Autostrada A5: scaduta la concessione. Bando o gestione diretta del pubblico?

Nel 2016 è scaduta la concessione alla società ATIVA per la gestione dell’autostrada A5. Il decreto Sblocca Cantieri impone il divieto di nuove proroghe; come accade in UE si dovrà andare a bando, ma la Città Metropolitana starebbe pensando ad una gestione diretta. Si apre, inoltre, la possibilità di realizzazione della tangenziale gratuita, ma intanto i lavori di innalzamento autostradale proseguono

«Nessuna proroga alla concessione autostradale in scadenza, anche con progetti in corso: si consente, per le concessioni autostradali già scadute o in scadenza entro trentasei mesi, di poter comunque mettere fine alle concessioni autostradali in scadenza, fare la gara ma poter riutilizzare progetti esistenti e pregressi di interventi cantierati». È grazie a questa norma prevista dal decreto Sblocca Cantieri e pubblicata sul sito del Ministero delle Infrastrutture che si torna a parlare di bando pubblico per l’autostrada A5, attualmente in concessione alla società ATIVA nonostante tale concessione fosse già scaduta nel 2016.

Perché una gara pubblica per l’autostrada può essere una buona notizia?

La fine delle proroghe della concessione ad ATIVA viene accolta oggi positivamente da quelle forze politiche e associazioni che per anni hanno continuato a chiedere che l’autostrada venisse messa a gara pubblica, come d’altronde richiesto anche dall’Unione Europea. Questa notizia apre seriamente alla possibilità di poter vedere realizzata la “tangenziale gratuita” eporediese, un progetto fortemente voluto e auspicato dal M5S d’Ivrea, sul quale sono state raccolte in passato circa 1.400 firme e su cui il consiglio comunale eporediese ha approvato lo scorso 22 novembre un ordine del giorno a firma M5S ed emendato da ViviamoIvrea per tener anche conto dell’ipotesi del casello di San Bernardo d’Ivrea.
La stesura di un bando pubblico, in altre parole, potrebbe obbligare il futuro gestore dell’autostrada non solo a liberalizzare il tratto autostradale comprendente i caselli di Albiano, Scarmagno, Ivrea e Quincinetto, ma anche a immaginare l’apertura di un nuovo casello all’altezza della zona di San Bernardo d’Ivrea.

Il Viadotto Marchetti

Bando o gestione diretta del pubblico? Sul piatto queste due possibilità

Affidare il futuro dell’autostrada nelle sorti di un bando non è, tuttavia, l’unica alternativa alle proroghe. Fermo restando che la decisione finale spetta al Ministero delle Infrastrutture, indiscrezioni fanno sapere che la Città Metropolitana starebbe valutando la possibilità di una gestione diretta da parte dell’ente pubblico. Non è chiaro chi dovrebbe esserne il responsabile finale, ma la spinta per muoversi in questa direzione c’è e proverrebbe proprio dalla Città Metropolitana. La questione rimane aperta, ma considerato che sul piano politico il M5S controlla sia la Città Metropolitana di Torino sia il Ministero delle Infrastrutture non dovrebbero esserci grossi ostacoli per intraprendere un percorso o l’altro, salvo intromissioni da parte dell’alleato di governo (la Lega).

Su cosa sta lavorando, attualmente, ATIVA?

Uno scorcio del tratto autostradale A5

Quel che al momento è certo è che i lavori per la realizzazione del lotto 1 e lotto 2 (di 3 totali) previsti per la “messa in sicurezza” dell’autostrada stanno procedendo nel silenzio più generale. Verso la fine del 2018 e a marzo di quest’anno si sarebbero svolte diverse conferenze di servizi “interne”, alle quale avrebbero partecipato solo la Regione, ATIVA e alcuni Comuni coinvolti.
Il lotto 1, nello specifico, prevede che venga realizzato il “viadotto Cartiera“; non si conoscono ancora i dettagli del progetto (ovvero come verrà realizzato il nuovo ponte), ma a differenza dell’attuale viadotto Marchetti (quello ad una sola campata a Pavone Canavese visibile, purtroppo, da ogni angolo dell’anfiteatro morenico d’Ivrea) questo secondo viadotto potrebbe essere costruito su due arcate anziché una sola, diminuendone, in linea teorica, l’altezza totale.
Il secondo lotto, invece, è stato definito “adeguamento planimetrico dell’A5” e prevede diverse opere di sistemazione dell’autostrada, tra cui il rifacimento dei diversi sovrappassi che attraversano l’A5 (come quello della Pedemontana, quello che collega Samone e Banchette e quello che unisce Salerano e Banchette). Il terzo e ultimo lotto, attualmente fermo, dovrebbe infine prevedere la costruzione del terzo e ultimo viadotto detto “viadotto Fiorano“.
Va precisato, infine, che tutte queste opere di “messa in sicurezza” prevedono un innalzamento dell’intero tratto autostradale in questione (da Pavone C.se a Fiorano, per intenderci) di almeno 3 metri; opere faraoniche necessarie, a detta di ATIVA, per evitare che l’autostrada venga sommersa in caso di nuova esondazione della Dora.

I progetti in corso sono importanti, troppo per lasciare che vengano discussi senza il coinvolgimento del territorio e dei tanti soggetti che da anni seguono le varie opere di messa in sicurezza all’interno del nodo idraulico d’Ivrea. La realizzazione del viadotto Marchetti, infatti, ha segnato irreversibilmente il contesto paesaggistico dell’anfiteatro morenico d’Ivrea. L’esigenza di prevenire al meglio i danni che una possibile nuova inondazione potrebbe causare al territorio è legittima e doverosa, ma i tanti lavori da realizzare non dovrebbero trascurare le bellezze paesaggistiche che l’anfiteatro offre, né tanto meno investire denaro per opere faraoniche (le uniche possibili?) salvo poi far ricadere i costi sulle tariffe autostradali.

Andrea Bertolino