Nonostante le divisioni a livello nazionale è improbabile che il centro-sinistra eporediese si presenti alle amministrative diviso, pena il rischio reale di una sconfitta; ecco allora la ricucitura ripartita dai temi “cultura” e “turismo” offerto da MDP con l’incontro pubblico di mercoledì 15 novembre
Turismo e cultura. Due temi in grado di unire e mettere tutti d’accordo, almeno per quanto riguarda le due anime del centro-sinistra che mercoledì 15 novembre si sono riunite in Sala Santa Marta: il Movimento Democratico e Progressista (Mdp) e il Partito Democratico.
I primi, rappresentanti da Franco Giorgio (tra i fondatori della sezione locale del movimento) e Silvana Accossato (consigliera regionale) hanno avuto modo di interloquire con il sindaco Carlo Della Pepa e con Antonella Parigi, assessora regionale alla cultura e al turismo.
«Come Mdp questo vuole essere uno dei primi momenti di quello che potrà essere un progetto in vista di una scadenza elettorale» ha esordito Franco Giorgio, sottolineando come «uno dei punti fondamentali della città sia il tema Unesco», strettamente connesso, a detta dei presenti, con l’eredità materiale e immateriale olivettiana.
E proprio sul tema della candidatura Unesco gli elogi reciproci si sono sprecati, a rimarcare la necessità di un dialogo, così come non sono mancati i ragionamenti più disparati. Il primo a prendere la parola sull’argomento è stato il sindaco Della Pepa: «quello Unesco è un percorso cominciato quasi 10 anni fa con le celebrazioni dei 100 anni dell’Olivetti e si è scelto di intraprendere un percorso mirato a lasciare un segno tangibile sul territorio che, incrociando le dita, dovrebbe concludersi a metà 2018». A rincarare la dose con dichiarazioni “decisamente sopra le righe” l’assessore regionale Antonella Parigi: «Perché ritengo così importante avere una candidatura Unesco? Perché è una vera chance e anche se non ci dessero il riconoscimento sarebbe comunque servita per costruire un’identità del territorio; è importante formare una consapevolezza collettiva, in quanto i processi dall’alto non servono a nulla».
Destano sorpresa le parole del sindaco, in quanto, al momento, gli unici segni tangibili emersi dalla candidatura Unesco sono rappresentati dai costi (decisamente notevoli per una città come Ivrea) che, ad aprile 2016, ammontavano a quasi 500mila euro. E non sarebbe affatto consolante una bocciatura della candidatura: in primo luogo perché se una città decide di correre, in casi come questi e con soldi pubblici, corre per vincere e in secondo luogo perché non c’era bisogno di una candidatura per costruire un’identità, peraltro già viva nella mente degli eporediesi, come ha dimostrato, recentemente, l’ampia partecipazione alle tre giornate dell’associazione Quinto Ampliamento liberamente ispirate al pensiero olivettiano. Capire poi a quale “chance” si riferisca l’assessora rimane un mistero, per quanto le sue parole conclusive non lascino molto spazio all’interpretazione: «occorre pensare ad occasioni che possano diventare business».
Nonostante il lessico politico del centro-sinistra sia profondamente mutato (e quelle che una volta si sarebbero chiamate “politiche culturali” o “politiche per il turismo” sono oggi raggruppate sotto lo stesso concetto di business), rimane il fatto che il territorio sta investendo risorse ed energie nella speranza di far arrivare da fuori qualche ricchezza aggiuntiva, con risultati lievemente incoraggianti, come dimostrano i dati sul turismo 2016 .
Più che altro, però, la serata ha rappresentato un primo momento di confronto tra il PD e Mdp in vista di una coalizione per le elezioni amministrative (il confronto ufficiale su questo tra le due forze politiche ci sarà martedì 21 novembre). Entrambi conoscono i rischi di un centro-sinistra frammentato e visto il fermento organizzativo delle opposizioni sarebbe una sorpresa se i due partiti si presentassero divisi. Somiglianze e affinità, infatti, è probabile che alla fine prevalgano, a dispetto delle ragioni che alcuni mesi fa hanno dato origine alla scissione di MDP dal PD e non curandosi troppo della difficoltà nel dover spiegare come queste ragioni siano state localmente superate.
Andrea Bertolino