Da venerdì 3 marzo due weekend di appuntamenti al centro sociale di Corso Regina 47, per tornare a immaginare futuri possibili in un presente precario.
«Oggi viviamo in una società che tenta continuamente di obnubilare e alienare la nostra capacità di immaginazione, la nostra creatività. Tra guerre, crisi climatica, pandemie e recessione oggi parlare di futuro sembra equivalere all’evocazione di oscuri presagi. Il futuro sembra avvolto in una nebbia fitta e dopo oltre un secolo anche in occidente le aspettative delle giovani generazioni sono peggiori di quelle dei propri genitori ». Da qui il nome del festival Altri mondi/Altri modi, per dare spazio a tutte coloro che non hanno rinunciato a pensare un avvenire diverso e migliore.
Il festival rientra nella campagna di solidarietà lanciata dal centro sociale a inizio febbraio, a seguito di un blitz della Digos torinese, dove furono sequestrati impianti audio, luci, frigoriferi e altro materiale usato per i concerti di autofinanziamento. Agli attivisti venne contestata l’organizzazione del “concertone” il 15 ottobre, organizzato in strada senza autorizzazione e che vide la partecipazione di centinaia di persone, ma in molti accusano la polizia di aver compiuto sostanzialmente un’operazione di ritorsione verso Askatasuna, con l’obiettivo di privare il posto di ogni mezzo di socialità per giovani e meno giovani.
Un’accusa non certo infondata: da tempo ormai la questura torinese si accanisce contro i movimenti sociali, in particolare quelli di carattere esplicitamente conflittuale, con notevole estro repressivo e con un uso fantasioso di mezzi giuridici. L’Askatasuna, centro sociale più radicato e influente del panorama torinese e avamposto cittadino per eccellenza del movimento No Tav, non poteva che essere, insieme al frastagliato movimento anarchico, il principale bersaglio di tale accanimento.
A metà luglio era infatti andata in scena l’ennesima maxi-operazione giudiziaria contro il CSOA, l’inchiesta “Sovrano”: circa 70 persone accusate di “associazione sovversiva”. Un’inchiesta nata nel 2009, ma diventata operativa solo nel 2019 e che aveva dato vita a tre anni di intercettazioni, appostamenti e pedinamenti. Da lì arresti e denunce, scattati per 70 attivisti di Askatasuna, No Tav e dello spazio popolare Neruda. Un’accusa che, similmente a quanto successo per gli anarchici dell’Asilo occupato, in breve tempo si è sgretolata: gli accusati sono passati da 70 a 28, poi in ultima istanza a 13, e anche l’accusa è passata da associazione sovversiva ad associazione per delinquere. Un’impianto accusatorio che già da dicembre inizia a scricchiolare e che porterà molto probabilmente all’ennesimo nulla di fatto. Il metodo è ormai ben collaudato: associare i reati e i movimenti politici a quelli comuni e a quelli mafiosi, delegittimando da una parte la protesta e dall’altro intimidendo gli attivisti. Un metodo inizialmente sperimentato nell’ambito delle proteste contro il Tav e poi riutilizzato innumerevoli volte: contro i volontari tornati dal Kurdistan, contro gli anarchici, contro i cortei studenteschi e gli attivisti per il clima. L’esempio più eclatante e attuale è il caso di Alfredo Cospito, detenuto al 41 bis per strage contro lo Stato, rimasuglio giuridico del fascistissimo codice Rocco, rispolverato per l’occasione.
Per questo e per molti altri motivi non si può che salutare positivamente il festival Altri mondi/Altri modi, per chi crede ancora in un’utopia concreta e possibile o perlomeno non si è rassegnato alle magre previsioni di un presente senza più speranze.
Di seguito il programma completo:
Venerdì 3 marzo:
Ore 18 – Dibattito – “Quali traiettorie per la crisi climatica?”
La crisi climatica sta già impattando in ogni ambito delle nostre vite. A lungo andare modificherà l’intera sfera delle attività umane dal lavoro, alla cura, all’abitare i territori. Tra negazionismo climatico e soluzionismo tecnologico le classi dirigenti del nostro paese non hanno la volontà di affrontare la portata di queste trasformazioni. Quali sfide abbiamo davanti?
