Giovedì 12 novembre si è tenuto un primo incontro online organizzato da AEG, Legambiente Dora Baltea, FridaysForFuture Ivrea e Kyoto Club Italia
La Zona Omogenea 9, detta anche Zona Omogenea Eporediese, è una delle 11 aree della Città Metropolitana di Torino. Conta 58 comuni, una superficie di 551 km², circa 90 mila abitanti e un patrimonio immobiliare stimato attorno ai 29.500 edifici dei quali 11.578 furono costruiti prima del 1919. Se a questi sommiamo gli 8.823 costruiti prima del 1960 la fotografia del territorio riflette una condizione nella quale circa 2/3 degli immobili presentano una classe energetica bassa (se non addirittura molto bassa).
È questo lo stato d’arte delle case e degli edifici locali emerso dallo studio congiunto effettuato da AEG coop e dal Politecnico di Torino e che è servito come base statistica di riferimento per cominciare ad affrontare pubblicamente il tema delle comunità energetiche, comunità con impianti a energia rinnovabile (come un fotovoltaico sul tetto di un condominio) che prevedano un consumo “sul posto” dell’energia raccolta, andando a stoccare l’eccesso prodotto in un sistema di accumulo e convertendo tale eccesso in un’eventuale restituzione in bolletta.
Giovedì 12 novembre, infatti, si è tenuto un primo incontro online organizzato da AEG, Legambiente Dora Baltea, FridaysForFuture Ivrea e Kyoto Club Italia. L’alta partecipazione (circa novanta connessi) evidenzia bene l’interesse che c’è sul tema, nonché la sensibilità che il territorio ha maturato nel corso degli anni sul tema delle energie rinnovabili.
A prendere la parola e introdurre la serata è stato Andrea Ardissone, presidente di AEG. «Siamo contenti di aver organizzato questo primo momento d’incontro e della buona risposta ottenuta. Come cooperativa pensiamo che l’energia non sia solo qualcosa di tecnico e crediamo che il cambiamento sui temi ambientali sarà molto rapido in futuro e sarà contraddistinto dalla presenza di molti piccoli punti di produzione e pochi punti grossi di consumo. È un tema sicuramente globale, ma l’azione è locale e capire come farlo sul territorio è la sfida che ci attende».
Sulle scelte future locali, ma soprattutto globali ha poi preso la parola Gianni Silvestrini, direttore scientifico dal 2003 del Kyoto Club Italia, nonché consigliere nel 2006 del Ministro per lo Sviluppo Economico: «A livello internazionale l’Unione Europea sta ragionando di alzare gli standard per arrivare alla cosiddetta “neutralità climatica” [emissioni zero, ndr.] entro il 2050. Anche Cina, Giappone e Corea del Sud stanno ragionando in questi termini e il programma sull’ambiente del nuovo presidente americano Biden è certamente molto ambizioso. Sta cambiando lo scenario internazionale e il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia riconosce che l’energia solare sarà la “regina” del futuro».
Sulla base di queste considerazioni è nata l’idea di stimolare sul territorio la consapevolezza che l’istituzione di una o più comunità energetiche potrebbero contribuire al raggiungimento di questi obiettivi ambientali, come rimarcato da Domenico Pignataro, già presidente nel 2014 del circolo Legambiente Dora Baltea d’Ivrea: «A noi è piaciuta molto l’idea di AEG di allargare il suo interesse anche all’elettricità e alla proposta della comunità energetica. Dobbiamo sforzarci di andare ovunque a stimolare questo salto energetico; darci un cronoprogramma con tappe intermedie per fissare l’obiettivo, monitorare il percorso ed evidenziare le difficoltà che emergeranno. Tutto ciò non può essere fatto senza gli enti locali e dovremo sforzarci di coinvolgerne la quasi totalità. Un gran lavorone vista la parcellizzazione sul nostro territorio».
Anche i giovani di FFF Ivrea, rappresentati per l’occasione da Simone Bergò hanno dimostrato apprezzamento per l’iniziativa: «Crediamo che il progetto di questa sera sia la giusta strada per ottenere gli obiettivi contenuti nel Grean Deal Europeo e per renderci meno dipendenti dalle grandi aziende che trasportano energia in tutto il mondo».
Che l’energia solare possa diventare l’energia trainante del futuro sembra essere opinione condivisa dalla maggior parte degli scienziati, ma il tempo necessario a questa transizione dipenderà molto dalla capacità del territorio e delle famiglie di poter installare in tempi brevi un numero sufficiente di pannelli fotovoltaici. Dallo studio con il Politecnico di Torino è infatti emerso che attualmente la principale fonte energetica rinnovabile sul territorio eporediese risulta essere ancora quella idroelettrica (61,9%) contro il 33,8% di quella solare e il 4,2% di quella derivata dalle biomasse.
Sui consumi d’energia, infine, è emerso che il 51% dei consumi annui del territorio sia riconducibile a consumi di natura residenziale (case, palazzi, condomini…) e per il 34% legato ai trasporti.
Per agevolare la transizione al fotovoltaico (e più in generale verso una riduzione dei consumi) e stare al passo con gli obiettivi dell’Unione Europea il Decreto Rilancio ha introdotto il cosiddetto Superbonus: una detrazione del 110% sulle spese sostenute per chi effettuerà interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e riduzione del rischio sismico nei propri condomini o abitazioni singole. Al momento AEG starebbe concentrando attenzione al tema, come confermano le parole del direttore Mauro de Marziani: «Stiamo continuando a studiare questo decreto che è complesso; sul tema si è creato un team di sviluppo interno alla AEG. Tecnicamente il 110% può essere raggiunto sostenendo tutte le spese e portandosi in detrazione per 5 anni. Come cooperativa assumiamo il ruolo di “general contractor” con l’organizzazione di tutto il progetto e applicando lo sconto in fattura».
Quello di giovedì 12 ha rappresentato indubbiamente un primo, importante momento di confronto pubblico per stimolare il ragionamento sul tema delle energie rinnovabili e, in particolar modo, sul fotovoltaico. La strada per arrivare all’istituzione di un’autentica comunità energetica è ancora lunga, ma il coinvoltimento delle associazioni ambientaliste sul tema è un segnale che va nella giusta direzione. Qualche ostacolo potrebbe invece arrivare dal coinvolgimento degli enti locali, in particolar modo da quello d’Ivrea che, come ha ricordato il consigliere Comotto presente durante la serata, si è distinto per aver rispedito al mittente per ben due volte la mozione per la dichiarazione dell’emergenza climatica.
Andrea Bertolino