Sull’acqua, la sua commercializzazione e le pubblicità ingannevoli. Dalla rubrica CONTRONATURA
Che l’acqua sia indispensabile per la vita, così come la conosciamo quantomeno, è un dato di fatto a tutti noto; un essere umano può digiunare a lungo, ma non astenersi dall’assumere liquidi, se non per pochi giorni, pena gravi danni irreversibili a molti organi. Ma oggi l’acqua è diventata un bene economico, un affare per pochi a danno di molti. Nel 2011 votammo un referendum che abrogava precedenti articoli di legge che tentavano di concedere completamente la gestione dell’acqua potabile ai privati. Ma fatta la legge… si trova subito il modo per aggirarla e prendere per il c… (ops!) fondello il volere dei cittadini. Ringraziamo soprattutto il lungimirante Renzi per la legge delega Madia del 2015 (i particolari sono tecnici e barbosi, vi rimando al testo se avete voglia di annoiarvi). Oggi si può dire che l’acqua è sì pubblica, ma il servizio di gestione ed erogazione è privatistico e viene fornito da società, pubbliche, miste o private, che remunerano le proprie attività con le tariffe. Ismail Serageldin, ex vicepresidente della Banca mondiale, nel lontano 1995, lanciò con un grido di allarme: “Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del XXI secolo avranno come oggetto l’acqua”. Pare che la finanza l’abbia capito benissimo iniziando un accaparramento brutale della preziosa risorsa.
Vi riferisco ciò per evidenziare quanto sia appetibile il controllo e la commercializzazione dell’acqua. Ma ce ne eravamo già accorti dalle martellanti pubblicità di miracolose acque minerali, che non solo ci disseterebbero, ma apporterebbero tutta una serie d’incredibili vantaggi che la povera acqua di fonte non potrebbe vantare. Se mi posso esprimere in modo molto chiaro usando un francesismo: tutte balle!
Ricordate l’acqua che fa produrre tanta plin-plin (Rocchetta)? Certo se bevete abbondantemente farete tanta plin-plin indipendentemente dalla libagione introdotta. E l’acqua che elimina l’acqua (Vitasnella)? Mi immagino un terribile conflitto all’interno del nostro organismo tra il miracoloso liquido introdotto e il pessimo fluido contenuto nel nostro scadente corpo che ne sarà espulso a pedate. E le acque della salute (Uliveto e Rocchetta)? citando false statistiche e utilizzando come testimonial associazioni mediche. Il massimo fu raggiunto da questo incredibile sproloquio dell’acqua Lindos: “fa bene al cuore e al sistema cardiocircolatorio, tonifica i muscoli, è di aiuto nel controllo dei livelli di glicemia nel sangue, riattiva l’intestino, migliora la digestione, contrasta i dolori articolari e muscolari, tratta i sintomi della sindrome premestruale e della menopausa, favorisce la riduzione del peso corporeo e rigenera il cervello, contribuisce a vincere ansia e stress e migliora la qualità del sonno” (sic!). Non sono le uniche pubblicità ingannevoli, ne ho citate solo alcune; il Giurì della pubblicità ha stigmatizzato tali scorretti messaggi e l’antitrust ha applicato multe, ma tali interventi pare siano del tutto ininfluenti, evidentemente i guadagni sono molto superiori alle sanzioni comminate. L’associazione di categoria Mineracqua fu censurata dal Giurì perché in un messaggio denigrava l’acqua di rubinetto.
Insomma, un mondo di bugie per pubblicizzare prodotti che, nella maggior parte dei casi risultano abbastanza inutili e sono venduti in quantità esagerata, a volte a prezzi stratosferici, grazie alla spinta di un marketing aggressivo e di costosissime campagne pubblicitarie.
La novità sono le acque funzionali. Cosa sono? Semplicemente acqua addizionata con vitamine e sali minerali, inoltre molte contengono discrete quantità di zuccheri; ma non ci sono studi seri e non prezzolati che confermino benefici rispetto all’acqua di rubinetto. Le sostanze contenute posso essere assunte semplicemente con un’alimentazione corretta; anche se è vero che in estate con la sudorazione abbondante si possono perdere sali, lo stesso non si può dire delle vitamine semplicemente eliminate dal nostro organismo se introdotte in eccesso. Per gli sportivi che a volte necessitano integrazione di sali esistono già prodotti ad hoc (tanto per non fare nomi: tipo Gatorade) quindi non si comprende la “funzione” di tali acque se non quella di sfruttare la credulità del consumatore e, soprattutto, di incassare lauti introiti. Se non vi piace il gusto neutrale della semplice acqua, vi sono molti modi per renderla gradevole al palato senza ingrassare i soliti produttori di pubblicità mirabolanti. Oppure bevetevi un’aranciata, meglio senza zucchero.
Diego Marra