Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lavoratrice della sede di Ivrea di Comdata
Sono una lavoratrice Comdata Ivrea,
venerdì 4 maggio ho aderito allo sciopero di un’ora indetto dalla Rsu (Cgil – Cisl – Uil), ho partecipato perchè credo nello sciopero in quanto strumento utilizzabile dai lavoratori per la tutela di comuni interessi e diritti di carattere politico o sindacale.
Il diritto di sciopero è sancito dall’articolo 40 della Costituzione, non è uno strumento da utilizzare con sufficienza.
In Comdata Ivrea siamo in molti, poco più di 1000, tutti – o quasi – con un contratto TLC. Alcuni di noi hanno un contratto full time (40 ore lavorative la settimana) altri part time orizzontale o verticale. Molti, hanno accordi ad personam che possono essere stati regolamentati per iscritto o verbalmente, questo sempre a discrezione aziendale.
Da quando c’è stata la crescita esponenziale del reparto 187 di Tim già diversi anni or sono, il clima, la scarsa o mancata formazione, gli orari inconciliabili con la vita fuori dall’ufficio hanno sempre scaturito grosse polemiche che spesso sono finite su diverse testate giornalistiche locali e non.
Nel giugno 2017 la commessa è stata impattata da diversi cali di volumi, soprattutto nel fine settimana, tali da far decidere all’azienda di chiudere le domeniche ai dipendenti (facendo lavorare solo i lavoratori somministrati con turni disumani, e le sedi rumene). Poi è stata la volta del sabato.. sempre e solo non oltre le 17.30. Infine, quando il calo fisiologico estivo doveva essere ormai superato ecco che persino in settimana la chiusura aziendale è passata dalle 22.30 alle 20.
A vederlo da fuori, pareva che l’azienda avesse finalmente pensato al benessere dei propri lavoratori, invece, facendo passare tali manovre come gentili concessioni, queste pratiche nascondevano il puro e semplice risparmio. “un lavoratore somministrato” costa meno di un dipendente e posso mandarlo a casa quando non ne ho bisogno.
A marzo 2018 poi, dopo varie assemblee in cui le Rsu hanno più volte assicurato che non vi era nessun problema occupazionale ecco l’amara sorpresa: apertura di FIS (Fondo di Integrazione Salariale) per 363 dipendenti.
I dipendenti della commessa Tim, che dopo anni di soprusi, sono stati obbligati persino ad utilizzare in maniera coatta le proprie ferie e i propri permessi, si sono ritrovati persino sotto ammortizzatori sociali.
Nelle assemblee successive è stato detto tutto il contrario di tutto, c’era stato assicurato l’utilizzo degli ammortizzatori al 50% ed è stato firmato un accordo che prevede l’utilizzo del Fis fino a 0 ore. E ci hanno rassicurati che l’azienda aveva tutto l’interesse di far arrivare nuovo lavoro, non prima delle 8 settimane però.
Ci hanno tranquillizzati e rassicurati, quando invece … erano mesi che campanelli d’allarme eccheggiavano per tutta la sede eporediese.
Avremmo dovuto dare una risposta forte SUBITO, avremmo dovuto scioperare giorni interi e riversarci in strada, avremmo dovuto confrontarci ed essere uniti. Guidati da un sindacato forte e leale.
Siamo stati in balia della tempesta.
Ora, che il premio di risultato nemmeno quest’anno verrà erogato, che verranno chiuse due sedi italiane (Pozzuoli e Padova) con conseguente licenziamento in massa dei Lavoratori, ci hanno chiesto di scioperare … 1 ora.
35% di adesione … una disfatta.
I miei colleghi, non credono più in questo sindacato, non credono più nelle rassicurazioni, vogliono e pretendono una strategia, vogliono essere resi partecipi delle scelte, prima che tutto venga deciso.
Anch’io non credo più in questo sindacato, ma credo nel valore dello sciopero, credo nella lealtà e nella giustizia. Credo alle persone, quelle vere.
Non è perchè questa Rsu è stata votata, che hanno il diritto di prendere decisioni sulla nostra vita lavorativa senza renderci partecipi. Sono stati votati per sedersi ai tavoli aziendali, come nostri rappresentanti, e come tali dovrebbero riportarci ciò che viene detto, ma le decisioni sulle modalità e le scelte da prendere devono sempre essere condivise dai lavoratori.
Che vanno ascoltati!
Il 2 luglio 2018 scadono le 13 settimane di Fis richieste dall’azienda, nulla le vieta di rinnovare la richiesta per altre 13 settimane e dichiarare successivamente esuberi. Magari non per tutti e 363.
Di fronte a questo scenario surreale, non mi arrendo e non combatto.. mi avvalgo di potenti strumenti quali il pensiero, la parola e il diritto allo sciopero.
Una lavoratrice Comdata Ivrea in FIS
(lettera firmata)