Martedì 27 febbraio 2018 ore 14.50, 17.10, 19.30, 21.50
Mercoledì 28 febbraio 2018 ore 15.30, 18.00
ATTENZIONE AGLI ORARI
Nell’ospedale universitario di Brest dove lavora, una pneumologa scopre un legame diretto tra una serie di morti sospette e l’assunzione di un farmaco in commercio da oltre trent’anni. L’impervia lotta per la verità inizia in sordina fino a diventare un potente caso mediatico. Film ispirato ai fatti vissuti dalla dottoressa Irène Frachon tra il 2009 e il 2010.
Durata film: 2 h e 8′
Chi va al cinema ha imparato a diffidare della formula «da una storia vera». Abusata ed ambigua, troppo spesso questa frase nasconde le manipolazioni della fiction sotto l’apparenza più nobile e rassicurante del fatto di cronaca. Eppure 150 milligrammi (…), benché sia in buona parte un film ‘di formula’, scritto e girato seguendo brillantemente ma senza troppe invenzioni le regole fissate da molti altri film analoghi, quasi sempre americani, alla fine convince e appassiona. Un po’ per tutto ciò che spezza lo schema quasi sempre troppo perfetto e artificioso del genere – salti di ritmo, digressioni, crudezza insistita delle immagini chirurgiche – un po’ perché la protagonista, la formidabile attrice danese Sidse Babett Knudsen (…), dà a questa dottoressa ostinata e coraggiosa fino alla temerarietà uno slancio, un’umanità, una simpatia, malgrado certi tratti di fanatismo perfino irritanti, assolutamente irresistibili. Tanto che Emmanuelle Bercot, attrice oltre che regista (ma non qui), dunque particolarmente esperta nel dirigere i colleghi, insinua in questa storia vera e terribile ma in fondo rassicurante (sì, a volte la giustizia trionfa) un sottotesto tutt’altro che scontato sulle dinamiche operanti in ogni squadra che decide di sfidare l’ordine dominante. Con un occhio sempre puntato sulle differenze di genere, tanto che il ruolo del posapiano timoroso e fin troppo realista tocca al povero e sempre bravissimo Magimel, debitamente appannato e imbolsito per l’occasione. Mentre a calarsi l’elmetto, con l’entusiasmo e l’incoscienza della neofita, è questa versione femminile di Davide che dovrà farsi male fisicamente, sia pure per caso, per capire davvero in cosa si è cacciata. Anche di questo cambio di fronte parla 150 milligrammi. Ed è anche questo a renderlo più personale e vibrante di quanto la formula solitamente non preveda.
(Fabio Ferzetti)
Indignata passione della troupe femminile, dalla regista Emmanuelle Bercot, medico mancato, alla sceneggiatrice Sèverine Bosschem, all’attrice danese Sidse Babett Knudsen che s’impadronisce del caso per farne un manifesto del malaffare che per una volta viene punito. Siamo a metà tra film sociale e un giallo in attesa di sentenza, con parentesi thriller di un’operazione a cuore aperto. Il racconto incalza, come da tradizione, tratta la realtà come una fiction, con naturale drammatizzazione, riuscendo così a portare la cronaca di una vergogna vera dentro un cinema spesso indifferente agli umani destini.
(Maurizio Porro)