Pannelli e radici: la sfida morale dell’agrivoltaico piemontese

Anche il Circolo Legambiente Dora Baltea interviene sul progetto agrivoltaico tra la Cavaglià e Santhià finanziato da una società israeliana e con importante impatto paesagistico e sulle coltivazioni.

Tra Cavaglià e Santhià, nei territori che rientrano nella zona DOP del Riso di Baraggia, la promessa di energia pulita si intreccia con dilemmi etici e rischi per il paesaggio: il progetto mette alla prova la comunità e il futuro agricolo dell’area.

Il progetto agrivoltaico è stato presentato come un passo deciso verso la transizione energetica del territorio. Eppure, più si osservano i dettagli e più emerge che la questione non è affatto semplice. Ci sono progetti “verdi” che illuminano il futuro, e altri che rischiano di oscurare ciò che già esiste. Questo sembra appartenere alla seconda categoria.

L’agrivoltaico può essere una grande opportunità quando valorizza terreni marginali, favorisce la multifunzionalità agricola e riduce il consumo di suolo. Ma quando si colloca su terreni agricoli di pregio, e per di più in superfici molto estese, rischia di trasformarsi nel suo opposto.

Le dimensioni del progetto sollevano ulteriori perplessità. Una concentrazione eccessiva di moduli fotovoltaici genera impatti paesaggistici e territoriali significativi, oltre a suggerire una logica più speculativa che realmente integrata con l’agricoltura.

L’area dell’impianto tra le provincie di Biella e Vercelli

L’intervento del Circolo Legambiente Dora Baltea

Il circolo Legambiente Dora Baltea, la cui area di interesse si estende fino ai confini orientali dell’Eporediese con le province di Biella e Vercelli, ha espresso una ferma opposizione contro la proposta di investimento avanzata dalla società Econergy Solar Park 3 per la realizzazione di un vasto parco agrivoltaico tra i comuni di Cavaglià e Santhià.

L’associazione ambientalista si è rivolta direttamente al Presidente della Provincia di Biella, invitando l’istituzione al rigetto del progetto, basando le proprie contestazioni su una serie di osservazioni che spaziano dalla sfera etica a quella economica e ambientale.

La prima e più stringente osservazione sollevata da Legambiente è di natura etica. Riguarda la provenienza dei capitali che sostengono l’investimento, quantificato in oltre 29 milioni di Euro IVA esclusa, ovvero “la loro provenienza israeliana – si legge nel comunicato al Presidente della Provincia di Biella – cioè di uno Stato che ha condotto e sta conducendo lo sterminio di decine di migliaia di civili palestinesi a Gaza e in Cisgiordania oltre ad essersi reso protagonista negli ultimi mesi di aggressioni a diversi Stati sovrani tra cui Iran, Libano, e Siria, degli ingenti capitali alla base dell’investimento proposto. Risorse che di quelle azioni sanguinarie si sono giovate, grazie alla correlata espansione dei titoli alla Borsa di Tel Aviv.

Oltre alle motivazioni etiche, il circolo Dora Baltea evidenzia criticità di carattere tecnico e territoriale relative all’impiego dell’agrivoltaico:

  • Qualità dei Terreni e delle Colture: L’associazione sostiene che il ricorso a sistemi agrivoltaici dovrebbe essere strettamente legato alla tipologia e qualità dei terreni agricoli coinvolti. Se su terreni compromessi o scadenti l’agrivoltaico è accettabile, su quelli di pregio deve essere garantita la coltivazione di specie di pari qualità.  “Non ci pare sia questo il caso, essendo prevista in gran prevalenza la semina di erbai per l’alimentazione zootecnica e solo in minima parte la coltivazione di specie orticole,- commentano da Legambiente – suggerendo che il progetto non garantisca un equilibrio adeguato tra produzione energetica e agricola di pregio.”
  • Dimensioni e Speculazione: Un secondo punto critico è rappresentato dalle dimensioni delle aree destinate all’agrivoltaico. Legambiente ritiene che per ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico, tali aree dovrebbero essere limitate. La vastità della superficie proposta, distribuita tra Cavaglià e Santhià, solleva il timore che il progetto possa avere finalità prettamente speculative, andando oltre la reale necessità di integrazione tra energia e agricoltura.

Legambiente Dora Baltea chiede dunque che l’istituzione provinciale di Biella valuti attentamente l’insieme di queste preoccupazioni – l’origine dei finanziamenti, la sostenibilità agricola e le dimensioni del progetto – e che, in base a tali considerazioni, respinga l’investimento proposto da Econergy Solar Park 3.