Martedì 21 febbraio 2017 ore 15.00, 17.10, 19.20, 21.30
Mercoledì 22 febbraio 2017 ore 15.30, 18.00
(Versione originale sottotitolata)
Titolo originale Obce cialo / regìa Krzysztof Zanussi / sceneggiatura Krzysztof Zanussi / fotografia Piotr Niemyjski / musica Wojciech Kilar / montaggio Milenia Fiedler / scenografia Joanna Macha / costumi Katarzyna Lewinska / interpreti Riccardo Leonelli, Agnieszka Grochowska, Agata Buzek, Weronika Rosati, Slawomir Orzechowski, Chulpan Khamatova, Bartlomiej Zmuda, Ewa Krasnodebska, Mattia Mor, Victoria Zinny, Jacek Poniedzialek, Janusz Chabior, Stanislawa Celinska, Maciej Robakiewicz, Tadeusz Bradecki, Bartosz Obuchowicz / produzione Tor Film Prodction, in coproduzione con Revolver Film / origine Polonia, Russia, Italia 2014 / distribuzione Lab 80 film / durata 1 h e 57’
Scheda filmografica 20
Angelo, un giovane manager italiano, s’innamora di Kasia, una ragazza polacca che incontra in un gruppo di preghiera in Italia. La ragazza decide però di prendere i voti e torna in Polonia. Sperando che la donna amata cambi idea, Angelo la raggiunge. Trova un posto di lavoro all’interno di un’importante azienda multinazionale, guidata da Krystyna, una donna emancipata che ha strani e ambigui disegni circa il futuro di Angelo.
Ben tornato cinema polacco. Il 77enne Zanussi, che porta Varsavia e una crisi mistica permanente sulle spalle, torna con un film didascalico dalla voce grossa, manda in porta il goal della devozione (fanciulla isolata dal mondo) e la memoria dello stalinismo. (…) Il mondo senza dignità, metafora non solo polacca: ci salva la preghiera? Nel dubbio Zanussi continua la sua crociata delle due culture, non arriva ad essere Bresson, ma nella parte centrale del film organizza un racconto social melò che ha i suoi momenti di espressiva, manichea realizzazione.
(Maurizio Porro)
Parla il regista
La storia è ambientata in Polonia, ma avevo bisogno di raccontarla attraverso uno sguardo esterno, per questo il protagonista maschile è italiano. Ad interpretare Angelo è Riccardo Leonelli. Lo avevo già avuto con me in una piccola parte nel tv movie Voci interiori e sono tornato a sceglierlo perché avevo bisogno di un volto che esprimesse onestà e pulizia, caratteristiche rare fra gli attori del cinema. Nell’azienda dove lavora, il personaggio si contrappone ad un universo femminile caratterizzato invece da crudeltà e inganni. Ma il mio film non vuole essere misogino, bensì denunciare una certa ideologia estremista del femminismo, che spinge le donne a rincorrere i peggiori vizi maschili.
(…) Sotto il comunismo eravamo senza libertà, ma questo ci distoglieva da qualsiasi responsabilità. Oggi avvertiamo il peso della libertà, perché, a volte, non sappiamo che farne. Esiste una tendenza generale a eliminare la differenza tra male e bene. Ritengo che sia una cultura “comoda”, che esclude il giudizio netto che sa valorizzare e giudicare non l’uomo, ma le sue azioni. Non accetto il predominio delle correnti relativiste: il bene e il male sono distinti. Questo è il motivo per cui ho voluto costruire il film sui contrasti. (…) Nel mio paese, Corpo estraneo ha suscitato enormi polemiche e sono stato additato come un nemico della patria. Sono curioso di verificare come sarà accolto all’estero.
(…) L’unico contesto religioso del film è un convento, una realtà istituzionale, ma a sé stante: per raccontarla mi sono ispirato al monastero delle Carmelitane dove vive una mia parente.
(…) Purtroppo in questi anni non è scomparso solo papa Giovanni Paolo II, ma anche tutta una serie di eminenti personaggi della chiesa cattolica polacca, alcuni morti in giovane età. Sono venute a mancare delle figure di riferimento, in questo momento c’è grande confusione nei rapporti fra Chiesa e Stato. Manca un vero dialogo.
(Krzysztof Zanussi)