Attilio Bolzoni

Quando

5 Settembre 2025    
21:00

Dove

Zac!
Via Dora Baltea, 40b, Ivrea

Tipologia evento

Libreria Mondadori di Ivrea
Festival #Fuoriluogo
Zac

ATTILIO BOLZONI
presenta
“IMMORTALI” (Ed Fuoriscena)
dialogando con Davide Gamba, libraio

In Italia c’è sempre più mafia e ci sono sempre meno mafiosi.
Dalle stragi sono passati oltre trent’anni e la Sicilia oggi si mostra felice, esotica, come un’isola da cartolina.
Palermo è tornata Palermo: lontana, silenziosa, seducente, con tutti i suoi piaceri e i suoi misteri.
Non si spara più e ci dicono che lo Stato ha vinto.
Catturati uno dopo l’altro i boss più importanti, sono rimasti liberi, spesso incensurati, solo coloro i quali li hanno sempre appoggiati dall’esterno.
Questa rete, composta innanzitutto da imprenditori, poi da commercialisti, avvocati, notai, da amministratori locali e alti burocrati, da broker, negoziatori, da esperti del lavaggio del denaro o di architetture finanziarie per nasconderlo, rappresenta la borghesia mafiosa.
È quella che comanda oggi in Sicilia.
Perchè la mafia è tornata com’era prima di Giovanni Falcone
I mafiosi hanno un nome e un cognome, un volto, un indirizzo, un gruppo sanguigno, una scheda segnaletica, condanne e obblighi di legge.
La borghesia mafiosa al contrario è un’entità eterea, impalpabile, ignota: non lascia mai impronte.
Ogni epoca ha la sua mafia e anche quella in cui viviamo ne ha una: è «la mafia degli incensurati».

Attilio Bolzoni racconta un’Italia che, ancora una volta, ha perso la memoria, e ripercorrendo gli ultimi dieci anni, ci scaraventa in un passato che credevamo chiuso per sempre, con la giustizia e l’antimafia che sembrano tornate ai tempi prima del Maxiprocesso e di Giovanni Falcone.
Nascosta dietro ai tamburi di guerra che minacciano l’Europa e il mondo, coperta dalla distrazione ormai pervasiva sui media, secondo i quali non fa notizia, se non quando scattano arresti di personaggi che ormai vivono da emarginati nella trama reale del potere criminale, la mafia si è ripresa il potere.
È più che mai necessario un nuovo racconto per smascherarla.

ATTILIO BOLZONI ha iniziato la sua attività di giornalista al quotidiano «L’Ora» di Palermo. Per quarant’anni inviato speciale a «la Repubblica», oggi scrive per «Domani». Con Giuseppe D’Avanzo ha firmato Il capo dei capi (Mondadori 1993), La giustizia è Cosa Nostra (Mondadori 1995), Rostagno: un delitto tra amici (Mondadori 1997) e con Saverio Lodato C’era una volta la lotta alla mafia (Garzanti 1998). Fra le altre sue pubblicazioni: Parole d’onore (Bur 2008); Faq Mafia (Bompiani 2010), Uomini soli (Melampo 2012). Autore di testi teatrali, sceneggiatore di miniserie televisive, regista di cortometraggi, nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 1991 Il Premiolino; nel 2009 il Premio Lucchetta e il premio È Giornalismo creato da Giorgio Bocca, Enzo Biagi e Indro Montanelli; nel 2013 il Premio Giuseppe Fava.

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