Nuova rubrica “Ospitalità” a cura di Intercultura

Intercultura promuove la pace attraverso la conoscenza reciproca dell’altro, senza pregiudizi o stereotipi. Questo messaggio viene promosso attraverso due modi: l’invio e l’ospitalità.

L’ospitalità prevede di conoscere la cultura di un altro individuo condividendo con esso la nostra quotidianità. Ospitare un ragazzo o una ragazza di altri paesi non è sempre semplice ma può portare ad una crescita personale e sicuramente a tanti ricordi unici ed indimenticabili. Abbiamo quindi pensato di raccontarvi questo aspetto di Intercultura attraverso gli occhi delle famiglie ospitanti. Partiamo dalla lettera di Elena Musso, ospitante.

Ciao a tutti,
l’anno scorso abbiamo avuto la possibilità di provare l’esperienza dell’accoglienza e siamo felicissimi di essere andati oltre a quelli che sono stati i nostri leciti timori iniziali. Abbiamo infatti potuto conoscere persone speciali sia in Intercultura, sia in Polina e nella sua famiglia di origine.

Sinceramente avevo la presunzione di essere adatta a questi tipo di esperienza perché caratterialmente sono aperta, solare, disponibile,  ecc. ecc. ma dopo tre settimane con Polina ho capito che in realtà tutto ciò che di me  pensavo fosse adatto, per lei era un  aspetto negativo!

Il fatto di essere così attenta, sorridente e di cercare spesso il suo sguardo per capire se qualcosa andasse storto, la metteva profondamente a disagio. Fino a che una sera a tavola mi ha detto:”perché quando mangio mi guardi sempre e mi sorridi? Non mi piace. Sembra che ti aspetti che io dica qualcosa.”

Insomma, la mia disponibilità, solarità, empatia  non erano affatto il mio punto forte … anzi!!

Questo perché nessuno a priori può essere adatto o non adatto a questa esperienza, perché in realtà non dipende da come siamo ma da quanto siamo disponibili a rivedere ed adattare le nostre abitudini e convinzioni e dalla nostra curiosità.

Vi farete 1000 domande … saremo in grado? Siamo adatti a questo tipo di esperienza? La nostra casa è abbastanza grande e accogliente? Il nostro paese non sarà troppo piccolo? Che cosa possiamo offrirle? Ce la faremo economicamente? Si annoierà in una realtà piccola come quella del Canavese? Avremo tempo per seguirla? Saremo in grado di affrontare le responsabilità?

Ma troverete le risposte solo durante l’avventura, quindi buttatevi!

Se solo una volta nella vostra vita avete pensato che vi sarebbe piaciuto diventare famiglia ospitante, allora sarete perfetti! Perché a nostro parere l’unico aspetto importanti per essere una famiglia adatta è essere curiosi.

Tutto il resto verrà da sé.

Ricordatevi di essere sempre voi stessi, di non dare nulla per scontato e di chiarire se necessario cosa ci si aspetta gli uni dagli altri, esattamente come Polina ha fatto con noi.

Sono convinta che questa sincerità sia stata la chiave per vivere al meglio i nostri 10 mesi con lei.

Polina è la nostra metà russa e ci manca tantissimo!

Polina e la sua famiglia italiana