Comdata Ivrea: firmato verbale di accordo per rotazione FIS. Non si spegne però la paura.

Ieri azienda e RSU hanno firmato un verbale di accordo, che verrà illustrato ai lavoratori in assemblea venerdì prossimo, che accoglie la richiesta sindacale della rotazione dei 363 lavoratori coinvolti nella procedura FIS. Ma i timori sulla tenuta occupazionale rimangono.


Partirà il 3 aprile il FIS per i lavoratori della commessa TIM in Comdata Ivrea, l’ammortizzatore sociale è stato richiesto per 13 settimane e dovrebbe quindi terminare il 2 luglio. Il condizionale prospetta la possibilità di una riduzione del periodo di FIS a fronte di una risoluzione positiva della commessa TIM (difficile) o all’attivazione di nuove commesse attualmente in trattativa.
Il numero di lavoratrici e lavoratori coinvolti rimane di 363, tutti quelli operanti su TIM (326 operatori e 37 staff), ma accettando la rotazione, che sarà settimanale, l’azienda rinuncia, per ora solo per il primo mese di aprile, alle zero ore portando la sospensione dal lavoro al 50% per ogni dipendente.
Nello stesso incontro l’azienda ha ribadito che Ivrea rimane un sito strategico per Comdata e che a fronte del persistere della crisi di volumi TIM si attiveranno, sono già attivati, per ottenere nuove commesse per manterene l’occupazione.
Tutto bene quindi? Certo che no… La preoccupazione e l’attenzione deve rimanere alta e soprattutto deve scoppiare il caso TIM. Perché TIM toglie lavoro a Comdata? Come fa a chiedere la riduzione del 20% sui costi del servizio, quando sono già al limite? Dove trova fornitori in grado di lavorare a prezzi così bassi? Talmente bassi da essere fuori mercato anche per paesi come la Romania, dove Comdata ha già abbondatemente delocalizzato. Non si può che pensare che solo con cosiddetti “contratti pirata”, al di fuori dei contratti nazionali, si possa lavorare nei termini che chiede TIM.
Non è forse ora che intervengano le istituzioni da quelle locali a quelle nazionali poiché stiamo parlando del più grande operatore delle telecomunicazioni del paese? I responsabili sindacali territoriali intendono infatti coinvolgere sia l’amministrazione eporediese, fin qui assente, e anche quella regionale, ma il tema è chiaramente nazionale.
La politica di TIM dell’abbassamento continuo del costo degli appalti, affidati sulla logica del massimo ribasso, ha cominciato a produrre i suoi effetti devastanti.” – scrivono in un comunicato del 26 scorso le segreterie nazionali di SLC-CGIL e FISTEL-CISL, e continuano – Tra i primi a finire sotto la mannaia ci sono i lavoratori di Comdata, che si sono visti diminuire drasticamente l’attività in favore di altre aziende che hanno accettato lo sconto (fino al 20%) “richiesto” da TIM. Ci chiediamo come sia possibile lavorare con quei prezzi… forse non applicano integralmente il CCNL? … Un vero e proprio atto di
prepotenza di TIM, che in barba alle regole decide di risparmiare sulla pelle dei lavoratori in appalto e sulla qualità del servizio offerto ai cittadini. … Se dovesse permanere questo atteggiamento, che condanniamo fermamente, dovremo rispondere con la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori a tutela dell’intera filiera.
Ecco è proprio di una grande mobilitazione che c’è bisogno! Contro il “sistema TIM” (che poi altro non è che capitalismo applicato…), perché se lo si lascia attecchire, cercando solo di limitare i danni, creerà degli emuli: li vediamo già gli altri operatori a guardare come va a finire pronti a tuffarsi anche loro nella melma del “massimo ribasso”, della schiavizzazione del lavoro da un lato e della sua cancellazione dall’altro.
Anche il sindacato di base Cobas è interventuo sulla vicenda Comdata con una dichiarazione sul FIS nella sede di Ivrea, “Non è un fulmine a ciel sereno, e per due motivi. Il primo è legato alla situazione di TIM: dietro una battaglia senza esclusioni di colpi fra cordate proprietarie (la maggioranza francese di Vivendi da una parte e il fondo USA Elliott dall’altra), per i lavoratori della (ex) azienda pubblica telefonica è un periodo drammatico, con nuovi annunci di tagli ed esuberi per migliaia di persone, compreso l’indotto e gli appalti. Il secondo riguarda il futuro di Comdata Group: rumors accreditati da importanti giornali (come “Il Sole 24Ore”) parlano dell’intenzione del Fondo USA Carlyle (proprietario di Comdata), di rivendere, con evidenti margini di guadagno rispetto a quanto speso qualche anno fa quando acquisì l’azienda in cui lavoriamo. Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, è evidente che il nostro futuro di dipendenti è quanto meno nebuloso. In tutto questo, una strategia sindacale seria avrebbe dovuto immediatamente saldare la vertenza TIM con quella degli outsourcers (fra i quali Comdata) per cercare di garantire la tenuta sia sul piano delle lotte (valorizzando la bella esperienza degli Autoconvocati TIM che da più di un anno si mobilitano), sia su quello dell’occupazione e, soprattutto del reddito. E invece il rischio sarà la solita azione di retroguardia, con ammortizzatori sociali ridicoli (perché il FIS non è la CIG). Quello che invece bisognerà in ogni modo far capire all’azienda (e alle istitutuzioni: governo, ministero, amministrazioni locali) è che in nessun caso e in nessun modo, i lavoratori e le lavoratrici dovranno pagare il prezzo di questo capitalismo irresponsabile. Abbiamo diritto a un reddito dignitoso per noi e le nostre famiglie, e questo ci devono garantire, facciano come vogliono. A Ivrea, come in qualunque altra sede…

Prossime tappe

Le prossime tappe sono un incontro domani, giovedì 29, tra Rsu e Comdata, fra gli altri punti discuteranno delle modalità di attuazione della rotazione del FIS, ma verrà anche chiesto all’azienda di interrompere le richieste di straordinari laddove altre commesse li richiedano per far lavorare i lavoratori della commessa TIM e ridurre quindi il disagio morale ed economico per questi dipendenti. Il giorno successivo, venerdì 30, si svolgeranno invece le assemblee retribuite per informare i lavoratori e le lavoratrici sull’accordo e sue implicazioni.

E auspichiamo presto … una mobilitazione nazionale, lavoratori Comdata e altri fornitori insieme a lavoratori TIM, per respingere il “sistema globale” che sta dietro a queste gravi crisi occupazionali.

Cadigia Perini