Penso di essere affetto da pigrizia cronica o debilitazione senile delle facoltà cognitive. Perché? vi domanderete.
La questione è semplice: avevo salvato (in primavera!) uno stuzzicante articolo apparso su “La Voce”; di solito l’ispirazione mi perviene dal più antico periodico canavesano “La Sentinella del Canavese”, ma questa volta l’articolo insensato era pubblicato sull’alternativo giornale di fatti e misfatti canavesani.
Giungo al punto. Titolo dell’articolo “Attimi di paura in Canavese: una famiglia trova in un prato un grosso serpente” e già mi meraviglio dell’utilizzo del termine paura, sarebbe stato più esplosivo usare il vocabolo terrore! Già, perché a volte pur di fare sensazionalismo sul nulla è opportuno utilizzare un linguaggio iperbolico.
Ho letto l’articolo e, come immaginavo, si trattava di un innocuo biacco, cioè una comune e diffusa biscia che non sbrana e non avvelena gli esseri umani, che poi fosse grosso mi pare un’amplificazione delle nostre ancestrali paure verso ciò che striscia, al massimo in esemplari maturi il povero ofide raggiunge, raramente, il metro e settanta di lunghezza.
Insomma, lo spavento di trovare tale invasore nel cortile ha consigliato di contattare l’associazione LIDA (Lega Italiana per i Diritti dell’Animale) i cui volontari hanno catturato la povera bestia liberandola nei prati. Voglio complimentarmi per l’azione responsabile, non sto scherzando, della famiglia per aver contattato l’associazione invece, come capita spesso, di uccidere a bastonate il biacco urlando: ammazza la vipera!
Come ho già riferito in altro articolo anche le vipere non sono così pericolose come qualcuno ritiene. In Piemonte, oltre alle vipere, non esistono serpenti velenosi ma solo colubridi, comunemente chiamati bisce, serpenti molto utili per l’equilibrio dell’ecosistema poiché si nutrono anche di roditori infestanti mantenendone le popolazioni entro limiti contenuti. Peraltro entrano anch’essi nella catena alimentare potendo essere predati da mustelidi, rapaci, cinghiali, volpi o da altri serpenti, sono quindi un importante tassello della biodiversità.
Se incontrate un serpente sappiate che non vi assalterà, ma cercherà di scappare poiché non gradisce la viscida presenza umana, lasciatelo stare e si allontanerà.
Il biacco è, comunque il più aggressivo e se calpestato può mordere per difesa, ma i suoi microscopici dentini non possono arrecare danno. Ho avuto alcune esperienze personali quando mi ero piccato di fotografare i serpenti locali, ci sono riuscito una sola volta con un biacco non in splendida salute.
L’esperienza più interessante mi è accaduta tanti anni fa in un prato di Montresco dove vi era un piccolo convegno di biacchi in corteggiamento (sì anche loro si corteggiano). Mi sono avvicinato lentamente, ma uno di essi, penso fosse un maschio, mi si è parato innanzi sollevandosi come un cobra e soffiando, meraviglioso! Non ho fatto in tempo ad estrarre la macchina fotografica che lo spaventato animale è fuggito. Tutto bene, anzi male, non sono riuscito a fotografarlo. Costernato mi volto per commentare l’accaduto con la mia compagna e la vedo impietrita e pallida come se avessimo di fronte un mamba nero africano, ho provato a rassicurarla, ma non mi pare di essere stato molto convincente.
Ogni tanto accade che si rinvengano serpenti esotici poiché vi sono alcuni idioti, a dir poco, che li acquistano illegalmente non so per quale motivo di vanteria o di semplice stupidità e poi li rilasciano nell’ambiente perché sono troppo cresciuti o si sono stufati del loro nuovo giocattolo vivente; fortunatamente un decreto legge del 2022 ne vieta ora l’importazione, ma sappiamo che leggi possono essere aggirate e che la madre degli imbecilli è sempre incinta.
Scusate il ritardo dell’articolo, ma se non mi scuserete mi cospargerò il capo di cenere.
Diego Marra