Rubrica CONTRONATURA di Diego Marra
Api e caprioli: una riflessione sul rapporto tra gli animali e gli esseri umani.
Sulle pagine del più diffuso organo di stampa locale (n.d.a.: La Sentinella del Canavese) sono apparsi due articoli di argomento zoologico, ovvero che ben illustrano il distorto rapporto tra esseri umani e gli altri animali. Li cito riportandone le considerazioni scritte. Il primo: “Nel tardo pomeriggio di venerdì 2 aprile, in corso Botta ad Ivrea, è comparso un grosso sciame d’api che ha attratto l’attenzione delle persone che si trovavano a transitare in quel momento lungo la via. Numerose chiamate sono partite dirette al centralino della Polizia municipale per avvisare gli agenti. Di lì a poco, gli insetti si sono spostati in piazza Balla.” Il secondo: “Due caprioli sono stati investiti e uccisi, si presume nella notte tra martedì 30 marzo e giovedì primo aprile ad Ivrea. Nessuna segnalazione era giunta al comando della polizia municipale. Molto probabilmente, chi ha investito i due poveri caprioli non è rimasto ferito né ha danneggiato il veicolo in modo tale da dover chiedere aiuto. L’impatto è risultato fatale per i due animali che si trovavano sulla strada. In questo periodo, complice il traffico ridotto per il coprifuoco, capita spesso che gli animali selvatici attraversino le carreggiate con conseguente aumento di incidenti. Quel tratto di strada, inoltre, è sempre pericoloso in quanto le auto sfrecciano a velocità sostenuta, soprattutto di notte.”
Mi sovvengono alcune considerazioni. Ho visto le fotografie del “grosso sciame” pubblicate sul sito dell’editore; lo sciame di api non era né grosso né piccolo, ma un normale gruppo di api che effettuava un abituale processo biologico definito sciamatura, cioè la partenza definitiva da una colonia di una regina seguita da parte delle operaie. È un fenomeno del tutto naturale, parte del ciclo vitale delle api, rappresenta il modo in cui il “superorganismo” alveare si riproduce. Quando questo, infatti, raggiunge la sua dimensione massima, si divide, creando una nuova famiglia. Non comprendo l’allarme suscitato nella popolazione, le api si fanno i fatti loro, non attaccano ferocemente le persone se non sono disturbate, cercano solo una nuova casa (a quanto pare non piacevano né corso Botta, né piazza Balla). Dovremmo essere felici, non terrorizzati, al veder sciamare api che sono a rischio estinzione causa attacchi parassitari e abuso d’insetticidi. I caprioli sono piuttosto comuni anche se non facilmente visibili (sono anche buoni con la polenta! Scherzo non voglio attirarmi strali animalisti!). L’articolo pare sottintenderne la pericolosità per le auto quando attraversano dissennatamente le strade; ma se ci mettiamo in un’ottica capriolesca, il pericolo non sono i poveri animali, ma gli automobilisti che sfrecciano incuranti di caprioli (ciclisti e viandanti) come per altro sottolinea correttamente l’articolista. Vogliamo un mondo senza animali che possano creare danni alle povere auto? O sperare nella scomparsa di api (e tutti gli altri insetti) che ci fanno schifo e ci terrorizzano? Sarebbe ora di comprendere che gli esseri viventi (tutti!) fanno parte di un complesso sistema di relazioni necessarie alla nostra esistenza. Dove l’essere umano interferisce, presupponendo di essere più bravo della Natura, si creano solo problemi, vedi l’insensata immissione di cinghiali per far divertire alcuni sparatori seriali. A parte la futilità di certi articoli, se avessi dovuto scriverli io avrei titolato: evviva ci sono api che sciamano e poveri caprioli! Pare, invece, che le dominanti preoccupazioni siano il terrore suscitato nei cittadini e l’eventuale danneggiamento dell’auto e dell’occupante. Mi domando perché poco si stigmatizzino, giornalisticamente, le sofferenze che spesso propiniamo ai nostri compagni di vita terrestre. La questione è sempre la stessa: ci riteniamo superiori agli altri esseri viventi, i quali fanno notizia solo quando interferiscono imprudentemente, a nostro insindacabile giudizio, con noi esseri superiori.
Diego Marra