Ovvero la concentrazione di impiantistica per la gestione di rifiuti tutta in un solo paese che si chiama Cavaglià
Ormai era fine 2021, due anni e mezzo fa, quando rubai un’altra battuta a Totò per un titolo a un’intervista fatta alle signore del Movimento Valledora sul progetto di un inceneritore a Cavaglià, in provincia di Biella: E’ la somma che fa il totale. Il Principe della risata usò quella battuta in una scena di “Toto, Fabrizi e i giovani d’oggi”. La rivolse a un cliente della sua pasticceria che, mentre lui era al telefono, mangiava un cannolo con la sinistra e, pensando di non essere visto, altri nove con la destra. Ovviamente voleva pagarne uno solo e così nacque quella battuta.
Due anni e mezzo fa la usai per rappresentare la “somma” di impianti presenti nel piccolo paese di Cavaglià, tra il Biellese, il Canavese e il Vercellese che genera tuttora un’impressionante “totale” di trattamento di rifiuti.
Parliamo di discariche, impianti di selezione della plastica, di separazione dell’umido. Tutta robba buoona, che somma rischio ambientale su rischio ambientale, in una zona che è di ricarica delle falde e a pochi km da aree naturalistiche.
Certo il paese è vicino all’autostrada Milano – Torino, alla bretella per Alessandria e a quella per Aosta. Un posto da sogno per la logistica. Aggiungiamo che, con la crisi del tessile a Biella e dell’informatica a Ivrea, la zona è considerata un’area depressa, con un costante invecchiamento della popolazione e una bassa densità abitativa.
E allora? Approfittiamone, dice la legge di mercato. E aggiunge: colonizziamo, concentriamo, estraiamo valore. Facciamo come il cliente della pasticceria, ingozziamoci di cannoli!
E ora ci sono altre due notizie che completano il quadro.
La prima è che l’assessora all’Istruzione e Merito, Lavoro e Formazione della regione Piemonte, Elena Chiorino, ha annunciato il via libera da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica al progetto di riciclo tessile localizzato nel territorio biellese.
E dove?
Naturalmente a Cavaglià
E chi lo farà?
A2A, la Life Company che con maggiore costanza e potenza di capitali da investire sta facendo del piccolo paese, da cui viene parte della mia famiglia, il suo polo tecnologico strategico del nord ovest.
E non finisce qui.
Sapete quell’inceneritore di cui scrissi nel dicembre 2021? Fu fermato quando si riferiva principalmente ai rifiuti urbani. Poi fu in breve ripresentato, stavolta per incenerire i rifiuti speciali (industriali) non pericolosi. Dopodiché fu di nuovo rimandato e, infine, ora integrato. Nel senso che la medesima azienda vuole fare ambo, anzi forse terna se non proprio cinquina e mettere questi due impianti, dalle dimensioni e capacità sovradimensionate per il luogo dove siamo, ovvero nel piccolo biellese che consta di circa 170.000 abitanti e, per di più, è la provincia piemontese che produce la minore quantità di rifiuti industriali. Questi due nuovi progetti, ovviamente, andranno insieme alle discariche, al trattamento della plastica, a quello della FORSU. Sempre tutto qui.
Rispondiamo, allora, sempre con Totò: “ogni limite ha una pazienza!”
La buttiamo in battuta, ma c’è veramente poco da ridere. Anche perché, nel frattempo, questo territorio è costellato di iniziative che lo stanno riqualificando. Non solo è attraversato dal Cammino di Oropa e dalla via Francigena, ma ha molte eccellenze agricole e anche produzioni DOC e DOP.
Insomma se la somma fa il totale, ogni limite ha la sua pazienza e la nostra è proprio moltiplicata per zero!
Ettore Macchieraldo