Era una brutta riforma, e i Cittadini hanno detto No. Punto.
Chi ha mostrato di non averlo ancora compreso è Renzi, che durante la conferenza stampa di mezzanotte a Palazzo Chigi ha continuato a magnificarla, asserendo di non essere riuscito a farlo capire agli Italiani.
Sbagliare si può, perseverare nell’errore è colpa che si paga. Eppure è semplice: era una brutta riforma, un’accozzaglia (questa volta il termine ci pare corretto) di articoli fumosi ispirati da chi? Quando il premier asseriva che era l’Europa a volere i cambiamenti, di chi e cosa stava parlando? Dell’Europa politica degli Adenauer, Schuman, Spinelli, che ancora non esiste (e che purtroppo già si sta disunendo) o dell’Europa dei “poteri forti” (economia, finanza)?
I Cittadini l’hanno capito bene e hanno detto di no.
E commetteremmo un errore se pensassimo che questo risultato è frutto di una alleanza di partiti, unitisi per far cadere il Governo, pro domo loro.
Tutto ciò non avrebbe provocato un simile risultato, una tale partecipazione, un No così secco, se il popolo italiano non avesse avvertito la strumentalità della manovra. In un Paese in piena crisi era evidente che i problemi non si potevano risolvere con uno smantellamento della Costituzione.
I risultati sono stati simili ad un’altra battaglia, quella del 1974 sul referendum abrogativo del divorzio: 40,74 i Sì, 59,26 i No. Anche quella volta, come oggi, i Cittadini hanno saputo capir bene la posta in gioco (i loro diritti), dando una risposta netta.
Lo scenario futuro è incerto, e già qualcuno pensa di utilizzare il vituperato Italicum, sino a ieri condannato, per trarne vantaggio in future nuove elezioni. Errore: occorrerà prima cambiare la legge elettorale, nell’interesse di tutti. Sapremo vigilare.
I Comitati spontanei che sono sorti in questi mesi hanno imparato a gestire una materia non facile, sono cresciuti ed il loro patrimonio non dovrà andare disperso. Tocca ad essi non farsi coinvolgere nella bassa politica delle “poltrone” e lavorare affinché la nostra Costituzione venga, finalmente, applicata. Se così sarà, l’Anpi sarà al loro fianco, fedele custode dei valori della Resistenza.
Come abbiamo già affermato alla chiusura delle urne, quando ancora non conoscevamo l’esito delle votazioni, desideriamo rivolgere un invito a tutti affinché si riprenda la normale dialettica democratica, senza reciproche accuse.
Non spetta all’Anpi entrare nell’agone politico del dopo-referendum (ci si creda o no).
Desideriamo però ringraziare tutti coloro che ci sono stati vicini, sia i favorevoli al No, sia chi, pur esprimendosi per il Sì, ha dialogato con noi con sincerità di intenti.
Occorre riaprire il dialogo con tutti, sulle linee statutarie che sono proprie della nostra Associazione: la Memoria storica e la Costituzione. E’ un augurio per poter lavorare insieme per un Paese migliore.
Mario Beiletti
(Anpi Ivrea e Basso Canavese)