I resti di una cappella e i ruderi di un castello risalente al XIII secolo rischiano di svanire del tutto. Legambiente in prima linea per la sua difesa
Le bellezze paesaggistiche, ambientali e culturali di questo territorio sono costantemente sottoposte a rischio in quanto costituiscono “ostacoli sacrificabili” a tutti coloro che hanno una visione di sviluppo territoriale fondata sul guadagno e sul profitto.
A chi interessa, infatti, la salvaguardia di un bosco se c’è la possibilità di servirsi di quel terreno per erigervi dei capannoni? O chi sentirà la mancanza di un rudere del 1200 se al suo posto ci si dovesse costruire un campo sportivo?
Ebbene proprio di un rudere qui si sta parlando. A Quassolo, c’è un sito posto sulle sponde della Dora Baltea in cui si trova il cosiddetto rudere di San Pietro o, per dirla come i quassolesi, di “San Peru”. Trattasi dei resti di una cappella e della mura di un antico castello che, secondo la bibliografia esistente sarebbe appartenuta ad un periodo precedente il XIII secolo. È molto probabile che il sito appartenesse all’ormai perduto abitato denominato Riperia, situato tra i paesi di Baio Dora e Quassolo. All’interno della cappella è ancora possibile intravedere i resti di un affresco, ben vivido nella mente degli anziani quassolesi, ma ormai sbiadito su quei muri a causa del saccheggio delle lose che ne ricoprivano il tetto e lasciando, in questo modo, l’opera in balia di pioggia, vento e sole.
Come mai interessarsi di una cappella e dei ruderi di un castello? Il motivo è dato dal fatto che recenti acquisti di terreni circostanti potrebbero portare ad una trasformazione dell’area in grado di pregiudicare un recupero ed una valorizzazione del bene culturale e archeologico in questione, per altro già sottoposto a tutela alla Soprintendenza a partire dal 1911. La stessa Legambiente Dora Baltea, preoccupata per il degrado in cui verserebbero le due strutture, avrebbe richiesto un nuovo intervento dalla Soprintendenza, prontamente intervenuta. Legambiente, al fine di preservare il bene archeologico e valorizzarlo, ha inoltre fatto domanda affinché il rudere venga inserito all’interno del progetto “[email protected]”, l’iniziativa del Governo con la quale sono stati messi a disposizione 150 milioni di euro per «recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività» un progetto culturale da finanziare.
L’associazionismo, la Soprintendenza e privati cittadini si sono già attivati per la tutela del sito e forse, per questa volta, nessun ponte, nessuna strada o nessun campo sportivo avrà la meglio sulla cappella di San Peru.
Andrea Bertolino | 07/06/2016