Sul territorio canavesano sono cominciate le discussioni a seguito del voto del 4 marzo nel centro-sinistra. Il circolo del PD di Banchette ha elaborato le sue riflessioni (che riceviamo e pubblichiamo) indirizzate alle direzioni regionale e nazionale e il segretario Gaspare Enrico invita gli altri circoli a fare altrettanto
1. Il massiccio spostamento di voti (più di 7 milioni) indica che i grandi cambiamenti economici e sociali in corso hanno mutato le condizioni di vita e le aspettative di milioni di Italiani, così come di decine di milioni di europei e così pure negli altri grandi Paesi del mondo (es. USA). Una sconfitta non nuova e che porta il PD dai 12 milioni di voti del 2006 e 2008 ai poco più dei 6 milioni di oggi.
2. L’incapacità di comprendere le ragioni e le caratteristiche di questi cambiamenti ha generato insicurezza, preoccupazione per il futuro, istinto di difesa dell’esistente, ricerca di una “prospettiva rassicurante”. Non è stato un voto prevalentemente sulle scelte compiute ma sulle prospettive, premiando quelle che rispondevano a quelle ansie e a quella insicurezza, .
3. Il PD deve aprire una vera stagione di riflessione e di rielaborazione che abbia una valenza strategica, in parallelo con le scelte politiche dei prossimi mesi. Da quelle prime riflessioni sulla strategia programmatica di una sinistra che guarda ai prossimi anni/decenni cominceranno anche ad emergere i tratti della prospettiva che il PD propone in risposta alle attese su un futuro nuovo ma in cui nessuno può pensare di essere lasciato solo, che lo Stato e i partiti siano nemici. Proposte strategiche che esaltino i nostri valori di riferimento, cambiando tanto del passato che si è consolidato nei decenni.
4. Per fare questo lavoro è necessario naturalmente stabilire connessioni con la sinistra europea, perché ovviamente il problema non è solo nostro e infine ci serviranno tutte le esperienze, competenze, energie – anche esterne al partito – disponibili a percorrere con noi questa strada difficile ma necessaria.
5. Probabilmente anche il rinnovamento dei gruppi dirigenti sarà necessario, così come dovrà (in questo lavoro di rielaborazione della nostra identità programmatica) riprendere a svolgere un ruolo importante il partito (e non perché non saremo al governo). La discussione dovremo tutti avere l’intelligenza di far sì che sia libera sia da schemi del passato (non c’è un passato vicino o lontano a cui tornare), sia dal timore di discutere troppo. Non si può discutere senza decidere, ma non si può decidere senza discutere. La discussione dovrà partire dalle reali condizioni dell’economia, della vita reale dei cittadini, dovrà coinvolgere tutto il partito e, questa volta senza scampo, anche i territori in cui operano i circoli.