Il concerto di Vasco Rossi e i fatti di piazza S.Carlo a Torino hanno un minimo comune denominatore: la mancanza di senso civico
Il concerto di Vasco Rossi, del 1 luglio, al Modena Park colleziona la presenza record di 220.000 fans paganti che, per più di tre ore di spettacolo, si godono le canzoni di questa rockstar italiana, la cui fama travalica ormai i confini nazionali. L’evento, i cui effetti si sono moltiplicati anche attraverso il collegamento in diretta tv, ha riportato anche, in positivo, il bilancio dell’ottimo funzionamento del piano sicurezza che, in tempi di terrorismo incalzante, non è cosa da poco. I giovani hanno raggiunto l’area del concerto fin dai giorni a precedere e, come previsto, si sono via via accampati sotto il palco in paziente attesa del Blasco nazionale, pronto a celebrare i quarant’anni di carriera. Il fatto che tutto sia andato liscio permette alcune considerazioni a margine che riguardano le nostre abitudini comportamentali e che, anche in questo caso, confermano una tradizionale carenza di senso civico.
Mi riferisco allo strato di immondizie che affiora quando la folla defluisce dopo lo spettacolo. Uno strascico di rifiuti a tonnellate che la dice lunga su come questi consumatori non siano disposti a riporre bottiglie vuote e cartacce nello stesso zainetto con cui le hanno portate. Tutto, chissà perché, deve essere abbandonato al suolo come se nel cattivo esempio, dato da molti, si rispecchi lo spirito emulativo di tutti.
A Torino, in piazza S. Carlo, durante la finale di coppa tra la Juventus e il Real Madrid, trasmessa su grande schermo, sappiamo tutti come è andata a finire con un morto schiacciato e qualche centinaio di feriti. Feriti che si sono fatti male per lo più sui vetri infranti delle bottiglie abbandonate per terra. Dei trentamila in piazza a Torino è lecito pensare che almeno uno su dieci, (mi tengo stretto) si sia scolato una bottiglietta di birra, scaraventandola poi via nell’anonimato del pattume collettivo lasciato in regalo al suolo. Una su dieci fanno tremila bottigliette di vetro buttate per terra. Se si pensa che questa minoranza possa ragionevolmente frequentare amicizie che condividono le stesse abitudini e venire da famiglie che stentano, per non dire falliscono, nell’impartire una corretta educazione, si vede che il numero, di chi manca di senso civico, non è poi da esigua minoranza. Ora, nelle cronache di questa triste serata tutto è stato detto, ma non una sola parola è stata spesa sulla necessità di non abbandonare i rifiuti, come se questa sensibilità fosse già patrimonio acquisito da parte di tutti i presenti. A malincuore constatiamo, ogni volta, che purtroppo non è così. Inoltre l’indice accusatorio si è sollevato soprattutto contro i venditori abusivi di bevande, liberi da ogni controllo. È bene ricordare che la responsabilità di quelle centinaia di feriti scarnificati sui vetri pesa su tutti coloro che, feriti compresi, hanno gettato via la loro bottiglia e non solo su chi gliel’ha venduta. Tralascio qui le responsabilità, non ancora appurate, di chi ha provocato l’onda di spostamento della folla che ha scatenato il panico.
Al concerto di Vasco Rossi, da me seguito in tv perchè il rocker mi piace, avrei gradito che, dal palco, l’idolo di Zocca rivolgesse un appello ai suoi fans, invitandoli a usufruire dello zainetto anche per la custodia dei rifiuti personali, ma non è andata così.
Al termine del concerto ho capito che, a ripulire la scena, sono intervenute ben tre imprese di pulizia. Stai a vedere, mi sono detto, che nessuno invita a non sporcare perché, se non si sporca, le imprese di pulizia non lavorano? E, in questa logica, mi è parso di vedere tutto il sistema paese che ci contrassegna e che profondamente disprezzo.
Pierangelo Scala