Per la rubrica CONTRONATURA Diego Marra chiarisce alcuni aspetti sui recenti lavori di sostituzione dei platani lungo corso Nigra
A inizio anno sono iniziati i lavori di sostituzione del filare di platani lungo corso Nigra, tra l’incrocio con via Dora Baltea e la stazione. Comprensibilmente ciò ha suscitato perplessità e proteste da parte di alcuni cittadini e associazioni.
La questione non può, però, essere liquidata in modo semplicistico, tra favorevoli e contrari. Vi sono aspetti tecnici che devono essere valutati da un esperto e, dal 2010, il comune ha speso molto per far stimare la stabilità degli alberi cittadini tramite analisi VTA (visual trees assessment) che attribuisce una categoria CPC (classe di propensione al cedimento) ad ogni albero, qualificandone il pericolo di schianto e, quindi, i rischi per uomini e cose. E’ un pochino pretestuoso ritenere che gli alberi non avessero problemi valutando i ceppi rimasti. Spesso i platani hanno problemi gravi in chioma dovuti alle capitozzature, obbligate da sesti d’impianto incongrui (i platani dovrebbero distare 8-10 metri l’uno dall’altro) scorrettamente implementati all’epoca dell’impianto, chissà quanti anni fa. Non ho fatto un’analisi puntuale delle piante in oggetto, ma passando spesso ho notato grosse cavità al castello (la parte sommitale del tronco da cui si dipartono i rami principali) di quasi tutti, con pericolo di schianto di grosse branche e imbozzamenti del tronco che facevano sospettare carie. Insomma chi piantò lì quei platani lo fece in modo scorretto, senza pensare che poi sarebbero cresciuti, come accade spesso in tutti i centri urbani. Saranno comunque sostituiti da alberi più congrui per lo spazio presente, così mi ha confermato l’ufficio tecnico.
Intanto, siccome sono pignolo, ho controllato la catalogazione cpc dei suddetti platani: un paio erano da abbattere, gli altri no, ma sarebbero peggiorati nel tempo. Allora le scelte potevano essere due. Abbattere e sostituire solo quelli più rischiosi sostituendoli immediatamente, ma non con altri platani che per ragioni di distanze non potrebbero starci, oppure sostituire l’intero filare impiantandone uno nuovo composto di essenze congrue con gli spazi presenti. La scelta è caduta su questa seconda opzione, sia per ragioni estetiche, sia per ragioni economiche; in effetti un filare composto di vuoti e alberi di specie e dimensioni diverse non sarebbe stato visivamente armonico, inoltre la realizzazione dell’intervento in unico lotto comporta risparmi e siccome il denaro è dei cittadini la scelta è, per quanto mi riguarda, del tutto condivisibile.
Se volete sapere cosa ha fatto e sta facendo il Comune per il verde pubblico potete accedere al sito comunale. Qui troverete tutte le spiegazioni in merito alla gestione degli oltre 3500 alberi cittadini, inoltre potrete prendere visione del “Regolamento comunale del verde urbano”, varato nel 2016, al quale il comune stesso si deve attenere; lo dovrebbero fare anche i cittadini perché vale anche per il verde privato di rilevanza paesaggistica e storica, in realtà pochi lo conoscono e si attengono alle norme. Con questa prolusione spero di evitare di ricevere future interrogazioni sdegnate sui prossimi interventi sul verde. Lo so che i miei lettori sono una minoranza della popolazione, purtroppo non tutti leggono Varieventuali e soprattutto i miei “bellissimi” articoli!
Diego Marra