Tre manifesti a Ebbing Missouri di Martin Mc Donagh. Film da applausi
Pensate che il cinema assomigli alla vita? O addirittura pensate, come me, che in alcuni casi il cinema sia ANCHE la vita? Bene, allora questo è un film che risponde a molte domande. Lo fa con finezza, equilibrio, conoscenza dell’animo umano. E’ un film che conforta e schiude alla speranza, che ci fa sentire la possibilità di progredire civilmente.
L’America e la violenza, la sofferenza umana, quella morale e quella materiale, una storia di lacerazioni e desideri di vendetta che trovano la forza del riscatto. Poliziotti e i soprusi del potere, condizionamenti sociali in omaggio al più gretto conformismo e sovvertimento di ogni luogo comune. Una donna dal cuore indurito cerca una ragione alla perdita della figlia selvaggiamente stuprata e uccisa. Lo fa con lo sguardo lontano di chi ha il ghiaccio nel sangue. Determinazione e pretesa di giustizia e l’invenzione geniale di un grido di protesta affidato a tre manifesti. Uomini bianchi imbestialiti e neri lungimiranti, nani umanamente giganti e razzismo, arroganza e disperazione. L’America che sembra affondare nell’oblio di tutti i suoi miti. E’ un tessuto sociale che si disgrega lentamente dove ingiustizia e violenza sembrano incatenare la realtà a un crescendo di rabbie che generano solo altre rabbie. Invece qualcosa accade. Poco per volta, attraverso le corde della sensibilità, i sentimenti repressi riaffiorano. E’ vero, bisogna morire almeno una volta nella vita per imparare qualcosa. E se succede, allora un semplice grazie, detto con l’anima, ha l’intensità di un miracolo. Film elevatissimo e crudo, che parla alla parte migliore e forse sconosciuta di noi stessi. Film sulle possibilità dell’umanesimo e sulla metamorfosi del male. Per tutti quelli che credono che anche un cerbiatto possa essere un emissario del bene. Nel film vengono lette anche delle lettere, parole dal valore taumaturgico e dal significato profondo. Tutti i personaggi sono perfetti, anche quelli occupati nei ruoli minori e la colonna sonora è da urlo. Il film, candidato a sette oscar, ne ha portati a casa due, quello destinato alla superlativa attrice protagonista Frances Mc Dormand e quello, per il miglior attore non protagonista, Sam Rockwell, ma ne avrebbe meritati di più, se non altro quello per la strepitosa sceneggiatura.
Film imperdibile per chi non ha paura di emozionarsi, film che ti scava nel profondo vicino alla parte più soffice del cuore.
Pierangelo Scala