Dopo una lunga pausa estiva durante la quale su questo sito la pubblicazione di articoli e interventi è stata molto ridotta, ritorna l’informazione di varieventuali.
E, visto che si riprende, forse è utile ricordare perché l’informazione di questo giornale si autodefinisce libera, indipendente e partigiana.
Libera perché non c’è nessuno che ci frena, se non noi stessi (e le nostre capacità, disponibilità e competenze).
Indipendente perché contiamo solo sulle nostre forze e sul (fondamentale) contributo libero e volontario dei lettori e dei collaboratori, senza alcun gruppo editoriale o imprenditoriale o forza politica alle spalle, senza alcun sostegno pubblico, né condizionamento da inserzionisti pubblicitari.
Partigiana perché siamo dichiaratamente “di parte”, “prendiamo parte”. Partigiana prima di tutto nel senso più immediato (con la Resistenza e l’antifascismo) e, insieme, dalla parte di chi è privato della libertà di vivere dignitosamente, dalla parte di chi lotta quotidianamente per un lavoro giusto e pulito e per difendere i beni comuni (scuola e salute incluse), dalla parte della cultura “che si mangia”, dalla parte di chi non gira la testa davanti ai soprusi nei confronti del “diverso” e del più debole, di chi resiste all’imbarbarimento e disumanizzazione della società. “Prendiamo parte” dicendo la nostra, e dando voce ad altri, provando a proporre letture diverse della realtà, fuori dal “senso comune” (che si spaccia per buonsenso) e dai luoghi comuni.
Un’informazione, questa di varieventuali, certamente insufficiente e inadeguata di fronte a quanto è accaduto e accade oggi (nel nostro Paese e nel mondo), ma ancor più necessaria per tenere in relazione, cercare di coagulare, rompere la sensazione di solitudine (e conseguente rassegnazione) che vive chi non ha portato “all’ammasso” cervello e umanità.
La bella manifestazione a Ivrea del 27 agosto scorso (di protesta per l’incivile comportamento del governo nei confronti della nave Diciotti e, più in generale, contro l’escalation di odio nei confronti dei più deboli) ha mostrato quanto largamente questa esigenza di relazione sia sentita anche nel nostro territorio. E dice che, pur mantenendo la loro pluralità, le forze per la Resistenza ci sono e possono farcela. Tenerle connesse e dialoganti è uno dei compiti che può ancora svolgere questo giornale che, tra un paio di mesi, compirà il suo 30° compleanno (e due bei regali sarebbero un’iniezione di nuovi redattori/collaboratori e un consistente incremento degli “abbonamenti”).
Redazione varieventuali