Cinema al castello a Rivarolo

Tutti i giovedì sera dal 4 luglio al 22 agosto nel cortile del castello Malgrà

Dal 4 luglio al 22 agosto, il cortile del Castello Malgrà a Rivarolo Canavese, dopo le esperienze delle estati 2022 e 2023, torna ad essere suggestiva arena all’aperto per otto proiezioni della rassegna “Cinema al Castello 2024”.
L’iniziativa è patrocinata e sostenuta dal Comune di Rivarolo Canavese ed organizzata dall’associazione culturale Rosse Torri, con la collaborazione dell’associazione Amici del Castello Malgrà, della Biblioteca comunale “Domenico Besso Marcheis” e del cinema “Ambra” di Valperga.
Le proiezioni si svolgeranno ogni giovedì, alle 21.30, con ingresso da via Maurizio Farina 57 – ingresso principale del parco del castello. Biglietto unico Euro 5,00, gratuito per i minori di dieci anni.
In caso di maltempo la proiezione si svolgerà presso il salone comunale di via Montenero 12.

Primo appuntamento giovedì 4 luglio con Cento domeniche di Antonio Albanese
(Italia, 2023, 94 minuti): la storia di centinaia di migliaia di persone vittime dei crac bancari: convinti di essere “semplici” risparmiatori si sono riscoperti invece azionisti di quelle stesse banche. Da commedia gentile ad angosciante tragedia: Antonio Albanese torna nei suoi luoghi d’origine con un film che sa unire la sincerità d’esecuzione all’urgenza del racconto dei sogni infranti dei piccoli risparmiatori traditi.

Giovedì 10 luglio, Io Capitano di Matteo Garrone (Italia-Belgio, 2023, 121′): una fiaba omerica che racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, i pericoli del mare e le ambiguità dell’essere umano. Garrone toglie da subito Io capitano dalla retorica polarizzata che caratterizza il tema dell’immigrazione, restituendogli una purezza di racconto narrato dal punto di vista di chi non viene mai interpellato sull’argomento.

Giovedì 18 luglio, Povere creature! di Yorgos Lanthimos (USA-UK, Irlanda, 2023, 131′): Le povere creature sono i maschi, travolti e irrimediabilmente sconfitti dall’autodeterminazione femminile di Bella Baxter, una straordinaria Emma Stone.
Più simile al Candido voltairiano che al mostro di Frankenstein, la creatura di Lanthimos fa esperienza dell’abbondanza cromatica del mondo e della scarsità di empatia dei suoi abitanti, passando in rassegna un campionario maschile tragicomico (il buono, il geloso, il padre, il cinico, il crudele) che ha in comune la tendenza a volerla rinchiudere nel proprio universo, con la scusa di offrirle protezione. E si ride, con Povere creature!, della comicità più acuta: quella che non nasconde il suo lato oscuro. (Film vietato ai minori di 14 anni)

Giovedì 25 luglio, La sala professori di Ilker Çatak (Germania, 2024, 98′): Una scuola media d’eccellenza in una provincia tedesca è il microcosmo scelto dal registra turco-tedesco Ilker Çatak come metafora politica della Germania odierna (ma l’analogia è estendibile ad altri paesi europei). E, nel centenario della morte di Kafka, regala un dispositivo narrativo di rara lucidità e perfidia.
Un meccanismo diabolico che nell’avviluppo logico e implacabile di azioni e reazioni si spinge fino a sovvertire i fini originari e a svelarne l’assurdo morale.

Giovedì 1° agosto, Priscilla di Sofia Coppola (USA-Italia, 2023, 110′): Il grande, e turbolento, amore tra Priscilla Beaulieu e Elvis Presley iniziato in una base dell’esercito tedesco e proseguito nella tenuta da sogno a Graceland. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, attraverso un lungo corteggiamento e un matrimonio turbolento. Una storia d’amore, sogni e fama.

Giovedì 8 agosto, Civil war di Alex Garland (USA-UK, 2024, 109′): In un’America sull’orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità. Prende vita un on the road feroce, adrenalinico, che interroga sul ruolo delle immagini oggi. Un viaggio di ottocento miglia per intervistare un’ultima volta l’inquilino della Casa Bianca (il riferimento è a Trump?), che manipola l’informazione e fucila i giornalisti, oltre a massacrare i civili.

Giovedì 15 agosto, Zamora di Neri Marcoré (Italia, 2024, 100′): il trentenne tuttologo Walter Vismara, ragioniere in provincia, è catapultato dalla quieta Vigevano alla rampante Milano nel pallone. Il goffo Walter, sdegnando il calcio, si ritrova assalito dalla febbre del folber (il calcio in lombardo per Gianni Brera) che contagia tutti i piani dell’avveniristico ufficio, soprattutto quelli alti. Così Walter per tenere il posto, si reiventa interista e portiere. Nel nome di Ricardo Zamora Martinez (leggendario estremo portiere spagnolo), il ragioniere ingaggia Giorgio Cavazzoni altro prodigio con i guantoni.
È la sentita, aggraziata, apprezzabile operazione nostalgia del classe 1966 Neri Marcorè che sceglie la commedia gentile per l’esordio alla regia, canonizzando il mito prosperoso dell’Italia del Boom, dimentica della guerra, consumista, aziendalista, fiduciosa nell’avvenire e ammattita per il pallone.

La rassegna si concluderà giovedì 22 agosto con The old oak di Ken Loach (UK-Francia-Belgio, 2023, 113′): Gli abitanti di una cittadina del Nord-Est dell’Inghilterra, affossata dalla chiusura delle miniere decisa da Margaret Thatcher nell’84, osteggiano l’arrivo dei rifugiati siriani. Non c’è più quella che era una comunità che costruiva la solidarietà intorno alla comune operatività e, quando è stato necessario, alla comune lotta per la difesa del posto di lavoro. Sono rimasti nuclei familiari isolati tra cui sembrano prevalere solo coloro che vivono di recriminazioni e vedono in chiunque altro si avvicini loro un profittatore che vuole togliergli quel poco che gli è rimasto. Ma l’amicizia tra il barista attempato e una giovane immigrata appassionata di fotografia avrà effetti potenti. Focali corte, umanità larga: il film scritto dalle storie dei testimoni, dal lascito degli incontri, dal sodalizio con lo sceneggiatore Paul Laverty, dal comune senso dell’ardore (politico), ritrova un autore in senso classico, quale detentore di una poetica, combattiva e misericordiosa, e di uno stile, piano ma non sciatto.

Per informazioni Biblioteca comunale 0124 26377 o 0124 454680.
Associazione culturale Rosse Torri (tel. 351 690 6071 – mail: [email protected])