Morire in carcere

Riceviamo da “Morire di carcere – Sportello di supporto psicologico per i familiari” per ricordare che “dietro ogni numero c’è una vita che merita di essere vissuta, un mondo che non può essere ignorato”

2024: Le immagini di alcune delle persone decedute sotto la custodia e per mano dello Stato, sia per suicidio che per altre cause, non possono essere ridotte a una lista interminabile che passa inosservata. Questa ripetizione costante di morti rischia di diventare una triste routine, accolta con indifferenza da molti. Ma per noi, ogni morte è uno strappo nell’anima. Nessun detenuto morto è solo un numero in una statistica. Ogni volta che una persona muore, è quella persona specifica a morire. Ogni volta che un uomo muore, muore un mondo intero. Il sistema carcerario continua a ignorare l’umanità di coloro che vi sono rinchiusi. Dietro ogni decesso c’è una vita unica, una storia, un universo di esperienze e speranze. Ridurre queste vite a semplici cifre è disumano.
Il sistema carcerario attuale è un fallimento morale. Esso perpetua una disumanizzazione sistematica, riducendo le persone a semplici numeri, privandole della loro dignità e della loro umanità. Ogni decesso dietro le sbarre rappresenta un fallimento collettivo della società, un’inaccettabile indifferenza verso la sofferenza umana. Le carceri sono luoghi dove la disperazione prospera e le vite vengono spezzate, spazzate via senza che nessuno se ne accorga.

Non possiamo permettere che queste morti diventino routine, che l’indifferenza continui a crescere. Ogni detenuto è una persona con un passato, un presente e spesso, un futuro che non è stato ancora scritto. Le loro storie non possono essere semplicemente cancellate, nascoste dietro muri di cemento e acciaio. Ogni perdita è un lutto, non solo per le famiglie delle vittime ma per l’intera società…

Perché dietro ogni numero c’è una vita che merita di essere vissuta, un mondo che non può essere ignorato..