Il 20 febbraio si è tenuto il Consiglio Comunale: povertà, federalismo fiscale, testamento biologico e concessione Teatro Giacosa, sono alcuni dei temi che sono stati trattati. Duccio Sassano è stato eletto presidente e si è votato a favore della mozione antifascista
Il consiglio comunale del 5 febbraio, indetto appositamente per sanare i seggi vacanti lasciati dalle dimissioni di Elisabetta Ballurio, si era concluso con un nulla di fatto, costringendo il Consiglio Comunale a rimandare la nomina del nuovo presidente a dopo carnevale.
Superata, non senza critiche, la festività cara agli eporediesi, martedì 20 febbraio i consiglieri sono tornati in aula.
Duccio Sassano, nuovo presidente del Consiglio Comunale
In questa convocazione, a differenza della seduta precedente, era sufficiente raggiungere la maggioranza assoluta (ovvero 9 voti) per l’elezione del nuovo presidente che, con dieci voti favorevoli, è stato trovato nella figura di Duccio Sassano. La scelta di proporre un candidato targato PD, a pochi mesi dalla fine della legislatura comunale, è stata considerata dalla minoranza presente in aula un gesto di «scarso fair-play istituzionale». Com’era prevedibile, il Partito Democratico non ha mostrato nessuna intenzione di cedere la carica del Presidente del Consiglio Comunale. Avrebbe probabilmente potuto farlo in momenti meno burrascosi, ma non è un mistero che il PD cittadino stia attraversando una fase di difficoltà che non lascia molto margine di fair-play da poter giocare.
La mozione antifascista
Durante la seduta sono state portate in aula tre mozioni: una sul federalismo fiscale (Gilardini), la seconda sui nuclei familiari in povertà (di Comotto e Tognoli) e la terza sull’antifascismo (presentata da Comotto, Dulla, Perinetti e Cornelio). Il raccapricciante episodio di terrorismo avvenuto a Macerata ha mosso la società civile: il 10 febbraio si era tenuto un presidio davanti alla sede dell’ANPI a Ivrea e in quegli stessi giorni diversi cittadini e cittadine canavesani avevano sottoscritto un appello indirizzato proprio al Consiglio Comunale che non ha potuto esimersi dall’affrontare la questione.
La mozione votata impegna il sindaco e la giunta a “non concedere spazi o suolo pubblici a manifestazioni che non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti”: la mozione specifica altresì di adeguare i regolamenti comunali “al fine anche di includere, al momento della richiesta di autorizzazione, una dichiarazione esplicita di riconoscimento dei valori democratici e antifascisti sanciti dall’Ordinamento repubblicano”. Il consigliere Comotto ha così sintetizzato lo spirito della mozione: «Il fine di questa delibera è non mettere la testa sotto la sabbia. Ci sono fenomeni di fascismi, violenze che si susseguono con ritmi incalzanti e si è cercato di dare massimo respiro al testo della mozione partendo proprio dalla Costituzione. Quel che si chiede è che l’esecutivo non conceda spazi pubblici a chi non rispetta i valori costituzionali. Le leggi contro fenomeni fascisti già ci sono e questa mozione non fa altro che chiedere che vengano applicate». Anche il Partito Democratico ha aderito “senza se e senza ma” alla mozione passata con 10 voti favorevoli.
Contrari Gilardini (Forza Italia) e Caserio (Ivrea+Bella) e astenuto Blasotta (M5S). Gilardini ha motivato dicendo: «non ho bisogno di votare patenti a favore di antifascismo. Faccio fatica a concepire un ordine supremo che possa dare patente alle manifestazioni altrui». Ha rincarato la dose Blasotta: «Chi decide che le persone che hanno fatto quella richiesta sono fasciste? Piuttosto sarebbe meglio applicare la normativa Scelba».
Una domanda: è così difficile immaginare che questa mozione non faccia altro che fornire uno strumento aggiuntivo per poter applicare concretamente la normativa Scelba? In un momento nel quale nel centro Italia si è sfiorata la strage e si moltiplicano episodi di intolleranza e discriminazione gratuite non è forse il caso di astenersi dal propugnare una fastidiosa “sofistica politica” e unirsi a coloro che rimarcano l’importanza affatto retorica di principi e valori costituzionali?
E’ ovvio che non sarà questa mozione a poter fermare formazioni neo-fasciste, ma rappresenta comunque un segnale chiaro del Consiglio Comunale.
Ai cittadini non resta che prendere atto che Forza Italia, la lista Ivrea+Bella e M5S la pensano, purtroppo, diversamente.
Andrea Bertolino