Living Better, un progetto di inclusione che rischia di chiudere

Il 6 novembre presentato al Teatro Giacosa lo spettacolo Hejmo all’interno del progetto Living Better che si occupa di aiutare persone in difficoltà, migranti e non, a trovare casa, lavoro e inclusione

 In un recente articolo su Varieventuali fornivamo una panoramica su quali fossero in Ivrea gli sportelli aperti al pubblico per accedere a servizi cui non tutti facilmente riescono ad arrivare.
Tra questi lo sportello ELP (Eporedia Local Point), posto presso il Movicentro, che è uno dei punti di accesso al Progetto Living Better gestito dal Consorzio IN.RE.TE.
Questo progetto, sostenuto dal 2022 dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Territori Inclusivi, si propone di migliorare le condizioni per l’integrazione delle persone più fragili e vulnerabili, coordinando una numerosa serie di associazioni e enti quali Comune di Ivrea, CPIA 4 Torino “Adriano Olivetti”, Cooperativa O.R.So. Società Cooperativa Sociale, Pollicino Cooperativa Sociale, Associazione Mastropietro & C. ONLUS, ZAC! Zone Attive di Cittadinanza Cooperativa Sociale, ICO Impresa sociale s.r.l, BILOURA A.P.S. E.T.S, Croce Rossa Italiana Comitato di Ivrea OdV, Associazione NEMO-In.Forma.Citt@ ETS, CIAC – Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale e Società Cooperativa Sociale Città@Colori.
La collaborazione di tutti questi soggetti è necessaria in quanto molto ampio è il terreno d’azione, a partire dalle sei aree di bisogni individuate: abitare, lavoro, formazione, accesso ai servizi e alle opportunità del territorio, società inclusiva, rete territoriale stabile, rivolgendosi a tutte le categorie di possibili utilizzatori dei servizi: persone con fragilità e a rischio marginalità, persone con background migratorio, con l’intento di formare una comunità partecipe e capace di favorire una cultura inclusiva, solidale e co-responsabile.
Dopo il primo biennio di validità del bando (2020-22), il lavoro é ripreso per un altro biennio (2023-25) concentrandosi in particolare su due ambiti: l’abitare e il lavoro e in mancanza di nuovi finanziamenti il progetto rischia di venire interrotto. (proprio questi limiti temporali dovuti al meccanismo dei bandi pongono una questione fondamentale, grossa questa sì come una casa: ha senso affidare la risposta a bisogni basici a soluzioni temporanee che rischiano di essere smantellate finito il finanziamento? n.d.r.)

Abitare
Conosciamo tutti le difficoltà di trovare alloggio in affitto anche disponendo di reddito e conoscenze e possiamo quindi immaginare come queste diventino insormontabili se non si conosce la lingua, non si ha un lavoro stabile né referenze.
L’attività del progetto si é articolata in due direzioni. La prima è stata la creazione della sezione canavesana della Società Cooperativa La Tenda, nata a Torino. Il modello di intervento si fonda sul riutilizzo del patrimonio inutilizzato di case creando soluzioni abitative a condizioni agevolate per chi ne ha bisogno e, insieme, garantisce ai proprietari che offrono gratuitamente una abitazione una gestione del bene capace di conservarne il valore riducendo al contempo gli oneri connessi.
Ad oggi sono state attivate 7 soluzioni abitative in alloggi del Canavese.
La seconda direzione, curata da personale della Cooperativa Pollicino e della Associazione Mastropietro, è la attivazione di un nuovo Servizio di accompagnamento che si propone di facilitare la ricerca di soluzioni adeguate per le persone in difficoltà, mediare tra richieste e offerte, supportare persone e nuclei familiari nella ricerca e nella gestione.

Lavorare
Lo sportello ELP fornisce informazioni e orientamento relativamente a ricerca di opportunità di formazione e lavoro, questioni documentali, amministrative e burocratiche, organizzazione di eventi in collaborazione con aziende del territorio, agenzie formative, agenzie private per il lavoro e CPI. Se necessario, nelle attività di informazione e orientamento, è possibile attivare la mediazione culturale.
Da gennaio 2024 ad oggi sono stati attivati percorsi di accompagnamento leggero per circa 800 persone.
Vi è poi la creazione di Laboratori di prova mestiere per favorire l’orientamento e l’inserimento lavorativo, consentendo di orientarsi nel mondo del lavoro, verificare le proprie competenze, entrare in contatto con un contesto lavorativo e potenziali datori di lavoro e nello stesso tempo consentendo alle aziende di verificare competenze tecniche difficilmente valutabili in un curriculum e vedere all’opera potenziali lavoratori. La prospettiva sarebbe di avviare un percorso volto alla creazione di una cornice normativa per la realizzazione di Laboratori di mestiere all’interno delle aziende territoriali.

A queste due principali attività si aggiungono altre come il Community Matching, cioè l’affiancare persone di origine straniera a persone del territorio, per facilitare il loro percorso di crescita e di integrazione. Il condividere problemi quotidiani, amicizie e momenti di svago, offre un supporto importante a persone spaesate e senza relazioni e apre porte su mondi di entrambi: la persona di origine straniera trova nuovi amici e un sostegno pratico ed emotivo, mentre la persona del territorio ha l’opportunità di scoprire un nuovo modo di guardare la realtà.

Hejmo
Arriviamo poi all’attività che in realtà ha dato origine a questo focus sul progetto Living Better: l’attività culturale e inclusiva, attività che può contribuire fortemente a una integrazione spesso contrastata da cattive narrazioni e notizie di cronaca.
Tra i partner del progetto Living Better figura anche il collettivo Biloura, con base in Valchiusella ma attivo con spettacoli, laboratori e progetti in molti paesi europei e non solo (quest’anno Malta, Kosovo, Bulgaria, Islanda, ecc.). Biloura ha condotto e guidato la lunga preparazione collettiva dello spettacolo Hejmo, parola che in esperanto significa casa, ed è andato in scena giovedì 6 novembre in un Teatro Giacosa di Ivrea affollato di pubblico anche nei palchi.
Più che sulla dimensione casa lo spettacolo ha dato spazio ai pensieri, ricordi e speranze delle quattro ragazze in scena, di diversa nazionalità e colore della pelle ma con la stessa voglia di vivere, aprirsi al mondo e sentirsi a casa.
Uno spettacolo molto danzato, con incisive sequenze video e musiche che si fanno ricordare, ora ruggenti ora struggenti. Una ragazza afferra il microfono ma non se la sente di parlare, poi riprova e di nuovo non ce la fa. Alla fine però la forza le arriva ed è un messaggio importante per ognuno: riprenditi la vita, prova, ce la farai.

Francesco Curzio