche e sostituendole con una successione di scene decorative una più dell’altra: che le hanno fruttato un premio (forse eccessivo) per la regìa a Cannes ma che tendono a prendere il sopravvento sulla storia, smorzandone la portata sovversiva e dando al film l’aspetto di un esercizio di stile un po’ languido. Se l’effetto è chic, il tema nodale – il desiderio – perde la sua centralità. Va da sé che la regista ha trattato il soggetto secondo l’angolo visuale che predilige, ovvero la dinamica delle relazioni femminili. Ciò non significa,
tuttavia, che ne abbia dato una versione femminista perché l’esito finale della solidarietà e complicità tra donne, già evidente in Siegel, è declinato in modo inaspettatamente convenzionale. All’attivo del film vanno iscritti qualche replica azzeccata (con doppi sensi che alludono a un certo puritanesimo americano) e un cast seducente.
(Roberto Nepoti)