Ne parliamo con Maurizio Dematteis giornalista, ricercatore ed autore di “Inverno Liquido” con cui discuteremo delle trasformazioni degli ambienti alpini ed Ernesto Burgio medico pediatra esperto in epigenetica e biologia.
Ore 21 – Vernissage della mostra a cura del Lab47 e talk con Giorgio De Finis
Sabato 4 marzo:
Ore 15 – Presentazione di libri – “Un paese spezzato? Meridione, Colonialismo e Conflitti”
I dati economici, sociali e persino quelli elettorali mostrano un paese sempre più diviso tra Nord e Sud. Una frattura con origini lontane, ma estremamente contemporanea alla luce dei fenomeni di colonialismo interno, estrattivismo e migrazioni.
Approfondiamo l’argomento con la presentazione di due libri: “Gli Autonomi Vol XI. L’Autonomia Operaia Meridionale. Napoli e la campania parte seconda” con Carla Panico, dottoranda in Studi Postcoloniali all’Università di Coimbra con particolare riferimento alle autonome, tra femminismi e questione meridionale. Il secondo libro è “Il rovescio della nazione. La costruzione coloniale dell’idea di Mezzogiorno” che aggiorna gli strumenti oggi a disposizione per leggere la questione meridionale, liberandola dal recinto di irrisolvibile «problema» locale con l’autore Carmine Conelli.
Ore 18 – Dibattito – “Riproduzione sociale e cura del comune: aggiornamenti in prospettiva transfemminista”
Durante questo dibattito andremo ad interrogarci su come aggiornare il concetto di «riproduzione sociale» alla luce della ristrutturazione del mercato del lavoro e della precarietà della vita; come interpretare i commons a partire da una prospettiva urbana, in un contesto di frammentazione sociale e di stretta dipendenza dalle tecnologie; come pensare e diffondere l’importanza delle pratiche di cura all’interno degli spazi di attivismo e militanza, soprattutto in vista di un crescendo di malessere psichico e repressione politica.
Ne parliamo con Silvia Federici (in collegamento) sociologa, filosofa ed attivista femminista, Leopoldina Fortunati teorica, autrice ed attivista femminista e Non Una di Meno Torino.
Ore 21 – Talk e presentazione della campagna #Askaèlamiacittà con Willie Peyote, Madaski, Errico Canta Male, Madò che Crew e Vanchiglia Sound.
Domenica 5 marzo:
Ore 15 – Presentazione di libri – “Crisi dell’Occidente? Tra orizzonti di guerra e tensioni sociali”
La guerra alle porte dell’Europa arriva dopo un decennio di sconvolgimenti, la crisi del 2008, il ciclo neopopulista, l’ascesa della Cina a grande potenza, una pandemia globale. E’ la crisi dell’Occidente?
Presenteremo due libri: “Stati Uniti e Cina allo scontro globale” con Raffaele Sciortino e “Il sorgo e l’acciaio” di Chuang con la redazione di Porfido che si è occupata della traduzione italiana del libro.
Ore 18 – Musica da camera “Tra 800 e 900. Un viaggio tra romantico e moderno” del Trio Zefiro.
Ore 21 – “Un presente senza Storia. La Storia può essere ancora maestra?” Incontro con il Professore Alessandro Barbero.
Venerdì 10 marzo:
Ore 21 – “Non è un paese per giovani”. Talk sulla questione giovanile con ZeroCalcare ed il Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo.
I giovani stanno sempre di più diventando il capro espiatorio di un momento storico in cui i dispositivi di repressione materiale e simbolica si strutturano sullo scarico verso il basso della frustrazione di una generazione, della crisi subita, delle promesse fallite. Giovani disciplinati, controllati, picchiati, arrestati, anche uccisi… dagli apparati di uno stato punitivo o dalle sue articolazioni funzionali al profitto. La narrazione mediatica criminalizza senza sosta chi manifesta incompatibilità con il sistema capitalista. Quali strumenti di riscatto possiamo costruire.
