Quando
Dove
Piazza Santa Marta, Ivrea
Tipologia evento
I nuovi trend demografici impattano profondamente sulla nostra vita e sull’evoluzione delle città. E forse non siamo pronti: pensando alle città che cambiano ci siamo concentrati sulla mobilità, sui servizi – dalla scuola alla sanità- sull’ambiente e il verde, sugli spazi comuni – teatri, impianti sportivi- sul commercio, sull’offerta turistica. Ma oggi emerge un altro problema che è al centro dell’esistenza stessa delle città: la casa. In alcune grandi città si è presentato nel cambiamento della struttura familiare e degli usi e costumi delle persone. Le soluzioni cercate sono sempre state soluzioni isolate, basate sulla storia e i costumi delle nazioni. Infatti secondo la rivista Politico: “per decenni, l’UE ha ritenuto che l’edilizia abitativa non fosse un suo problema.
Solo nell’agenda del vertice del 24 ottobre il Consiglio Europeo, la Commissione e il Parlamento, per la prima volta in assoluto hanno affrontato la crisi abitativa.” A fronte del non incremento, anzi a volte diminuzione, della popolazione, il problema della casa diventa sempre più insostenibile.
Guardiamo ad esempio qualche numero per la nostra città: La popolazione nella nostra città resta stabile, eravamo 22.684 a fine 2022, ora siamo 22.800 Ad Ivrea abbiamo 11.000 unità immobiliari, di cui 1.000 appartamenti sono vuoti Nell’area dell’eporediese ci sono 800 case in vendita e 60 case disponibili all’affitto, mentre nella sola città di Ivrea 300 in vendita e 25 disponibili all’affitto Ci sono 230 famiglie in attesa di casa popolare, e notare: il 30% delle case ATC non sono utilizzate per ragioni di inagibilità o altro (50 su un totale di circa 140 appartamenti). C’è un forte ricambio nella popolazione: nel 2024 ci sono stati 1162 nuovi immigrati (erano 1001 nel 2022) a fronte di 860 emigrati, e infatti il 50 per cento dei contratti di locazione ha natura transitoria e l’80 per cento del mercato della locazione orbita intorno agli appartamenti arredati con durata media di 18 mesi.
Pensiamo a tutti i cambiamenti in atto: il 37% delle famiglie sono unipersonali; la vita media si allunga, creando una numerosa popolazione di anziani con i loro bisogni (case di comunità, accessibilità, servizi sanitari); la necessità di aree residenziali vicino a stazioni o a centri di collegamento; gli studenti o lavoratori temporanei; l’emergere di problemi dovuti al disagio sociale e alle nuove povertà; i problemi di integrazione per gli immigrati, molto spesso accompagnati da un terribile razzismo di fondo; le case ATC che spesso non possono essere utilizzate; le nuove abitudini di vita rispetto agli spazi per il divertimento dei giovani; il turismo con le nuove abitudini di utilizzo delle abitazioni.
Abbiamo elencato una decina di cambiamenti: possiamo pensare che “si risolveranno da soli”? O che a risolverli sarà l’autoregolamentazione del mercato? O, come proposto dalle destre, una legge più repressiva rispetto agli sgomberi delle case dove gli affitti non sono pagati (problema che comunque va affrontato)? Noi pensiamo di no. È il momento di costruire una politica della casa che rimetta al centro le persone e il loro diritto a vivere bene nei nostri territori. Per questo abbiamo organizzato una serata in cui parlare di questi temi con Pierfrancesco Maran, Europarlamentare del Partito Democratico e già assessore all’urbanistica e poi alla casa nel comune di Milano, Noemi Gallo, architetta, esperta di housing sociale, Emma Scapino, studiosa del diritto all’abitazione presso l’Università degli Studi di Torino, e Alberto Avetta, Consigliere Regionale PD.
Partito Democratico, Circolo di Ivrea e Cascinette