Meglio diventare persone intelligenti che soldatini omologati

Cronaca e considerazioni sulla serata di presentazione del libro Imparare facendo al
quartiere Bellavista d’Ivrea il 9 agosto 2025

La serata è iniziata con la proiezione di due video molto significativi.
Il primo, di Maurizio Pellegrini, ha mostrato il campo estivo Ri-Creazioni 2024 alla Trappa, dove giovani ragazzi hanno lavorato il legno, la pietra e il ferro.
È stato un esempio perfetto di come si possa imparare usando le mani e facendo esperienza diretta. Il secondo video, di Grazia Licari, ha illustrato un laboratorio, tenuto lo scorso inverno, con alcuni ragazzi della scuola Marconi di Biella, dove hanno costruito insieme un contenitore in legno per la raccolta differenziata, a forma di albero di Natale.
Vi è stato poi il racconto fatto da Ornella di Alce Rosso e Gabriel dell’Associazione Bellavista della lunga panchina del quartiere, realizzata con i ragazzi del Centro giovanile. Non è stata solo una questione di apprendimento pratico, ma anche un modo per coinvolgere la generazione Z in attività di apprendimento non formale, rendendoli parte attiva della loro comunità.
Un maestro del pubblico ha sollevato un punto cruciale, lamentando come le normative sulla sicurezza spesso limitino l’uso di strumenti manuali nelle scuole.
Questo racconto è confermato dall’esperienza dei laboratori all’Istituto Comprensivo Biella 3 dove, grazie alla determinazione e alla responsabilità della dirigente scolastica i laboratori di
autocostruzione sono andati avanti.
E’ seguito il racconto di un’insegnante di lettere di una scuola secondaria di Ivrea che ha condiviso la sua esperienza nel far scoprire ai ragazzi i luoghi della guerra partigiana. Questa testimonianza ha sottolineato un altro modo efficace per imparare facendo, connettendo la storia con il territorio.
Grazia Macchieraldo ha sottolineato come l’apprendimento significativo, quello che si fissa nella memoria a lungo termine, non possa prescindere dalle emozioni.
L’apprendimento diventa veramente profondo quando non si limita solo alla mente, ma coinvolge anche le mani, il corpo e il cuore.
Questo è il vero fulcro di Imparare facendo;.Giuseppe Paschetto ha raccontato l’ esperienza come insegnante alla scuola media di Mosso dove l’obiettivo principale era che i ragazzi venissero a scuola felici.
Per raggiungere questo scopo, ho cercato di rendere la scuola un’esperienza motivante, dove gli studenti fossero i protagonisti attivi del loro percorso di apprendimento – ha spiegato Paschetto.
Tra le varie pratiche sono state sperimentate la scuola all’aperto, la didattica esperienziale e cooperativa, e gli approcci di cittadinanza attiva. Ho sempre creduto che superare il solo uso dei libri, dei voti e dei compiti tradizionali fosse fondamentale per
stimolare la curiosità e la passione dei ragazzi.
Vi è poi stato un lungo intervento, sempre di un’insegnante dal pubblico, che ha difeso il valore dell’insegnamento tradizionale, la funzione di elevazione culturale della scuola, un ruolo che ha da solo un secolo e mezzo e, soprattutto, la funzione e l’uso dei libri.
Ha chiuso gli interventi Patrizia Dal Santo, vicesindaca e assessora all’istruzione del Comune di Ivrea. La sua esperienza di logopedista ha riportato il dibattito sul terreno della realtà dei giovani di oggi. Una realtà fatta di poche esperienze, molto uso della tecnologia, poca responsabilità e anche poche relazioni significative.
E’ questa realtà che fa della riproposizione del metodo Imparare facendo la prospettiva
pedagogica intorno a cui ragionare. Dentro e fuori dalla scuola.
Il libro “Imparare facendo. Riparare il mondo partendo dalla Z edito dalla casa editrice Multimage lo potete trovare allo ZAC ad Ivrea, alla libreria Robin di Biella e on line ordinandolo alla stessa casa editrice.
Come ha scritto Muin Masri, dopo avere assistito all’incontro di ieri sera, serve per salvare le capacità cognitive dei ragazzi insegnando loro ad usare le mani.

Ettore Macchieraldo
Giuseppe Paschetto