Sabato 11 marzo:
Ore 16 – Presentazione del libro “Rosso Banlieue” con l’autore Atanasio Bulgari Goggia, Emilio Quadrelli e Fx Hutteau.
“Rosso banlieue” come capovolgimento del mito tipicamente socialdemocratico della banlieue rouge, ma non solo. Rosso come il colore del sangue proletario che sporca quotidianamente l’asfalto delle periferie, effetto delle cosiddette “bavure” poliziesche. Una mattanza che assume i contorni di una vera e propria guerra civile strisciante. Rosso come il colore degli incendi che si scorgono sullo sfondo delle periferie ogni volta che la rabbia a lungo repressa e la consapevolezza dell’inutilità della protesta “democratica” sfociano in aperta lotta di classe. Rosso, infine, come tentativo di riportare al centro del dibattito la questione sociale, nella misura in cui alle banlieues ci si riferisce esclusivamente con quel lessico postmoderno che, al di là delle angolazioni, richiama senza sosta presunte questioni “razziali”. Che si affronti il tema banlieue in termini di multiculturalismo, comunitarismo, ghettizzazione, integrazione, essenzialismo, il problema pare risiedere sempre nel colore della pelle e mai nell’appartenenza di classe dei suoi abitanti.
Ore 18 – Dibattito – “Contro l’agroindustria. Capire e ripensare il sistema agroalimentare” con Maura Benegiamo, ricercatrice presso il Collège d’Études Mondiales di Paris e Gabriele Proglio, ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo.
Durante questo dibattito, tenteremo di mettere in dialogo varie prospettive sul tema dell’agroindustria, del suo potere e dei suoi impatti. In questo modo, andremo a discutere di come questi siano intrecciati a meccanismi più ampi di sfruttamento ed estrazione del valore, crisi ambientale e colonialismo. In particolare, andremo ad approfondire questi temi da una prospettiva marxista e postcoloniale; in relazione a inchieste e dati recenti su prezzi dei prodotti e grande distribuzione organizzata in Italia; e da una prospettiva storica. Seguirà una seconda parte di dibattito all’interno della quale ci si confronterà con chi, partendo da queste e altre prospettive critiche, sta sviluppando modelli altri di agricoltura, economia territoriale e organizzazione della filiera.
Ore 21 – Socialità ed Intrattenimento
Domenica 12 marzo:
Ore 15 Presentazione di libro – “Cemento – Arma di Costruzione di Massa” con l’autore Anselm Jappe.
La critica delle forme architettoniche e della gestione dello spazio urbano in quanto strumenti del capitalismo e causa di ingiustizia sociale non è una novità. Meno si è riflettuto sull’uso dei materiali, ed è quello che ha fatto Anselm Jappe, un filosofo tedesco che insegna Estetica all’Accademia di Belle Arti di Roma, evidenziando lo stretto collegamento tra il materiale di gran lunga prevalente dell’architettura moderna e contemporanea – il cemento armato – e la logica di produzione e di consumo capitalista.
Ore 17 – Tavola rotonda “Territori, cementificazione e la retorica green”
La tutela dei territori e di chi li abita, di qualsiasi specie, oggi deve essere questione centrale per chi si pone l’obiettivo di lottare contro il cambiamento climatico, contro la devastazione ambientale e per riconquistare la possibilità di un futuro sostenibile dentro e fuori la città.
Ne parliamo con Fabio Balocco redattore del Fatto Quotidiano, Roberto Mezzalama autore del libro “Il clima che cambia l’Italia”, Emilio Soave vicepresidente di ProNatura, Maria Cariota del Comitato Torinese del Forum Salviamo il Paesaggio e Laura Lossi del Comitato Salviamo il Mesino.
Ore 20 – Pianoforte a quattro mani Progetto 3so sottoscala d’arte (Musiche di Mozart e Albeniz) e Duo Minotauro, violino e contrabbasso (Musiche di Piazzolla).
Ore 21 – Proiezione film “La Scelta” con il regista Carlo Bachschmidt.
Lorenzo Zaccagnini